In questi 40 anni le mie esperienze gay le ho potute contare sulle dita di due mani. Sempre e solo esperienze occasionali, saltuarie.
Non mi potevo aspettare altro non essendomi mai esposto.
Qualcuna di questa l'ho vissuta come un gioco.
Altre le ho vissute con i sensi di colpa.
Un paio, squallide, così che, almeno per queste, mi dico che è stato meglio non essermi buttato via ad ogni impeto seguendo solo l'ormone.
Poi, questi anni adulti, vuoto totale, impegnato in una negazione di me stesso ed evitando anche le occasioni.
Sino a P., la cui vicenda i fedeli lettori del blog conoscono, risoltasi con un quarto d'ora di paradiso e un bel po' di spine a pungere il culo per qualche settimana seguente. Ed ora A.
Con A. c'è sintonia e patti chiari.
In the closet entrambi, massimo rispetto, massima libertà, incontri una volta ogni tanto.
Non so perchè ma sono stupito da come, sessualmente parlando, ci sia una grande sintonia. Il primo incontro non è stato niente male, anche se agitato e frettoloso; dal secondo in poi, ci siamo sentiti entrambi... come dire... navigati. Ci si vede circa una volta alla settimana e qui nasce il cruccio.
E' la prima volta che vivo incontri continui e pianificati con un uomo, la prima volta che ci si da appuntamento, che ci si attende. E il fatto che son due mesi che la cosa continua, tranne qualche tentennamento, mi rende felice.
Non siamo innamorati. Sono brutale?
A. è un partner che sessualmente parlando mi fa stare bene, decisamente bene. Dopo ogni incontro i pensieri su di lui si alimentano di nuove fantasie ma no...non occupa i battiti del mio cuore. Forse perchè la parola relazione mi fa solo paura e implica un coinvolgimento che da questo armadio prima o poi ti sbatte fuori.
Idem io per lui. Anzi, è stato chiarissimo, nessun coinvolgimento emotivo, nessuna forzatura. Tra l'altro, e la cosa è chiara sin dall'inizio, ogni tanto si vede con un'altro ed io... son arrivato dopo...
Io passo da momenti dove la cosa la vivo con sufficienza, neanche ci penso, ad altri con qualche punta di fastidio. Non è gelosia, ma fastidio per il tempo tra di noi che è sempre così poco e mi infastidisce il dividerlo.
Si perchè, e qui viene il punto, c'è un problema logistico. Io e A viviamo a una novantina di km l'un dall'altro e così, ci incontriamo a metà strada, di sera, dopo cena, ma questa cosa riusciamo a farla si e no una volta alla settimana.
Ma quant'è faticosa l'attesa, e quant'è faticoso gestire le urgenze ormonali che ora hanno ben altri desideri e diciamo... diventano sempre più esigenti (della serie: "l'appetito vien mangiando").
Ho, (abbiamo) anche la consapevolezza che la cosa non possa durare poi molto, ma finchè dura godiamocela.
E' un'idea che nasce dal non essere "coppia", da quel comune sentire che nel mondo gay le relazioni durature non sono così frequenti e nessuno dei due crede d'esser così fortunato.
Ma intanto ci si ritrova. Nelle nostre scomode ma benedette auto, avvolti nel buio della sera, sappiamo star bene. Sollievo alla carne ma anche tanti baci e attenzioni.
E alla fine non è un fuggi fuggi ma sempre e comunque l'occasione per parlare, fare 4 e più chiacchiere, andare in un locale a berci qualcosa... senza fretta, senza quella voglia di fuga del dopo coito.
Non innamorati ma complici.
Potessimo solo incontrarci di più...
Ma per ora... chi s'accontenta gode.