Dopo le prese di posizione della Associazione degli Psicologi Americani e dell'Associazione Psichiatri Americani anche l'Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani in merito a questo tema ha stabilito: "lo psicologo non può prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona", perché andrebbe contro i principi espressi dal Codice Deontologico degli Psicologi, non essendo l'omosessualità una psicopatologia".
In soldoni:, se non sei malato che c'è da guarire? Se non sei rotto, che c'è da aggiustare?
Il tema è da sempre dibattuto. Torniamo alla fine del 1800 e a Freud, il padre della Psicanalisi. Ad una madre che gli scriveva chiedendo un aiuto per guarire il figlio gay rispondeva così:
« Chiedendomi se posso aiutare [vostro figlio], voi intendete, suppongo, se posso eliminare l'omosessualità e far prendere il suo posto alla normale eterosessualità. La risposta è, in generale, che non possiamo promettere di riuscirci. In un certo numero di casi noi riusciamo a far attecchire i germi appassiti della tendenza eterosessuale che sono presenti in ogni omosessuale, nella maggioranza dei casi non è più possibile. È una questione della qualità e dell'età dell'individuo. Il risultato del trattamento non si può predire. »Eravamo agli albori della psicanalisi. Termini come germi appassiti, valutazioni sull'intervento a seconda della qualità dell'individuo hanno lasciato il tempo che trovano. Ma sempre nella stessa lettera Freud aggiungeva:
"l'omosessualità di sicuro non è vantaggiosa ma non c'è niente di cui vergognarsi, nessun vizio, nessuna depravazione, non può essere classificata come una malattia».
Dal 1800 ad oggi di tempo ne è passato e molti volenterosi, dispiaciuti del nostro disagio, hanno provato a curarci. E così abbiamo capito che tutti vogliono un gran bene ai gay e alle lesbiche e per questo sono state tentate innumerevoli "cure" tra cui possiamo elencare:
interventi chirurgici (isterectomia, ovariectomia, clitoridectomia, castrazione, vasectomia, chirurgia del nervo pudico e lobotomia),terapie farmacologiche (somministrazione di ormoni, shock farmacologici, trattamenti con stimolanti e tranquillanti sessuali),
terapie psicoanalitiche (terapie dell'avversione, psicanalisi, ipnosi),
: si sa noi gay non ci facciamo mancare nulla!...
Ma niente da fare oh! 'Sti froci non ne vogliono sapere di cambiare.
Ma non disperate! Ora è arrivato (In)co che, illuminato, ha elaborato una teoria rivoluzionaria!
Ebbene si! Si può guarire dall'omosessualità con nientepopodimeno che l'OMEOPATIA!
Lasciate stare la Pulsatilla, il Ribes Nigrum o i fiori di Bach e fatemi spiegare.
L'intuizione è questa: il principio cardine dell'omeopatia è quello della similitudine del farmaco cioè "il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita"
Ora, per concretizzare, cari amici gay che volete guarire, agite così:
sentite l'insano desiderio di amare un uomo? Fate una bella passeggiata mano nella mano con lui e aspettate insieme un tramonto!
questi sono in cura da poco |
Morite dallo schifosissimo desiderio di succhiare un cazzo? Affondateci la bocca. Lentamente!
qui guarisce quello sotto ma pare molto malato anche quello sopra |
immagine didascalica della somministrazione omeopatica |
Attenzione però: si diceva che il principio omeopatico prescriva il "male-rimedio" rigorosamente in quantità fortemente diluita.
Quindi sappiate che se proprio proprio volete guarire sono da evitarsi orge e festini. Con quelli no, no.. proprio non ci siamo.
questo ad esempio non guarirà mai (però si diverte!) |
1) Come ogni cura omeopatica, mal che vada non funziona, ma di certo non aggrava la vostra patologia;
2) La cura non richiede dosaggi predefiniti e qualche somministrazione in più non reca disturbi;
3) Se qualcuno ci scopre durante le nostre schifose pratiche omosessuali possiamo sempre dimostrare che ci stiamo curando.
Provare per credere!
E per qualunque altro illuminato che ci vuole salvare, la risposta sia questa: