Google Website Translator Gadget

domenica 8 gennaio 2012

Gerby

-Ti ricordi di quel ragazzino che alla scuola fu scoperto dal bidello a travestirsi da donna?
- Si mamma, mi ricordo.
- E ricordi cosa gli accadde? Si suicidò qualche giorno dopo. Sai come lo chiamavano?
- Gerby?
- Si, Gerby. Da "gerbera", il fiore. Bene Edgar, io preferirei avere un figlio morto che un figlio "gerbera".
E' questo un mini-dialogo dal film J.Edgar, l'ultimo lavoro di Client Easwood dove un bravo Leonardo Di Caprio interpreta il ruolo di J.Edgar Hoover, funzionario dell FBI per quasi 50 anni.
Personaggio strano e controverso, dalla personalità fortemente disturbata, almeno per quanto ci viene raccontato nel film. Un narcisista, ossessionato e ossessionante sul rigore morale, dispotico e intollerante. Il film insiste anche molto sulla sua "presunta" omosessualità, e a me ha fatto riflettere parecchio su quanto la sua non accettazione abbia forse amplificato i tratti disturbati del suo comportamento.
Cresciuto con una madre-padrona che, come avrete capito dalle battute in apertura del post, intuisce ma tarpa le pulsioni sessuali del figlio, Hoover esercita una rigidità esagerata su di se che si trasforma in un atteggiamento rigido pure nelle sue relazioni e nel suo lavoro, unico vero motivo della sua vita.
Anche la storia dell'amore, mai pienamente vissuta, con il suo collaboratore prediletto è sempre castrata e castrante.

Il film, pur non bellissimo rispetto ai livelli ai quali ci ha abituati Eastwood, non è però una riflessione sull'omosessualità, ma più semplicemente una biografia politica che vi consiglio comunque di vedere.
Ma fa pensare molto quanto l'esercizio di castrazione personale abbruttisca le persone che, se in ruoli di potere, possono fare anche danni alla società.
Mi fa pensare ai tanti omofobi che oggi si ergono a moralisti e che forse, anzi sicuramente, portano dentro  una lacerazione così importante della loro personalità.
Parole e pensieri da un "gay in the closet", queste, forse l'ultimo che può permettersi di parlarne. 
Ma la riflessione mi è venuta spontanea e l'ho voluta condividere qui.

7 commenti:

  1. Castrazione = Frustrazione, Negazione di sé = Rabbia. Quella rabbia che si scaraventa tutte le volte su obiettivi che non hanno nulla a che fare con la propria condizione. Eppure spesso accade che la propria insoddisfazione trovi sfogo in ambiti non concernenti l'oggetto del proprio disagio. Ma è un comportamento da stronzi questo! Sposto la questione ad un livello più vicino al nostro, a noi che non decidiamo le sorti della collettività. Ci capita di negare la nostra esistenza in funzione dell'opinione di un caro, di un amico a cui teniamo... è lacerante questo modo di vivere. In molti lo condividiamo, e più passa il tempo e più mi convinco che non sia necessaria l'approvazione di nessuno in merito alla propria individualità. Prendersela poi con chi? Con Dio? Con la genetica? Con la mamma che da piccolo mi acconciava come una bimba e che nel momento in cui mi ha concepito desiderava una femmina? No. Direi che la strada dell'accettazione, anche se dura e impervia da percorrere, sia il modo migliore di affrontare la vita.
    Chiunque ricopra un ruolo importante, chiunque con le sue decisioni incida sulle vite altrui deve assolutamente anteporre, senza esitazioni, la propria condizione di essere umano neutrale a quella che è, secondo me, una banale caratteristica, come avere gli capelli biondi o gli occhi blu, la quale non ha alcuna valenza! Non si misura il valore di un uomo se lo prende in culo o meno, e se lo prendiamo in culo dentro il nostro armadio e nella vita siamo gajardi e tosti, ogni commento pregiudiziale perde di senso, anzi, non ha alcun senso. (In)co, ti prego, parame se no continuo ad oltranza nel ribadire il concetto che hai ben delineato nel post dell'ESEMPIO.
    Non puoi capire che razza di stimoli mi dà il tuo blog! Ti ringrazio pubblicamente (In)co!
    F :)

    RispondiElimina
  2. Leggo e rileggo il post e il precedente commento, leggo ancora... come mi ritrovo in queste frasi!!! Posso solo dire, se mi viene consentito, che la castrazione psicologica deve essere collegata, per generare "disturbi della società", ad una debolezza mentale congenita; io almeno spero che sia così, altrimenti mi preoccupo, e non poco!
    Riprendo dal commento precedente: "Chiunque ricopra un ruolo importante, chiunque con le sue decisioni incida sulle vite altrui deve assolutamente anteporre, senza esitazioni, la propria condizione di essere umano neutrale a quella che è...": questa è una fede, un modello di vita necessario, anche se non si occupano "posizioni strategiche". Voglio che sia la mia strada, me lo impongo...
    Scusate le divagazioni. T.

    RispondiElimina
  3. intanto complimenti per il blog (ti lurko da molto, arrivai qui attraverso Teo & quella pazza di Oscar, la mia sorellonza virtuale).

    E' la prima volta che ti scrivo, per dirti che NON è vero che, in quanto pubblicamente "velato", sei l'ultimo che possa parlare di repressi & co, per due semplici motivi:
    1. a quanto mi pare di capire, tutto ti si può dire tranne che tu sia represso
    2. avendo visto il film, condivido la tua riflessione.
    E il fatto che io sia stradichiarato dal secolo scorso non c'entra nulla, hai scritto delle cose di buon senso.
    Una virtù forse fuori moda, ma di certo non inutile!

    RispondiElimina
  4. La tua riflessione è giusta, molti omosessuali che hanno da giovani subito con molto dolore la loro condizione hanno poi sviluppato un odio verso se stessi e verso gli altri omosessuali.

    RispondiElimina
  5. Farò un commento un po' scemo, vorrei vedere il film ma c'è un problema: dura troppo.
    Eastwood pur bravissimo dovrebbe imparare qualcosa sulla sintesi!

    RispondiElimina
  6. Saludos:
    El encuentro con lo femenino es tan natural como saber cómo uelen los vestidos, o cómo te ves en el espejo.
    La película y el "argumento" espero que aborden la profunda huella que dejó Hoover y que en Dicaprio puede tener matices muy, muy, muy interesantes. ¡Gracias por todo!

    RispondiElimina
  7. @ fragoroso.82 - e tu non puoi capire che razza di stimoli mi danno i vostri interventi. Grazie a te! :)

    @ timan60 - la tua strada... che sia di tanti. Buon cammino!

    @ fabio - beh... grazie. Ho sempre il timore di dire, fare, pensare cose insensate. Mi fa piacere ti ritrovi nel mio commento e mi fa stra-piacere che almeno un po' passi il messaggio che, pur da "velato", sto tentando le mie strade per essere sereno. Grazie e benvenuto. :)
    P.S. - ma che bravi lettori mi portano Oscar e Teo!!! ;)

    @ loran - che Calderoli sia quindi un gay represso? Ops... m'è scappata

    @ Still - beh, dura 2 ore e 10, poco più del solito. Però mi hai fatto ricordare un mio amico che non viene al cinema, perchè oltre l'ora e mezza dice di non riuscire a trattenere la pipì :D

    @ Morris W - l'incontro con il nostro lato femminile è sì naturale ma anche problematico se troviamo attorno a noi un contesto "castrante".

    RispondiElimina

Se vuoi dir la tua, commenta qui:

Related Posts with Thumbnails