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giovedì 28 aprile 2011

Lettori dotati - risultato del sondaggio

O sono particolarmente fortunato o i lettori del mio blog sono un po' bricconcelli. Perchè dico questo?
Dopo aver raccolto un po' di dati nel sondaggio relativo alle misure dei vostri arnesi, devo proprio pensare che siete dei gran cazzoni.
In sostanza: sia per quanto riguarda le vostre misure in lunghezza ma soprattutto in circonferenza, i risultati indicano che i miei lettori sono davvero ben dotati e sicuramente molto sopra la media.
Sarà l'effetto del mio blog? Oppure che è più bello aggiungersi uno-due-tre centimetri di più? Mah ;)

Comunque, pare che per quanto riguarda la lunghezza del vostro pisello il 22% di voi dichiara di averlo lungo 17 cm. Gli studi del Kinsey Institute (qui la tabella) indicano che gli uomini dotati di tale misura sono solo il 5,7%. Piuttosto, il 24% ce l'ha lungo 15 cm, mentre nel mio sondaggio solo il 14%.
Ma io non voglio mettere limiti alla provvidenza e son contento di questi nostri risultati. Saprò di poter attingere tra i lettori del blog quando avrò un certo languorino ;)
Ecco il risultato ufficiale del mio sondaggio:

Per quanto concerne lo "spessore" il 23% di voi dichiara di avere una circonferenza che sta tra i 12 e i 13 cm. Dato credibile, visto che le stesse tabelle Kinsey dicono che si attestano su questa misura circa il 24% degli uomini. Chi dichiara di avere una dotazione tra i 13 e i 14 cm, ancora il 22% dei miei lettori, si presenta ancora in linea con i dati ufficiali (circa il 21%) mentre i conti che non tornano riguardano quelli che dichiarano di avere un rotolone regina tra le gambe, circonferenza tra i 14 e 15 cm, ancora il 22% in questo sondaggio contro il solo il 3% nei dati Kinsey.
Ecco il secondo grafico che presenta il risultato del mio sondaggio:
Comunque, tutto questo parlare di centimetri mi crea una certa eccitazione. State attenti che se mi gira, vengo a misurarvelo io, che i miei metodi di misurazione, rispetto a quelli del Kinsey Institute, je fanno 'na sega! Ops...

mercoledì 27 aprile 2011

L'abitudine a nascondere

L'ultima volta che ho postato un brano de "La lingua perduta delle gru", un commento di Co.balto ha reso molto bene l'idea di certi vissuti da "in the closet". Incuriosito dal libro afferma: "non è che se ne trova una copia in e-book visto che HO LA LIBRERIA FUORI DALL'ARMADIO?"
Già, quando si nasconde qualcosa è importante non lasciare indizi per casa e anche il semplice prediligere certe letture o taluni film diventa un indizio troppo esplicitante. E non dico la vera e propria pornografia che è opportuno non lasciare svolazzante sul comò anche solo per non mettere in imbarazzo zia Diomira se viene a trovarti, ma anche letture più semplici.
Ho qualche film a tematica gay nella mia raccolta di dvd, visibile ed accessibile a tutti: niente di che, quei titoli che potrebbero essere interessanti non prettamente per il tema, eppure "I segreti di Brokeback Mountain" è nascosto in una custodia con un altro titolo. Troppo esplicito? Paure da pirla, lo so, ma più che "paure" sono "difficoltà a spiegare" di fronte a domande di qualcuno (o anche "non voglia di spiegare"). Nella libreria ho una copia di Maurice di Forster, ma non è nascosto perchè messo di fianco a Casa Howard sempre dello stesso autore. E' l'autore che mi piace, facile a spiegarsi, no? Invece, "La lingua perduta delle gru" è sepolto sotto altri titoli meno appetibili.
Proprio da questo libro prendo un altro estratto che ben racconta queste dinamiche e si spinge poi a raccontare i primi turbamenti adolescenziali. Sempre bello, ben descritto, efficace!
Quando Philip ricordava la sua adolescenza, ne ricordava le parti nascoste. Nascondere era stata una parte così importante, così essenziale della sua vita, che persino ora, che era cresciu­to, più o meno, e viveva da solo, teneva ancora nascosti tutti i libri con la parola "omosessuale", persino nel proprio appar­tamento. Di questi tempi, quando pensava a se stesso a dodi­ci o tredici anni, non pensava alla scuola, al suo amico Gerard, alle ingiustizie dei giochi da tavolo e dei giochi all'aperto o alle stellette d'oro nel quaderno dei compiti a casa. Non si vedeva seduto in una classe, o a cena coi suoi genitori, o di fronte alla televisione. Si vedeva invece sempre e soltanto sdraiato sul pa­vimento del bagno a masturbarsi, col vapore che saliva dalla doccia, la carta da parati che s'arricciava ai bordi. Non riusciva a ricordare nient'altro, nient'altro che questa attività proibita, come se la sua memoria ora fosse capace di creare solo un'im­magine negativa, mettendo a nudo solo quelle cose che allora erano nell'ombra. Il risveglio sessuale di Philip non era stato insolito: una casuale collisione del pene e della coscia, il terrore intenso, inatteso dell'orgasmo, lo sgomento del liquido bian­co che schizzava sulle lenzuola. Ma quello che era diverso per Philip era che non finiva mai, questo periodo in cui il sesso era soltanto masturbazione, non passava mai in uno stadio succes­sivo. Per il suo amico Gerard c'erano state le chiacchiere sul­le ragazze, poi le ragazze, il sesso, i discorsi d'amore. Per Phi­lip c'erano solo queste carezze solitarie, per definizione senza nome. Naturalmente si rendeva conto, dalle riviste che sbirciava all'edicola dell'angolo e che in seguito comprava a profusione, che c'erano molti altri uomini al mondo con visioni simili nel­la testa. Ma a lui non veniva in mente di cercarli, di accoppiarsi con uno di loro, di far l'amore con uno di loro, perché per lui il sesso non aveva mai avuto niente a che vedere con nessuno se non con se stesso, e sicuramente non aveva niente a che 
vedere con la sua vita, nella quale adesso incespicava

martedì 26 aprile 2011

Pollock

L'intervento di Oscar nel post "Orgasmico relax" cita il pittore Jackson Pollock.
Mi ha molto divertito questo suo commento e mi ha incuriosito. Così ho cercato di capire a quale tipo di pittura si riferisse:

Mi viene in mente la scena del film "Shortbus" con il getto eiaculatorio che finisce direttamente sul quadro, ben mimetizzandosi sul capolavoro.

E qui allora lasciamoci ispirare da altri "artisti". Chissà mai che anche voi, sotto questa ispirazione, siate capaci di vigorose opere d'arte!


lunedì 25 aprile 2011

Che discorsi!

Nella corrispondenza di questi giorni tra me ed L., oltre all'esprimere l'affetto, la mancanza, i bisogni, la voglia, è presente anche il dubbio: "Che ne sarà del futuro, del poi,... vorrei non aver così bisogno di te", etc. Tutte cose che continuiamo a dirci dal primo giorno.
Ora che stiamo vivendo questa bella esperienza nella nostra vita ci troviamo impreparati, non abituati ad essere felici e quasi i dubbi frenano (o riequilibrano?) i nostri entusiasmi.

Dubbi legittimi, ed è bello che invece di tenerli nascosti, li andiamo ad esprimere. Talvolta però ci autocostruiamo un bozzolo che anzichè proteggere diventa costrittivo.

Mi viene incontro nella riflessione la bella canzone di Daniele Silvestri che si ascolta alla radio in queste settimane. Se ci si ferma un attimo sul testo si noterà che racconta proprio la storia degli amori eccessivamente preoccupati del "poi".



Se pensi che sia logico scoprire in mezzo al traffico
Di amarsi in modo cosmico ma un attimo
che poi due metri dopo l'amore sembra consumato già
Lo so che non ti piacciono le situazioni in bilico
Le cose che succedono e succedono lo so
Ma che discorsi
Sei tu che butti sempre tutto giù
Ma che discorsi
Nel dubbio che poi non funzioni più, così fai tu.

