Vi propongo un cortometraggio, il titolo è "306".
Mi è stato segnalato attraverso la mia casella e-mail con la richiesta, qualora l'avessi voluto, di pubblicarlo nel blog.
Una storia di 11 minuti, la giornata di un giovane, un bel giovane.
Non mi soffermo molto a commentare per non svelare il contenuto.
Ma su una cosa rifletto: ci sono sempre "armadi" nelle vite di tanti.
"306" Short Gay Film from Elliot London on Vimeo.
CIao (In9 anche a me è arrivata l'email e anch'io ho risposto che avrei fatto un post dopo le vacanze.. mi hai anticipato...
RispondiEliminacmq il corto mìè piaciuto molto e il finale spiaza e non poco...
(1) Finale spiazzante? No... ha una doppia vita non solo chi paga... ma anche chi è pagato.
RispondiElimina(2) Ci sono "armadi" anche nelle vite degli altri. Vero. Il guaio è che in certi "armadi" ci sono anche soldi. Molti soldi.
(3) Mi sono sempre tenuto alla larga da certi ambienti e da certe situazioni. Questo cortometraggio mi da ragione.
(4) Le metropoli americane sono orribili, sono contento di essere europeo.
(5) Buona parte della colonna sonora è di Claude Debussy. Strano che il suo nome non compaia nei titoli di coda.
Si gli armadi sono molti e di svariate forme.
RispondiEliminaazzarola se è bello.. riprende in pieno l'ipocrisia di oggi
RispondiEliminail corto mi è piaciuto.il finale un po meno:/forse non sono solo i soldi che fanno agire in questo modo,inclinazioni a parte,ci deve essere anche un piacere nel modo...
RispondiEliminami è venuto in mente che una volta ho accettato soldi pure io per una prestazione....ero giovane e diverso il "contesto":) ecco sono uscito da un'armadietto:)
lost
Prima che arrivasse il finale ho pensato al bisogno d'amore che ti spinge ad essere puttana. Invece l'amore era là ad aspettare dentro quel letto e, soprattutto, ignaro di tutto. Mi rendo conto che ci si lascia sopraffare dall'istinto e che quello che conta davvero perde valore se si vuole soddisfare un'esigenza di natura effimera. Mah! All'anima dell'armadio! Per deformazione professionale mi viene in mente una vestiaire di 10.000 mq contente un intero ossario... altro che scheletro nell'armadio! Così non riuscirei a campare... (In)consapevole, per la serie le vie di mezzo non esistono nemmeno nel caso trattato dal corto! Un abbraccio, F :)
RispondiEliminaCarino..... un po' troppo precipitoso e poco "celante" per essere un corto.... poi a parte la componente gay, il tema non è originale (lo faccio per soldi ma poi ogni volta che lo faccio un po' mi dispiace e poco a poco muoio dentro.... tema già trattato più volte anche se sempre con protagonista femminile).
RispondiEliminaCerto un perfetto "la" per iniziare una o più discussioni, di argomenti al fuoco qui ce ne sono.
sono in accordo con Albero... aggiungo che è anche girato male e banale, misuca banale, la solita doccia introspettiva...banale pure questa!.ecc
RispondiEliminaLa scena del tizio (mr.sveltina) che lo scopa per qualche secondo e poi gli getta i soldi in faccia è didascalica all'inverosimile...
Già visto in qualche sito ... Carino il ragazzo, suscita simpatia e spontaneamente ci si schiera dalla sua parte dopo quell'incontro "violento" ... Si è indotti a pensare che sia alla ricerca di una storia d'amore ... Profonda delusiane per il finale, sotto tutti i punti di vista!
RispondiElimina@ FrAnCeScO - eh, anch'io son rimasto spiazzato, non pensavo andasse a parare lì.
RispondiElimina@ Capricornus - io son contento di essere europeo e sono un amante della nostra terra. Ma le metropoli americane, compresa la Chicago del filmato, esercitano in me un grande fascino soprattutto dopo averne visitate alcune. Vorrei tornarci. Ma le criticità che elenchi su tutti quei punti mi fan pensare che il filmato ti abbia irritato o scosso...
@ loran - già. Una cosa che mi fa pensare nel film è che il protagonista non sorride mai. Allora penso che il mio armadio sia decisamente meno greve
@ Rafa - si, "l'ipocrisia", ma io direi anche la "complessità". Spesso l'ipocrisia non è solo scelta di comodo ma racconta di compromessi e schizofrenie che ci abitano. Non è facile...
@ lost - "ci deve essere anche un piacere in quel modo"... credo tu abbia in parte ragione. Io mi interrogo però sui vissuti delle persone che portano a fare certe scelte. Quanto bisogno, quanta solitudine, quanta ingenuità, quanto comodo, quante esperienze che segnano ci stanno dietro?
@ fragoroso.82 - un'esigenza effimera? A me fa specie come il ragazzo accetti con "abitudine" (non leggerezza, è diverso) la richiesta telefonica dell'amico. Come dicevo qui sopra, mi viene da chiedermi quale vissuto ci porti a vivere in mezzo a certe contraddizioni...
@ Alberto - si, beh, tema non originale ma che ha colto nel segno visti gli interventi suscitati. Interessante quel tuo definire "morire dentro". Cosa spinge le persone a continuare a morire dentro? Solo il bisogno? La necessità? Come si sopravvive? Come ci si "salva"? La coerenza è solo un valore morale o ci protegge dalle ferite delle nostre contraddizioni?...
@ Nato Stanco - concordo con te se devo guardare alla forma. Ma la sostanza (leggi "ciò che mi ha comunicato, smosso") la ritengo interessante. La "doccia introspettiva" io la salvo.
@ Parigino - anche a me il ragazzo suscita vicinanza. Nel film non ho mai pensato che cerchi l'amore e il finale che dovrebbe rassicurarci sulla presenza di un amore suscita ancor più tristezza. Come dire, la propria serenità ce la si deve trovare dentro di se e neanche avere un amore vicino può bastare.
Irritato? Scosso? No... disincantato, piuttosto :-)
RispondiElimina@ Capricornus - il disincanto è una brutta malattia che peggiora con l'età. Io son più vecchio di te, pensa quindi come son messo... :)
RispondiEliminaHello Everyone, this is Elliot London. I hope that my english can translate. First, thank you for watching the film. A lot of people have very mixed emotions about the film. It is very dark and portrays real life. There are many people like Eric, that are sitting next to you on the train or could be someone you even know. What is important to me is that it makes you talk. But please do not be blind of European cities. The same lives happen in London, Paris. Milan just as they do in Chicago, Los Angeles... Humans are Humans... Thank you so much... Elliot London
RispondiElimina@ Elliot London - first of all thanks for your work!
RispondiEliminaI want to explain that nobody here made a comparison between what happens in American or European cities. We all know, and agree, that humans are humans, everywhere. Capricornus' comment is about the aesthetic of American cities, i.e. buildings, not about the way of life.
Your purpose has been reached: we talked. Many thanks!