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mercoledì 20 giugno 2012

L'orso


C'erano momenti in cui credeva sarebbe impazzito. Tutto era pesante, anche il solo alzarsi dal letto. La testa scoppiava, aveva bisogno di fermare quel turbine di pensieri.
Il lavoro, solo quello, lo aiutava a calmare quell'ebollizione cerebrale. A capofitto,nel retrobottega, mattina, pomeriggio, sera, domeniche comprese. Quello era il suo spazio.
Non che quel lavoro lo premiasse più di tanto. Tempi duri, con questa recessione. Anche l'umiliazione, talvolta, di spendersi in tempo e denaro per non guadagnare un soldo, ora vigeva e vinceva il Made in China, e vallo a spiegare ai clienti che la differenza era sostanziale. Neanche più gli interessava quanto avrebbe guadagnato.
Bruno voleva solo sopravvivere, in pace, con quel suo lavoro che gli permettesse di portarsi a casa la pagnotta o poco più, tanto lui, mica aveva grosse esigenze. Serate non ne viveva, uscire non usciva, ferie... quasi mai e comunque sempre legate al lavoro. Si, perchè comunque fosse, se anche avesse voluto, se anche avesse avuto soldi da godere, con chi li avrebbe goduti?

Solo. Bruno era solo. Quasi cinquant'anni e single. Che poi neanche la gente gli diceva "single incallito": questo termine veniva dato a quelli che svolazzano da una partner all'altra senza mai trovare posa. Lui era single e basta.
"Sono solo, non single" pensava lui. E orso. Ecco, se c'era un termine che metteva tutti d'accordo era proprio questa comparazione con l'animale. Bruno, un orso. Pareva quasi una battuta: ecco a voi "l'orso Bruno"! Orso non perchè fosse aggressivo, quello no, proprio non lo era, ma perchè se lo incontravi era lì con un'aria corrucciata e stava alla larga dalla gente. Solamente nella sua bottega diventava un po' più sorridente e con un eloquio più sciolto: era il ruolo che glielo imponenva, l'attenzione al cliente. Ma fuori da lì, nulla.

Dagli amici si era allontanato con gli anni. Era complicato essere presente e condividere la propria vita quando c'era quell'ombra da nascondere. Stato civile: celibe, recitava imperterrita la sua carta d'identità, e così la gente ogni tanto chiedeva perchè, come mai. Il perchè lui lo sapeva e non voleva spiegarlo. Era infatti un perchè che avrebbe richiesto non una spiegazione, ma una confessione. Così, era stato più facile ritirarsi in disparte: nessuna domanda, nessun bisogno di spiegare, ne di mentire. 
Non era stata indolore questa scelta. Ma col tempo a tutto ci si abitua anche se appunto, ogni tanto c'erano quei momenti da impazzire.

Un giorno come tanti aveva trovato un blog nelle sue serate solitarie, e un blogger che come lui raccontava di stare in un armadio. Gli aveva scritto, poco alla volta si era raccontato, gli sembrava di respirare, era come avere la possibilità di avere una vita nuova. Da orso si sentiva più orsacchiotto, ogni tanto tornava a sorridere, spesso tornava a stare male. Ma c'era stato un nuovo inizio, qualcosa come una novità. Quel blogger un giorno avrebbe raccontato anche di lui.


36 commenti:

  1. E' questo che mi piace di certi blog, blog come il tuo e altri che seguo: ci si racconta e si racconta con naturalezza e affetto, di sè e degli altri, di ciò a cui si tiene di più.
    Ma tu non sai come mi piacerebbe avere ben presente i volti e i nomi di chi si racconta, delle persone di cui si racconta, perchè bisognerebbe riuscire a gridare, pur sempre attraverso la rete, "questo sono io e voglio apparire, diverso da tutti e unico".
    E non sai come mi piacerebbe che tutti noi che leggiamo e viviamo la nostra vita con onestà (e siamo tanti) potessimo veramente dimostrarvi con il nostro appoggio e affetto che non c'è bisogno di nascondersi, mai.
    Hai scritto delle cose bellissime e tristissime, grazie. Baci Luci

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    1. Luci, le occasioni per dimostrare appoggio e affetto le abbiamo tutti quotidianamente. Vivile (so già che lo fai) e chi ti sta attorno, nell'armadio o fuori, le saprà riconoscere

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  2. Ahimè quell'orsacchiotto è molto diffuso in Italia!
    Bel post, esso descrive bene lo stato d'animo di una persona e anche un contesto economico non facile che deprime molti individui...
    Spero soltanto che in futuro ci siano sempre meno orsi, come Bruno, e anche meno persone curiose e cattive.
    Un bacio ^_^

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    1. Speriamo... questa è l'unica estinzione degli orsi che vogliamo :)

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  3. bello e naturale.
    come il modo in cui metti insieme situazioni intimiste e hardcore.

    anomalo

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    1. grazie anomalo. Non è ispirazione la mia ma l'interpretare la raccolta di confidenze ricevute.