E poi con quello che succede in una storia come questa
Non è che ti può chiedere se sia la strada giusta
Ad ogni angolo, ogni semaforo che c’è

Lo so che non coincidono le previsioni e l’esito
Le obiezioni in merito le immagino però
Perché fermarsi? In radio c’è anche un pezzo che mi va
Ma che discorsi, scusa, la strada forse è chiusa e non si sa
(da dove viene - tantomeno dove va)
ci siamo persi ma se tanto non hai fretta amore aspetta…….
gira di qua…

E poi con quello che succede in una vita come questa
Forse è meglio se la strada non è proprio quella giusta
Si, con quello che succede, quello che si vede intorno
Non dobbiamo riconoscere la strada del ritorno
Ad ogni angolo, ogni semaforo che c’è.

domenica 24 aprile 2011

Risorto

Decisamente meglio oggi.
Dopo lo sfogo, dopo il riposo, mi sento un altro, come fossi completamente ribaltato.
Il mio buonumore è risorto.
Manca solo L.
Buona Pasqua a tutti!

sabato 23 aprile 2011

Orso stanco

E' quasi Pasqua, dovrei essere felice come una Pasqua, invece sono sfinito.
Dal pomeriggio di ieri una spossatezza esagerata ma, impossibile fermarsi. Stamane al lavoro sino all'una, quando torno a casa mi rendo conto che mia madre ha già programmato "qualche" lavoretto. Pinze, tenaglie, stucco e pennelli, avvitatori e materiale elettrico son già pronti e la fase compulsiva materna di rinnovo della casa (iniziata cinque settimane fa!!!) e pulizie primaverili è all'apice ora, che dev'esser tutto sistemato entro domani, che è festa!
Così la mia stanchezza amplifica il cattivo umore. Tutto è pesante e io divento pure un orso.
Non c'è cosa che odio di più delle uova rotte nel paniere quando ti sei già prefissato del tempo libero per te, per svagarti, per riposare, e invece, immancabilmente qualcuno decide il da farsi al posto tuo.

Visto che i rompimenti di balle non vengon mai da soli, oggi una marea di parenti e conoscenti rompicoglioni passano per gli auguri di convenienza, si fiondano in casa tua e anche se vedono che sei indaffarato e hai la casa a soqquadro, non se ne vanno più.
Via uno arriva l'altro, e tu a fare un sorriso di plastica... ma anche no! Oggi si vede che non ne ho voglia per nessuno e neanche mi va di nasconderlo. Ci penserà la mother ad essere cortese ed ospitale.

Con la stanchezza che ho vorrei fiondarmi nel letto e sparire per tutti, cosa che probabilmente farò, salvo poi pentirmene martedì, per non aver approfittato di due giorni di festa per uscire. Certo che anche il tempo qui non aiuta...
Firmato
Consapevolmente Orso.

giovedì 21 aprile 2011

Mai camminerai solo

Trovato oggi su "Corriere.it", vi propongo alcuni estratti dell'articolo di Gaia Piccardi su Anton Hysen, primo calciatore professionista ad aver fatto coming out.
Si parla anche di un suo tatuaggio, la scritta "You'll Never Walk Alone", "non camminerai mai solo". E il mio augurio a questo piccolo grande uomo.


GÖTEBORG - Qui, nella bionda, civile, laica e tenacemente monarchica Svezia, il peggio che ogni weekend gli può capitare è qualche «finocchio!» che piove giù dagli spalti del campetto dell'Utsiktens Bk, berciato da uno dei duecento biondi, civili, laici e forse tenacemente monarchici tifosi avversari saliti fino a Göteborg per insultare lui, il primo calciatore professionista dichiaratamente gay [...]

