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domenica 6 novembre 2011

La vita è ovale

Sono di ritorno dal week-end con L.
Atteso da più di un mese, dopo la vacanza svedese, la prima volta per noi per stare di nuovo insieme a condividere una notte in un letto d'albergo in tutta tranquillità
Era il week-end "ovale", quello che ci ha visti in terra rugbystica. Una partita allo stadio, fuorimano rispetto ai nostri domicili, è stata l'occasione per dormire fuori e incontrare amici di mail.
Io, realmente galvanizzato per questa partita, per uno sport che mi crea sempre più passione, oltre che a dare una valutazione gay-tecnica (leggi "rifarmi gli occhi") sui giocatori, spiegavo a L. le belle metafore che il rugby esprime come gioco:
Parlavo di di una palla ovale che come la vita ha rimbalzi con traiettorie inaspettate, creando eventi imprevisti, aspettative disattese, situazioni che non filano sempre liscio... non so quanto questo mio parlar di metafore interessasse a lui realmente, anch'egli concentrato agli o(r)moni in campo.
Fino a che...
In albergo e poco prima di cena, già dopo aver fatto il primo amore che avevamo pronto in corpo, è bastata una mia banale domanda, per portare alla luce un elemento che è stato fonte di discussione, di irrigidimento, di fatiche personali da parte di entrambi.
La nostra prima discussione, il primo evento andato storto in undici mesi di frequentazione (doveva capitare prima o poi, si sa) ci ha portato a una cena con momenti di silenzio, poi il discuterne, lo sbottare, gli occhi lucidi, il ricomprenderci, il rifare l'amore, rivivere le stesse fatiche nel risveglio di stamane, un po' di rabbia, un po' di delusione, un po' di paura, comunicare ancora i dubbi, confermarsi la voglia di rimettersi in gioco e richiedere stasera, nell'ultimo saluto, il bisogno di ripensarci, metabolizzare, lasciar decantare il tutto, ragionare a mente fredda.
Le mie teorizzazioni sulla "vita ovale" si son subito concretizzate... Sfida lanciata, proprio quando tutto pareva filar liscio, e ora da raccogliere, da giocare, da lottarci, nonostante un po' di fango.
Gli assi del biliardo riescono a prevedere i rimbalzi delle bocce con precisione millimetrica: è una questione di angoli di incidenza e di riflessione, non ci sono sorprese, è come una dimostrazione matematica.

Nel rugby, come nella vita, le cose stanno diversamente: infatti, poiché il nostro pallone non è sferico, è impossibile sapere in anticipo che cosa accadrà in seguito all'impatto con un corpo solido.
In effetti, nel mondo reale poche cose seguono traiettorie prevedibili come quelle di una sfera lucida e ben
calibrata che scivola su un liscio piano vellutato: gli eventi di ogni giorno ricordano più gli effetti anomali del pallone oblungo che le perfette orbite geometriche dei pianeti nello spazio.

Chi pensa che il mondo è come un tavolo da biliardo, si scontra presto con i duri fatti. D'altronde, chi teme gli imprevisti rischia di non prendere alcuna iniziativa, per il timore che le cose non vadano come aveva programmato. Morale della favola: per combinare qualcosa nella vita, bisogna togliersi l'illusione di poterla tenere completamente sotto controllo. Poiché la traiettoria della palla è sempre imprevedibile, e l'imprevedibilità si moltiplica con l'aumentare del numero dei rimbalzi, non possiamo sapere se la sua corsa sarà a nostro vantaggio o se invece si ritorcerà contro di noi. Dobbiamo perciò accontentarci di «influenzare» l'andamento del pallone sapendo che potrà prendere traiettorie impreviste e che il grado di casualità aumenterà a ogni rimbalzo, producendo talora configurazioni astruse e modificando drasticamente il corso degli eventi. Quello su cui dobbiamo concentrarci per ridurre la casualità è ciò che possiamo controllare direttamente, cioè i gesti.

10 commenti:

  1. Bello, cosa vuoi fare ? rimanere sul banco o farti coraggio é giocare la partita. Il rimbalzo puo sempre andare bene per te , non si sa mai! almeno hai provato ad giocare é il piu importante

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  2. Beh, se non era mai successo prima... dopo tutto questo tempo mi sembra normale routine, in questi "giochi" si è in due ed il confronto è inevitabile e la soluzione è: parlare, parlare e parlare, comunicare, chiarire, capirsi e parlare, parlare e comunicare e così via, sempre. ;)

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  3. Penso che lo scontrarsi dipenda dal fatto che il vostro rapporto sta diventando sempre più profondo e coinvolgente ma proprio per questo riuscirete a superare le discussioni che in una coppia sono inevitabili.
    Come si dice l'amore croce e delizia.

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  4. la stessa cosa è capitata a me dopo tanto tempo di relazione...il primo vero litigio...ci sentivamo strani, come aver varcato una soglia che non avremmo mai voluto oltrepassare...ma ti dirò, l'amore vero unisce ancora di più e adesso siamo unitissimi e se ci capita di litigare ancora sappiamo entrambi dove parare! :-) un bacio (IN)grande!

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  5. Attenzione mio caro amico (in)consapevole, ricorda che un pallone ovale, se lanciato da giocatori veri.. è molto aerodinamico e puoi fare dei lanci di alta precisione, anche su lungo percorso. Certo devi stare attento ai rimbalzi, ma se usi quella palla lì sai che vuoi far centro in un colpo solo!
    A buon intenditor..

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  6. ... "è bastata una mia banale domanda"... speravo tanto che non succedesse anche a te :-(

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  7. suppongo che sia ancora la lontananza di mezzo... ahi ahi ahi... dai, supererete anche questa! :D

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  8. L'amore non è bello se non è litigarello. Parlando seriamente la difficoltà nelle relazioni sentimentali riflette la frivolezza e la superficialità della società odierna. Troppo spesso una coppia, sia essa etero o omosessuale, si rompe al primo litigio. Anziché cercare di passar sopra le divergenze e trovare dei compromessi tramite la discussione, magari anche accesa, al primo soffio di vento si butta via tutto. Spero per te che voi possiate essere un'eccezione e un esempio, superando anche questo momento difficile, tornando ad essere uniti come prima e più di prima.

    LDJ-88

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  9. Mi piace questa assonanza con la palla ovale, e senza neanche pensarci troppo ti dico che hai perfettamente ragione, alla fine la vita prende sempre strade impensabili, però forse questo è anche il bello della cosa, se tutto fosse sempre prevedibile matematicamente allora sarebbe inutile giocare :p

    PS le discussioni non sono sempre un malle, sono anche un modo per chiarire le cose e trovare il modo di intaprendere una via che sia più comoda per entranbi...

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  10. @ novicious - io continuo a rimanere in campo!

    @ Alberto - parlare, chiarirsi, raccontarsi, comunicare... La palla rimbalza dove vuole, ma almeno questa partita ce la giochiamo!

    @ loran - eh si, croce e delizia. Non è facile chiarirsi ma, ad esempio, in tutto il frastuono dei sentimenti che proviamo ora, l'indifferenza ci è del tutto sconosciuta.

    @ Chico - è vero, anch'io mi son sentito strano...

    @ Dario - hai ragione ma noi siamo ancora giocatori inesperti. Ma volenterosi ad imparare a far meta.

    @ Capricornus - e invece è successo. Non so a cosa ti riferisci tu ma noi due oggi, siamo già nella fase della ricomprensione. E abbiamo una voglia di azzerare le distanze per riabbracciarci in santa... "pace".

    @ Lavega - beh, non proprio la distanza, ma matematicamente parlando, questa componente è uno dei fattori del prodotto.

    @ LDJ-88 - per ora non si è rotti al primo litigio. Speriamo :)

    @ Majin79 - sai una cosa? Questa discussione ci ha messo di fronte con fatti e reazioni inaspettate da parte di entrambi. Ne avevamo spesso ragionato, poi la realtà supera la fantasia... La vita è ovale, appunto. :)

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