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  4. Sembra un mio ritratto a parte il lavoro che non ho e l'arte che allevia la solitudine e la paura del tempo che passa.
    Complimenti è molto bello anche nella sua tristezza.

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    1. No, dai, il tuo ritratto no. Non hai nulla da confessare, tu dall'armadio ti sei già liberato :)

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    2. Si da quel lato si diciamo che sono già libero da altri un po' meno, e devo dirti che il venire fuori dall'armadio è stata la cosa più semplice.

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  5. bellerrima descrizione.
    complimentissimi, caro In!

    PS: mai pensato di scrivere un libro? Ne avresti tutte le capacità!

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    1. Alle elementari quando mi chiedevano "cosa farai da grande" rispondevo "lo scrittore".
      Poi imparai che non bisogna solo saper scrivere ma anche aver qualcosa da dire e qui... a parte rari momenti ispirativi, casca l'asino. :)

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  6. sììì, tiriamo fuori tutti gli orsacchiotti d'italia, nella speranza che si evolvano ancora :D

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  7. E' proprio bello questo post! Peccato che non abbia tempo per interagire ... Magari più in là. Sei forte (In)!

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  8. Quello che dice Freedog l'ho pensato anch'io un po' di tempo fa: dovresti scrivere un libro. Conosci bene l'italiano e hai la rara capacità di toccare il cuore della gente. Come ha detto Anonimo sei capace di mettere insieme cose intimiste e hardcore. Continua così.
    P.S.: un pochino orso lo sono anch'io, perchè sono piuttosto schivo con chi non conosco bene. Anche la situazione economica non è il massimo poichè sono disoccupato e dover fare a volte diversi chilometri il fine settimana per un po' di sesso clandestino pesa sul bilancio. Pero' sono giovane e cerco di avere speranza nel futuro.
    Forza (In), non sei solo, c'è tanta gente che ha i suoi problemi con l'omosessualità, vedrai che un domani ce la faremo tutti! Bisogna solo avere speranza e voglia di farcela.
    Un bacio e abbraccio.

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    1. Coraggio Dionisio! La giovinezza e la speranza sono dalla tua parte. Verrano tempi migliori, te lo auguro di cuore

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    2. Grazie per l'appello ad aver coraggio e coraggio anche a te, contro i km da macinare per un po' d'amore clandestino :)
      Come ci si capisce!

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  9. E' bello pensare che a volte un mezzo come un blog, possa aiutare a sentirsi meno soli ;)

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    1. Per quel che può contare è bello si. Mi son sentito meno solo io proprio facendo il blogger. Un blog può essere terapeutico.

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  10. Concordo con tutti: la solitudine con l'avanzare dell'età è un male terribile. Meno male che ci sono certi blog ;)

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    1. Che poi solitudine ed età tendono ad essere direttamente proporzionali...

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  11. E' sempre stata ed è la mia paura più grande.. non la solitudine che in fondo mi piace molto, ma il dover perdere degli amici per non poter essere sinceri con loro, è questa la cosa più atroce. Non puoi immaginare che significa avere tutti e dico tutti i miei amici e amiche fidanzate (oppure con storie alle spalle) e io che inspiegabilmente non ho ancora dato il primo bacio.. la figura che faccio è quella del derelitto che non è in grado di sedurre alcunché, e mi fa una rabbia immensa.. a volte penso che sia meglio essere odiato in quanto frocio, che non preso a compassione perché del tutto incapace di rimorchiare. Per questo prima o poi dovrò dirglielo, a costo che mi sputtanino ma almeno ai mie 3-4 amici più stretti dovrò dirglielo. Ho 20 anni e mezzo, nel giro di 6-7 anni devo farlo.