Anton Hysen, 20 anni, figlio orgoglioso di uno degli atleti che negli anni 80 contribuirono ad alimentare il mito del calciatore-macho, Glenn Hysen [...], due orecchini, un piercing sulla lingua, otto tatuaggi destinati a crescere (Ynwa sul braccio: sta per You'll never walk alone, il coro-totem della curva del Liverpool, città dove è nato), uno zio omosessuale, una cugina lesbica, terza stagione nella divisione 2 svedese (più di una Lega dilettanti, meno di una serie C italiana), è il ragazzo finito in copertina sul Guardian e, a cascata, su tutti i quotidiani. [...]
«Ai tifosi dovrebbe interessare che sono un giocatore tecnico e non velocissimo, se mi schierano in difesa o esterno di centrocampo, e non con chi vado a letto». Ti insultano? «Certo che mi insultano». E cosa dicono? «Finocchio! Giochi come una femminuccia! Cose così...». E tu come reagisci? «Sento i cori, penso che provengono da gente ignorante e immatura, torno a concentrarmi sulla partita».
E i tuoi compagni di squadra come hanno reagito? «Bene. Sono persone gentili e rispettose». Tuo padre Glenn è il coach dell'Utsiktens Bk. «Sì, ma non c'entra. Lui non viene sotto la doccia con noi». E sotto la doccia cosa succede? «Ma niente. I soliti scherzi, le solite battute... ». Tipo? «Tipo: c'è Anton, non lasciate cadere il sapone ragazzi!». È avvilente o divertente? «Non m'importa, a volte ci scherzo su anch'io, è normale»[...]
La sua vita, fin qui, sembra un reality di Mtv. «Avevo una fidanzata bellissima quando, due anni fa, mi resi conto di essere attratto dai ragazzi. Mi sono confidato con mia cugina, la lesbica. Poi l'ho detto a mia madre Helena. Infine a mio padre Glenn, la persona di cui più temevo il giudizio. Papà mi ha ascoltato e poi ha detto: non potrei essere più fiero di te, ti sosterrei anche se volessi fare la ballerina classica».
La scelta di Anton è stata raccontata da Offside, magazine svedese di calcio. Da lì è partito il traversone per l'Europa: Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Italia, le terre proibite dove questa mentalità, tra la gramigna del calcio omofobo e continentale, avrebbe attecchito meno. «Siamo nel 2011, basta ipocrisie, qualcuno doveva rompere il ghiaccio e io l'ho fatto» sorride Anton baldanzoso di giovinezza e inesperienza, senza sapere che una curva di San Siro o una frangia dell'Olimpico capace di fermare un derby sarebbero una psicoterapia sconsigliata da chiunque. Mamma Helena teme che, se in futuro passasse a una squadra più forte («Certo che giocherei in Italia, ma il sogno proibito è il Liverpool di Gerrard, il mio eroe»), con una tifoseria più ampia e agguerrita, Anton possa finire nei guai. E, magari, pentirsi dell'onestà di cui ha vestito questa piccola notorietà che in fondo lo lusinga («I miei parenti già lo sapevano: non ho fatto coming out per pubblicità, non me n'è venuto niente in tasca...»), anche se è chiaro che i fragili parastinchi dell'Utsiktens poco possono contro i tackle violenti dell'esistenza.
Ma Anton si fa forte dei valori che sente di rappresentare («Lealtà, verità, umiltà: non arrivi da nessuna parte con gli atteggiamenti di Balotelli, che pure è un attaccante straordinario...»), delle decisioni che ne stanno indirizzando le giornate, della vita che si è scelto. Lavora part time alla catena di montaggio della Volvo locale. Non è fidanzato. «Se uscirei con un calciatore? Se fosse carino, perché no?» ride, inconsciamente fedele allo stereotipo più duro da sradicare. Desidera uno stipendio migliore, un futuro luminoso, un amore vero. Come tutti, uomini e donne, gay e etero. Ecco perché alla fine, quando l'arbitro fischia il novantesimo e sotto la doccia ricominciano quegli scherzi infantili, la storia di Anton Hysen è uguale a quella degli altri dieci uomini in campo. Compresi quelli che fanno i disinvolti, e poi tengono davvero stretto in mano il sapone.

mercoledì 20 aprile 2011

Orgasmico relax

Video strepitoso. Vorrei essere io in una sessione di massaggio così.
C'è tutto: pompini, rimming, 69, dita e naturalmente una bella scopata. Ma prima tanto rilassamento, mani sul corpo e quelle immagini ammiccanti alla nudità, quel telo che si sposta... che mi fanno impazzire.








Buon relax e buon orgasmo!

lunedì 18 aprile 2011

Pali e paletti

Ho trovato una mappa mondiale relativa alle dimensioni medie del pene nel mondo. Curiosa. Son stati raccolti i vari studi nazionali e riportati per ogni singolo stato. Si scopre che ad esempio gli ungheresi sono i più dotati d'europa e che, mediamente noi italiani, non abbiamo di che lamentarci.

Bella la descrizione che accompagna la mappa con questo studio:
"Pensa che investiamo 5 volte tanto del nostro tempo nello studio sull'allungamento del pene e sull'aumento del  seno rispetto allo studio sull'Alzheimer. Questo significa che in futuro saremo bellissimi ma ci dimenticheremo per cosa li usiamo"
In effetti, le misure sono un po' l'assillo di tutti. Sentirsi adeguati, compararsi agli altri... soprattutto da giovani chi non l'ha fatto? Chi non ci ha pensato?
L'attenzione che destiniamo al nostro amico è sempre ampia. Daltronde, insieme al cervello è lui la nostra fonte di piacere.
C'è chi si guarda non proprio soddisfatto, chi invece ne va fiero (eccecredo!!!)


