Affascinato.
E' ciò che descrive il mio stato d'animo alla visione del film "Le Idi di Marzo".
Un film che ha un cast importante, da George Clooney (anche regista) a Paul Giamatti, a Philip Seymour Hoffman, tutti bravi e credibili ma che si regge quasi esclusivamente sulla capacità interpretativa di Ryan Gosling ormai affermatosi come il nuovo "grande attore", quello a cui puoi far fare tutte le parti ed è sempre credibile come negli anni d'oro lo fu Dustin Hoffman.
Ryan è bello in questo film (tanto bello ora quanto brutto s'era trasformato durante il film "Lars e una ragazza tutta sua", un paffuto sociopatico con improbabili baffetti di cui avevo già parlato qui) ed è bello nel suo viso pulito, sempre in ordine e con camicia e cravatta perfettamente stirate. Un giovane esperto di comunicazione, arruolato nella campagna per le primarie del partito democratico americano, motivato e desideroso nella vittoria del suo candidato (Morris, impersonato da Clooney), colui che, almeno idealmente, porterà etica e giustizia nella complessa america che tutti conosciamo.
Ryan, dicevo, è bello nel suo essere giovane e pulito, è bello nella sua sicurezza, è bello nella sua capacità professionale, qualità che lo rendono affascinante agli occhi di tutti gli stagisti che lavorano con lui, agli occhi della stampa, agli occhi dei suoi avversari e infine a quelli dello spettatore in sala. Ryan ti cattura dall'inizio del film quando in una sala buia fa la prova microfoni per una tribuna politica.
Ma ciò che mi ha, appunto, affascinato nel film non sono le vicende politiche, che ritengo non essere il tema principale della trama, ma la lettura che viene fatta dell'animo umano.
Che pur partendo da alti ideali, pur motivato, pur desideroso di giustizia, messo alla prova dei fatti quando mettersi in gioco significa perdere la propria immagine, la propria etichetta, e con essa tutto il proprio mondo di credibilità e carriera, esita e si misura con eventuali compromessi per "sopravvivere".
Compromessi: può valere tutto e il contrario di tutto in quei momenti e quello che mi piace nella riflessione fatta nel film, traduzione di una piece teatrale, è il racconto della complessità delle persone.
Qui si parla di personaggi animati in partenza dagli ideali più nobili, persone che portano dentro di se una bellezza di valori, eppure la tentazione e la sopraffazione sono sempre li a corromperle, a contaminarle.
Una riflessione che mi fa guardare dentro, perchè è facile scandalizzarci delle "infedeltà" degli altri mentre siamo un po' più capaci di clemenza e giustificazioni nei nostri confronti.
Eppure anch'io (ma mi chiedo, chi di noi?), pur senza grossi tradimenti al mio sistema di valori, mi misuro oggi con un me meno idealista di quando ero più giovane, abitato anche da una punta di cinismo e meno "rigido" su ciò che credevo avrebbe sempre fatto parte del mio pensiero.
Da ventenne fermamente convinto delle proprie idee a quarantenne un po' più frastornato. Da giovane con tante sicurezze ad adulto che si da un epiteto indicante la perdita di tante certezze. Anche da qui il mio nick: (In)consapevole
Anche questo però è crescere. Questo non fermarsi mai, questo sentirsi fragili e limitati, questo doversi sempre rimettere in gioco e in discussione.
Lo schifo della politica raccontato nel film è una riflessione più alta sulle nostre debolezze, le nostre paure, le nostre piccole o grandi "prostituzioni".
Questa tua riflessione sulle "infedeltà", verso gli altri e verso noi stessi, è il tema ricorrente che si ripresenta ogni giorno e con cui bisogna scontrarsi senza venirne, il più delle volte, a capo. Purtroppo la coerenza è una virtù molto rara nell'essere umano, forse solo i santi ed altri virtuosi ne hanno fatto buon uso nel corso della loro vita. Anche io che sto andando verso i 30 anni sto diventando meno intransigente e quelli che per me erano valori intoccabili ora assumono sembianze diverse a seconda delle situazioni. Ho scoperto la mutazione del compromesso: questa forma di dialogo apre nuovi orizzonti per tutti. Compromesso non vuol dire per me venir meno ai propri ideali, ma talvolta ostinarsi non porta a nulla. Grande (In)consapevole, anche quando non si parla di cazzi, trovo che tu colga sempre nel segno. Andremo a vedere questo bel film. :) F
RispondiEliminasono un fan Ryan. mi eccitava da morire già in quel film anni fa in cui faceva il pazzo assassino stupratore! per ricordare il titolo dovrei collegare le sinapsi. fatto praticamente impossibile!
RispondiEliminaNon so ancora se vederlo o no questo film!
RispondiElimina@ fragoroso.82 - la "coerenza" e la "clemenza" sono terribilmente complicate.
RispondiElimina@ Oscar - uhm... credo di non conoscere quel film. Mi hai incuriosito.
@ Still - da parte mia non posso fare altro che consigliartelo. A me è piaciuto parecchio. :)