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    1. Se ti sputtanano non sono amici e una volta persi ti accorgi che poi non erano così fondamentali, al cinema si può andare anche da soli ed è bello! Gli amici restano, sempre e comunque, ma bisogna sapere in anticipo che l'amicizia è rara e non si sposa con i grandi numeri.
      Coraggio, penso che i mostri non eistano.
      ;)

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    2. Grant non fare così...
      Ma hai solo vent'anni! Dal commento sembrava che tu ne avessi cinquanta...
      Io ne ho ventidue, anche io credo di aver perso alcune occasioni...
      Ma c'è ancora del tempo, per entrambi!
      Un bacio e concordo Alberto ^_^

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    3. Non posso immaginare? Si che lo immagino... eccome. Anzi, mica lo immagino, lo vivo! Ma come ti dicono Alberto e Amleto hai 20anni. A vent'anni nulla è perduto. Mi permetto di consigliarti: fai le scelte che ritieni più opportune ma tieni presente che forse, più si aspetta più diventa difficile. Ti incoraggio (anche se potresti dire a ragione "da che pulpito?")

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    4. è la prima volta che commento, ma volevo rispondere a grant, io ho 21 anni, e anche io temevo la reazione dei miei amici (il primo a cui l'ho detto è stato un carissimo amico un paio d'anni fa e ho avuto quasi una crisi di pianto) però in realtà tutti i miei amici che lo hanno saputo (anche quelli da cui mi sarei aspettato tutt'altra reazione!) hanno reagito bene, probabilmente sono stato solo fortunato...però se una persona ci tiene davvero, ti accetta per come sei, e se non ti accetta, forse non è degno di esserti amico.... non nascondo sia stata una cosa difficile....anche perchè uscire dall'armadio (in realtà non mi espongo troppo...diciamo che sto in una vetrinetta con le tendine) così presto è anche abbastanza rischioso (un tetto sulla testa fa sempre comodo) ma credo ne valga la pena, vivere una doppia vita di sofferenze era davvero difficile, almeno ora le sofferenze sono in una sola.... spero il mio esempio possa darti un po' di speranza =)

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    5. Grazie anonimo per averci portato la tua esperienza :)

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    6. Sì, qui si tocca un altro argomento.. io sono un ragazzo particolare, vorrei potermi dichiarare solo alla mia cerchia stretta e non al mondo intero non tanto per la paura dell'insulto, ma per il fatto che da quel momento in poi cesserei di essere la persona che sono, con i miei pregi e i miei tanti difetti, per diventare il gay. Immaginate cosa accadrebbe nello spogliatoio della palestra, evitato da tutti, isolato nelle docce, questo vorrebbe dire.
      Col coming out, a volte, non si diventa sé stessi, ma si cessa di essere sé stessi.
      Tutta una vita agli occhi delle persone viene accantonata in nome di questo nuovo titolo di cui fregiarsi così orgogliosamente. Io vorrei dirlo solo ai miei stretti amici per mantenere un legame di sincerità, ma so che loro sono - come si dice qui - vocc' apèrt, e che prima o poi (anche in buona fede) se lo lascerebbero scappare, ammesso che questo aspetto della mia vita "gli stia bene".

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    7. E su questo altro argomento che hai toccato, carissimo Grant, mi hai dato lo spunto per un altro post.

      Che bello scambio è nato da questo post. Diciamo grazie all'Orso Bruno!

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  12. Bello, mi riconosco nel tuo racconto. E sapere di non essere il solo mi fa sentire un po' più leggero.
    Mi sembra fondamentale il punto in cui si arriva quando una spiegazione necessariamente richiederebbe una confessione. Che forse non si può fare.
    E' così che, per me, il giorno di Natale con tutti i parenti, piano piano, anno dopo anno è diventato un giorno di sofferenza. Le domande impertinenti, le battute. E poi le lacrime da piangere di nascosto tornati a casa. Quella casa in cui, ancora, la nonna spera ci sia una fidanzata di cui non parlo solo per timidezza.
    Un bacio a voi
    Rufree

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    1. Benvenuto Rufree.
      Che bello il tuo intervento. Grazie per averci resi partecipi. Ho davanti ai miei occhi (anche qui, vissute!) le scene che racconti: i pranzi di Natale, le nonne illuse...

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  13. Una domanda mi assilla: perché parli al passato?
    Spero che Bruno ci sia ancora e che possa leggere che non è solo! Se lo vuole.

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    1. Al passato solo perchè l'ho scelta come forma letteraria: aumenta l'efficacia malinconica. E perchè qualcosa per Bruno è cambiata.
      Bruno è qui. Ha letto e ieri mi ha detto che ha pianto.

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  14. Dai Bruno! Sono contento per "quel qualcosa"!

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