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Visualizzazione post con etichetta nudist. Mostra tutti i post
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giovedì 18 aprile 2013

Star bene nudi

In casa tutto l'inverno, la pelle ora reclama sole. La testa soprattutto.

Un sole che scalda
che porta libertà
e pure qualche occhiatina...

Non ho un gran fisico, non ho molto da esibire. Ma la nudità e il nudismo mi piacciono e mi fanno star bene.

lunedì 1 ottobre 2012

Acque chete e poi l'inondazione


Quando qualche giorno fa esprimevo la mia difficoltà nella gestione dell'astinenza da sesso raccontando di quanto poco frequentemente io e L. possiamo incontrarci, a qualcuno sarà parso del tutto esagerato quel mio brontolio.
Voglio dire, solo 3 anni fa, quando l'armadio della mia omosessualità era ancora blindato e non mi davo la possibilità di esprimere fisicamente i miei bisogni perchè "dare voce" alla mia carne mi metteva paura, avrei messo la firma alla sola idea di poter fare del sesso almeno una volta al mese. In 40 anni erano state troppo poche, sporadiche e pure non del tutto soddisfacenti le mie esperienze. Poi ad un certo punto, grazie anche al blog e a quella "terapia" auto-prescritta di raccontarmi e lasciarmi andare, arrivò poco alla volta la consapevolezza di chi fossi veramente e dei miei bisogni affettivi e sessuali.
Con questa, arrivarono le occasioni.

A. fu la prima persona con cui iniziai una frequentazione costante: era un trovarci a volte settimanalmente o ogni quindici giorni. Non furono molti quegli incontri, una decina? una quindicina? in circa 6 mesi o giù di lì ma abbastanza per conoscere il turbine della passione e l'ebbrezza delle pulsioni.
Ebbrezza ecco, appunto. Un'esperienza di sensi che diventò ben presto un bisogno al punto che appena la storia con A. terminò, oltre alla fatica di metabolizzare le ferite del cuore, ci fu una fase di ricerca spasmodica di sesso casuale, proprio per assecondare appunto, il bisogno fisico.

Infine, l'incontro con L. e un po' più di pace ma, come dicevo all'inizio, ora la fatica nel gestire quell'attesa a tratti castrante e da lì la pulsione a rincorrere i pensieri ossessivi della carne.

Mi vivo come l'immagine di una diga fallata. Ho tenuto dentro per anni questo bisogno, ho ingabbiato con tenace resistenza il fluido piacere e finchè ho resistito c'è stata, tutto sommato, pace. Acque chete, solo increspate talvolta dai venti ormonali.
Poi, lasciandomi andare e come se si fosse aperta una piccola falla. Quello che doveva essere uno sfiato è diventato un buco più grande. Un violento e potente getto d'acqua, ormai incontenibile. Sei lì e ti rendi conto che non la puoi più fermare. Ormai conosce la strada, si è infilata in tutte le fessure ed ha squarciato questa diga.



Mi chiedo se si calmerà quando la pressione a monte non sarà più tale o se toccherà continuamente restare travolti dai turbinosi flutti.
Perchè chiudere quella diga non ha senso, sarebbe comunque un disastro lasciarla tracimare; ma pure lasciarmi trascinare da una corrente senza controllo mi mette a disagio.

Ci vuole un po' di ingegneria idraulica, un pensiero ricostruttivo e un silenzio interiore che possano riassettare lo scorrere delle pulsioni dentro di me perchè l'esperienza torni ad essere gestita e, come deve essere, piacevole e rigenerante.

martedì 28 agosto 2012

Il puzzle della vacanza


Prendi un faro, un'isola, un traghetto per arrivarci, l'auto rossa noleggiata, l'iPod connesso all'auto e la nostra musica che risuona.

Prendi il caldo che non t'aspetti lassù in quell'angolo di alta europa e col caldo la voglia di mare.
Prendi la spiaggia, sabbia a perdita d'occhio, bassa marea e le dune alle tue spalle.


Fai che sia una spiaggia nudisti e portaci L., curioso ma poco convinto, diffidente e un po' impacciato.

Prendi la campagna, i mulini a vento che ancora (r)esistono, e son di più di quanti te ne aspetti. Lasciati incuriosire, ogni volta, e non ti abitui alla meraviglia che ti danno.

Prendi le città, i tetti mansardati e i mattoni scuri, prendi i canali, le imbarcazioni ovunque, i porticcioli, le capanne di legno.


Prendi i ragazzi, alti e dai capelli biondi o rossicci. Sarà per questo che è chiamato il popolo "orange"?

Prendi le incursioni nella capitale trasgressiva, il giro nei sexy-shop, la passeggiata nell'area dei bar gay.

Prendi noi, diversi da un anno fa, quando tutte moine e romanticherie trascorravamo la nostra prima vacanza insieme, vicini vicini, attaccati e pomiciosi: ora, più abituati a stare insieme, meno sdolcinati ma forse più liberi, anche di bisticciare.

Prendi la scorta di sesso di tutte le sere e i risvegli del mattino quando ancora allunghi il braccio e cerchi chi è di fianco a te. Prendici ansimanti sulla moquette o sotto la doccia e le mani che si allungano e procurano orgasmi in auto. Prendi le foto che ci facciamo allo specchio...

Prendi l'hotel e i pensieri che si faranno su questa coppia di maschi italiani nel letto matrimoniale. Prendi il "chissenefotte" implicito su questi pensieri e al quale non badi proprio più.

Prendi soprattutto il fatto che un sisma aveva distrutto la possibilità di avere una vacanza nostra ma che noi, testardi, anche se raffazzonata all'ultimo minuto, siamo riusciti a fare. 
E abbiamo vinto.

mercoledì 25 luglio 2012

Le ferie

A differenza degli altri anni, in questo periodo di ferie, sospenderò i miei post. Nelle estati precedenti preparavo per tempo un po' di materiale per tenere compagnia a tutti voi e per sentirmi comunque in contatto. Era un piacere, anche dal solo cellulare, leggere i vostri commenti e continuare a portare avanti insieme quella compagnia comune.
Quest'anno non lo farò. Poco il tempo, poca la voglia di passare tante, troppe serate, on-line. E ancor prima che le mie ferie arrivino per davvero, inizio una disintossicazione dal blog, continuando certamente a seguire comunque i miei blogger preferiti. Vi lascio una carrellata succulenta per introdurvi bene al vostro periodo di vacanza

Ricordatevi di liberarvi da tutti gli orpelli che vi portate addosso tutto l'anno (possibilmente anche le scarpe da lavoro anti-infortunistica),
dedicate del tempo al riposo, a recuperare le notti insonni

passate tempo all'aperto, con gli amici,


allargate le vostre conoscenze, fate esperienze comuni


ma dedicate anche momenti per fermarvi da tutto, per voi stessi e per lasciare che il silenzio vi entri e che fluiscano i pensieri



provate a togliervi i vestiti, è liberatorio, ve l'assicura (In)co!,

fate almeno un bagno nudi

prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno, vivete slow
ricordate di restare ogni tanto in contatto con le persone che vi sono care
fate sempre un po' di esercizio fisico.
questa foto va vista in formato maxi size, è di fatto un wallpaper, salvatela e mettetela come sfondo del desktop da qui a settembre
fate l'amore, se potete

e buone vacanze!

E se vi va, raccontatemi di come passate questo periodo, qui nei commenti.

giovedì 5 luglio 2012

Palle al fresco

La tensione e i casini al lavoro di questi giorni aumentano il caldo già soffocante di suo.
E' un tormento rimanere 15-16 ore al giorno vestito di tutto punto con ogni parte del corpo che suda.
Ho voglia di star nudo, ho voglia di stare fresco. Ho voglia di sentire le mie palle libere dalla costrizione dell'intimo e lasciarle ciondolare all'aria aperta.
Voglia di nudismo, bagni nudi, libertà. 
Combatterebbe il caldo e questi nervi a fior di pelle.






sabato 31 marzo 2012

Spunti sulla nudità

Nel blog di Majin79 c'è un post sulle spiagge nudisti che  mi ha fatto venire una gran voglia di spogliarmi, complice anche questo sole e temperature da fine primavera pur essendo ancora al 31 marzo.
Adoro stare nudo, adoro la nudità, adoro il contatto della pelle con gli agenti esterni, la luce, il calore, la brezza, l'acqua.

Ho praticato poco il nudismo all'aria aperta, in genere in qualche spiaggione lungo il fiume Po, ma molto invece l'ho praticato nei centri benessere. Lì, oltre a godere di saune, whirpool e bagni vari, ciò che proprio desidero è quella sensazione di piena libertà che posso godere nello stare nudo con la normalità che è propria di quegli ambienti dove il "pruriginoso ormonale" lascia spazio prevalentemente al semplice e solo relax.

E pensare che la condizione della nudità crea problemi alla maggior parte delle persone.
Da qui nascono una serie di pensieri e qualche luogo comune che vorrei sfatare (per lo meno rispetto a quella che è la mia esperienza).

- Chi sta nudo non ha pudori
Credo che il pudore sia un sentimento decisamente soggettivo. Sulla base di quello, si delineano anche i nostri comportamenti. E il pudore tocca diverse sfere e così non è detto che chi è spudorato per certi aspetti non sia carico di pudori per altri. Voglio dire, ci sono persone che sanno essere spudorate nell'interazione con le altre, nelle relazioni, nell'esprimersi, nel raccontare cose della propria sfera più intima, ma che poi non si sognerebbero mai anche solo di farsi una doccia in presenza d'altri. Come di contro, e questo son io, persone che si denudano con pochi problemi ma vivono la propria interiorità di pensieri, sentimenti ed emozioni come sfera privata. L'(In)consapevole che qui conoscete, così spudorato da raccontare in un blog pubblico la propria vita con tanto di dettagli erotici, è di fatto spudorato solo in questo contesto, così filtrato dall'ambiente virtuale. Nella vita di relazione può sembrare sin troppo riservato.


- Chi sta nudo se lo può permettere
E qui nasce il discorso sulla accettazione della propria fisicità. Ciò che a noi non piace, non vogliamo neppure condividerlo. La mia pancia, le maniglie dell'amore, il fisico deforme, le spalle rachitiche, i chili di troppo, etc... li teniamo per noi. Ogni difetto va nascosto. Se ci pensate è la stessa condizione che mettiamo in atto anche con i nostri difetti caratteriali. Ciò che ci sembra brutto, quel lato spigoloso, quella caratteristica riprovevole agli occhi degli altri, quando ce la ritroviamo in noi, cerchiamo di camuffarla.
Imparare a mettersi nudi ci insegna anche ad un esercizio di libertà ed accettazione nei nostri confronti. Diventa importante capire che per star bene davvero non conta più di tanto il riconoscimento degli altri (che non sto dicendo non sia importante: noi viviamo delle relazioni, dello scambio e anche di conferme), ma soprattutto conta imparare a volerci bene così come siamo, senza dare troppe connotazioni negative alle nostre peculiarità. Frequentando gli ambienti nudisti vi accorgerete che troverete una varia umanità: ci sono gli adoni (pochi) e ci sono le persone che non avremmo mai pensato di incontrare così senza veli, perchè non corrispondenti ai canoni estetici in vigore. E' bello notare la loro naturalezza e la loro libertà dal giudizio.
Spogliarsi per accettarsi è un esercizio di benessere che vale in generale: è quando ho iniziato ad accettare a titolo personale la mia omosessualità che ho ritrovato almeno una piccola parte di serenità. Il blog è stato ad esempio un modo per mettersi a nudo.


- Chi sta nudo è un esibizionista
Che ci possa essere anche una componente esibizionistica o narcisista possiamo anche confermarlo, ma limitarsi a questo è decisamente riduttivo. La bellezza della nudità la sento completamente anche in contesti solitari. Lì non c'è nessuno che ti vede e che potrà vederti, eppure il beneficio, il relax li sento comunque.
La nudità è un'esperienza che ti permette di riappropriarti del tuo corpo e delle sensazioni che neanche pensavi di saper provare.


- Chi sta nudo è perchè ha coraggio
Vi assicuro che non ce ne vuole poi molto. L'esperienza dei più è quella del farsi forza la prima volta per poi scoprire che le proprie ansie vengono immediatamente ridimensionate. Anche a star nudi s'impara, ed è generalmente più facile di quanto ci si immagini.
Certo, conta il contesto. Un consiglio mio è quello di provare in ambienti dedicati (appunto certi centri benessere dove la nudità è obbligatoria). Non fate passi graduali, non usate mezze misure. Vi impediranno di affrontare quel livello di ansia che sembra irrisolvibile.
Come quando si fanno le docce in spogliatoi pubblici: quando state per entrare, giù gli slip di netto. Dopo la prima volta tutti i nostri pudori e vergogne verranno subito ridimensionati.

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