Nel blog di Majin79 c'è un
post sulle spiagge nudisti che mi ha fatto venire una gran voglia di spogliarmi, complice anche questo sole e temperature da fine primavera pur essendo ancora al 31 marzo.
Adoro stare nudo, adoro la nudità, adoro il contatto della pelle con gli agenti esterni, la luce, il calore, la brezza, l'acqua.
Ho praticato poco il nudismo all'aria aperta, in genere in qualche spiaggione lungo il fiume Po, ma molto invece l'ho praticato nei centri benessere. Lì, oltre a godere di saune, whirpool e bagni vari, ciò che proprio desidero è quella sensazione di piena libertà che posso godere nello stare nudo con la normalità che è propria di quegli ambienti dove il "pruriginoso ormonale" lascia spazio prevalentemente al semplice e solo relax.
E pensare che la condizione della nudità crea problemi alla maggior parte delle persone.
Da qui nascono una serie di pensieri e qualche luogo comune che vorrei sfatare (per lo meno rispetto a quella che è la mia esperienza).
- Chi sta nudo non ha pudori
Credo che il pudore sia un sentimento decisamente soggettivo. Sulla base di quello, si delineano anche i nostri comportamenti. E il pudore tocca diverse sfere e così non è detto che chi è spudorato per certi aspetti non sia carico di pudori per altri. Voglio dire, ci sono persone che sanno essere spudorate nell'interazione con le altre, nelle relazioni, nell'esprimersi, nel raccontare cose della propria sfera più intima, ma che poi non si sognerebbero mai anche solo di farsi una doccia in presenza d'altri. Come di contro, e questo son io, persone che si denudano con pochi problemi ma vivono la propria interiorità di pensieri, sentimenti ed emozioni come sfera privata. L'(In)consapevole che qui conoscete, così spudorato da raccontare in un blog pubblico la propria vita con tanto di dettagli erotici, è di fatto spudorato solo in questo contesto, così filtrato dall'ambiente virtuale. Nella vita di relazione può sembrare sin troppo riservato.
- Chi sta nudo se lo può permettere
E qui nasce il discorso sulla accettazione della propria fisicità. Ciò che a noi non piace, non vogliamo neppure condividerlo. La mia pancia, le maniglie dell'amore, il fisico deforme, le spalle rachitiche, i chili di troppo, etc... li teniamo per noi. Ogni difetto va nascosto. Se ci pensate è la stessa condizione che mettiamo in atto anche con i nostri difetti caratteriali. Ciò che ci sembra brutto, quel lato spigoloso, quella caratteristica riprovevole agli occhi degli altri, quando ce la ritroviamo in noi, cerchiamo di camuffarla.
Imparare a mettersi nudi ci insegna anche ad un esercizio di libertà ed accettazione nei nostri confronti. Diventa importante capire che per star bene davvero non conta più di tanto il riconoscimento degli altri (che non sto dicendo non sia importante: noi viviamo delle relazioni, dello scambio e anche di conferme), ma soprattutto conta imparare a volerci bene così come siamo, senza dare troppe connotazioni negative alle nostre peculiarità. Frequentando gli ambienti nudisti vi accorgerete che troverete una varia umanità: ci sono gli adoni (pochi) e ci sono le persone che non avremmo mai pensato di incontrare così senza veli, perchè non corrispondenti ai canoni estetici in vigore. E' bello notare la loro naturalezza e la loro libertà dal giudizio.
Spogliarsi per accettarsi è un esercizio di benessere che vale in generale: è quando ho iniziato ad accettare a titolo personale la mia omosessualità che ho ritrovato almeno una piccola parte di serenità. Il blog è stato ad esempio un modo per mettersi a nudo.
- Chi sta nudo è un esibizionista
Che ci possa essere anche una componente esibizionistica o narcisista possiamo anche confermarlo, ma limitarsi a questo è decisamente riduttivo. La bellezza della nudità la sento completamente anche in contesti solitari. Lì non c'è nessuno che ti vede e che potrà vederti, eppure il beneficio, il relax li sento comunque.
La nudità è un'esperienza che ti permette di riappropriarti del tuo corpo e delle sensazioni che neanche pensavi di saper provare.
- Chi sta nudo è perchè ha coraggio
Vi assicuro che non ce ne vuole poi molto. L'esperienza dei più è quella del farsi forza la prima volta per poi scoprire che le proprie ansie vengono immediatamente ridimensionate. Anche a star nudi s'impara, ed è generalmente più facile di quanto ci si immagini.
Certo, conta il contesto. Un consiglio mio è quello di provare in ambienti dedicati (appunto certi centri benessere dove la nudità è obbligatoria). Non fate passi graduali, non usate mezze misure. Vi impediranno di affrontare quel livello di ansia che sembra irrisolvibile.
Come quando si fanno le docce in spogliatoi pubblici: quando state per entrare, giù gli slip di netto. Dopo la prima volta tutti i nostri pudori e vergogne verranno subito ridimensionati.