Cominciamo con un breve filmato:
Questo video è stato tratto dal bel film "Do comeco ao fim", che ci è stato
consigliato e tradotto da Teo nel suo blog. Ve lo propongo per due motivi: il primo perchè è un film interessante, che merita di essere visto per la particolarità del tema e per i due attori tremendamente belli. Il secondo motivo, molto più banale, è che questo estratto mi serviva a introdurre ciò che mi è stato chiesto qualche post fa, cioè di raccontare come è nata la conoscenza di A. (per chi s'è perso qualche puntata, basta andare nella colonna a destra e cliccare sull'etichetta "A.", appunto, così da visualizzare tutti i post relativi).
Avevo già accennato che io ed A. ci siamo conosciuti nel modo più banale e scontato. Un sito internet, un contatto, una cam.
Bisogna tornare a più di un anno fa.
E' importante questo dettaglio. Un anno fa non è solo l'indicazione del tempo passato ma piuttosto la spiegazione di ciò che io ero: un gay, in the closet come oggi, ma che arrivava da un'astinenza sessuale paurosa. Anni di vuoto totale nel sesso. Dopo rare e occasionale esperienze, i miei ultimi anni della terza decade erano caratterizzati da un "nulla" spaventoso. Il tempo che passava, la soglia degli "anta" che si presentava all'orizzonte, un disperato bisogno fisico e una solitudine sentimentale pesante mi stavano facendo scoppiare.
Da poco avevo fatto un
"finto outing": questo blog. Che cretinata, penserete! Ma per me era stato importante (lo è ancora). Almeno qui, nella rete, avevo deciso di lasciar respirare i miei pensieri, liberarli, gridare al mondo la mia voglia di cazzo. Almeno qui.
Avevo trovato una gay chat, una delle tante. Qualche volta mi era capitato di entrare con il classico nickname improbabile e mi divertivo ad eccitarmi attraverso le parole che scorrevano su uno schermo. Naturalmente le descrizioni erano le più svariate: alto, basso, medico, muratore, biondo, moro, peloso, glabro, superdotato, attivo, passivo, versatile etc... La chat funzionava come utile divertimento e nulla più. Mi indisponevano però quei contatti che dopo due informazioni due già chiedevano un incontro, nell'immediato.
Il mio bisogno più forte era... comunicare.
Naturale, capirete, che le aspettative in chat erano ben diverse. Quando solo dichiari, "cerco conoscenza, chiacchiere, non sesso immediato" è più facile che
il ricco con tutto il regno dei cieli passi nel culo del cammello infilato nella cruna dell'ago, piuttosto che trovare qualcuno pari requisiti.
Fino ad A.
Per caso, una sera entriamo in contatto: lui cerca "incontri" ma rimane in chat a chiacchierare. Quanti anni hai, quali esperienze, cosa ti piace fare... i classici, ma poi la fatidica domanda se ho fatto outing. No, è la mia risposta. "Neppure io", la sua.
E da lì il discorso passa alle nostre vite, alle difficoltà, alle paure. Chiacchieriamo. Prima di staccare mi chiede di rimanere in contatto via msn. Io neanche ho un account. Lo creo al momento e da li iniziamo lunghe discussioni serali, 2-3 volte a settimana.
Dopo qualche settimana A. chiede di incontrarmi. Io son titubante. Li per li accetto. Poi, il giorno dell'appuntamento, mille paure mi assalgono e rimetto tutto in discussione. Non gli do buca però. Lo avverto via e-mail. Chiedo scusa e penso che non lo risentirò più.
Ma A. continua ad essere presente in chat: si incazza per le mie paure eccessive, conosce le mie titubanze (sono anche le sue) eppure comprende. E cosa importante
non forza mai la mano.
Il desiderio però è forte. Le chat si trasformano in sedute masturbatorie con la cam.
A. non ama molto il genere, alcune sere si rifiuta, altre invece "ci sta" e ci si diverte.
Il tutto sempre senza mostrare il volto. Vedi, strana la vita: ciò che mostri nella realtà lo nascondi in cam, ciò che nella realtà nascondi, lo mostri on-line.
Continuiamo così.
E' chiaro per entrambi che il nostro rapporto sarà solo virtuale.
A. mi da il suo numero di cellulare, nell'improbabilità io cambiassi idea. Ma passano mesi prima che io componga quel numero.
Insicuro, intimorito, una domenica lo contatto. Pensa addirittura io stia scherzando.
Ci incontriamo e i patti son chiari. Se non ci si piace ci si saluta cordialmente e ognuno a casa propria. La cosa invece funziona. Funziona sì (almeno fino ad oggi)! E da lì inizia la storia che già conoscete.