Ma ora ecco la mappa. Cliccandoci sopra si ingrandirà e potrete scorrerla con calma valutando tutti i "dati del cazzo" riportati.





Però ora son curioso. Dai dai, dopo lo studio mondiale, vediamo di studiare le taglie dei frequentatori di questo blog! Qual'è la tua lunghezza? E la tua circonferenza?
Apro un sondaggione in una pagina apposita. Dai anche tu il tuo contributo alla scienza ;) e mi raccomando, non barare! Ah ah

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Aggiornamento del 28/04/2011
Qui i risultati del sondaggio!

domenica 17 aprile 2011

L'amore sussurra

Due settimane d'attesa, le aspettative "alte" che vi ho espresso nei due post precedenti, il desiderio che aumenta in modo esponenziale con il tempo che ci separa, e ieri sera...

Serata complicata a livello organizzativo. L. lavora fino a tardi, io stavolta mi porto più avanti con la strada, cerco di agevolarlo. Un'ora di guida per lui, 1 ora e 3/4 per me. Prima delle 22 è impossibile vedersi e l'appuntamento sul luogo fissato attraverso googlemaps è facile da trovare. Ma... questa zona ha troppa luce e   bisogna cercare un'area un po' più appartata per avere un po' di intimità.
Al momento non ci si scoraggia, si ruota attorno ai vari capannoni delle zone industriali. Alla faccia dell'inquinamento luminoso: ovunque ci sono luci e telecamere di controllo. Bisogna cercare una soluzione alternativa.
Non è facile. In una campagna piatta e senza alberi, iniziamo a vagare in cerca di un luogo protetto, che garantisca un minimo di intimità. Usciamo dalla zona industriale, ci allontaniamo dalla città,  ci dirigiamo verso i paeselli ma no... non si trova un posto adeguato: "questa strada porta a quella casa abitata", "qui non c'è protezione", "siamo troppo in vista", "sembra di doversi nascondere come se si facesse una cosa da ladri"... ci diciamo, ma "anche gli etero hanno un bel daffare a cercarsi una camporella tranquilla". Era tutto più facile una volta.

Il tempo passa e noi si vaga e si vaga. Alla guida le mani però non sanno stare ferme, troppa l'attesa, troppo il desiderio. Anche il dialogo è quasi assente: bocche assetate di baci, occhi spiritati, prima c'è l'urgenza di dare una risposta fisica.
Solo dopo un'ora e venti, U-N'O-RA-E-VEN-TI! troviamo un luogo che pare appartato. Di corsa, di foga a svestirsi e ad avventarsi l'un sull'altro.
Non sono tranquillo ma piuttosto teso, arrabbiato per aver dovuto perdere del tempo prezioso e sapere ora di avere i minuti contati, poco più di un'ora prima di lasciarci di nuovo, che domani L. lavora.
E' bello il nostro stare insieme ma io sento il peso del gestire il nostro incontro con una velocità non consueta. Stamattina, nello scambio di sms infatti ci diciamo "ieri, pochi abbracci".
Anche i saluti sono affrettati, troppo, per rincasare assonnato (che anche la Red Bull in corpo faticava a sopraffare la pesantezza degli occhi) nel pieno mezzo della notte.

Eppure, il ricordo di ieri va ancora all'intimità  che si è stabilità.
Ed è bello questo nostro "conoscersi intimamente" e sapere facilmente i desideri dell'altro.
E rimangono nella mente le nostre parole dopo l'amore, quando sfamati gli impulsi, allora le parole arrivano e si fa spazio il sentimento, lo scambio di emozioni.
L'un sull'altro, a rafforzare i nostri dialoghi con il contatto dei nostri corpi; l'un sull'altro ad intercalar di baci le pause del nostro colloquio.
E quand'anche i nostri membri sono a riposo è lo scambio di baci e i tocchi sapienti sull'altro, l'incrocio di mani, lo stringersi con forza, che comunicano ciò che a parole non riesci a dire.
Sussurra. L'amore sussurra, anche nella fretta, anche nell'ansia, anche nel fugace lasciarsi. Sussurra parole che vanno oltre l'attimo fuggente. Noi siamo qua. Distanti. Ma non so se si capisce, io sono ancora lì.

sabato 16 aprile 2011

Aspettando stasera

Già al risveglio i pensieri guardano alla serata.
Difficile tener le mani a posto per preservarsi all'incontro atteso.

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