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lunedì 30 gennaio 2012

Per un'ora d'amore...

... anzi due.
Ieri minacciava neve ma non potevamo rinunciare al nostro ritrovo nel pomeriggio. Un po' di tempo assieme, in attesa del buio, una merenda in caffetteria, "ma quando viene sera?"
Poi, al calar delle tenebre, io e L., in auto nel nostro solito posto a bissare, pari pari, la domenica precedente.
Diciamo che ieri non ero molto in forma: raffreddore, febbre, ossa doloranti, sintomi che non hanno comunque fermato il fuoco ancora acceso dalla settimana scorsa, che allora si che eran stati fuochi d'artificio!
Come eravamo stati bene...

Le condizioni non erano per nulla ottimali. Sarebbe stato meglio rimandare. Non si può partire per un'ora d'amore con la tachipirina in corpo. Non è il caso se poi rischi di trovarti anche la neve sulla via del ritorno. Perchè farsi quell'ora e mezza d'autostrada e sperare nella tenuta del cielo?
Avrei rimandato, in un'altra occasione avrei si rimandato. Sarebbe stato più opportuno Ma non questa volta perchè pensavo già che se fosse saltata questa avrei dovuto poi attendere 3 o 4 settimane, prima di "essere ancora noi", insieme, a farci l'amore e a stare poi accucciati l'un l'altro sotto un plaid in pile. Così ci siamo incontrati, e adesso ne dovremo aspettare "solo" 2 o 3.

Due o tre settimane di attesa, per qualche ora d'amore.
Due o tre settimane dove non sarà facile gestirci nei nostri desideri come pure nei nostri lamenti per l'esercizio della pazienza.
E in due e tre settimane avremo, come da copione che conosciamo, gli altri e bassi di (In), gli alti e bassi di L., gli scazzi, gli ormoni ingestibili e le fasi romantiche.
Ma intanto pur soli non si è soli, pur distanti non si è isole. Ancora si continua a portarsi nel cuore. Non in attesa di un bis ma di una nuova puntata. Anche solo per un'ora.

Per un'ora d'amore - Antonella Ruggiero e Subsonica

venerdì 27 gennaio 2012

Sono in mezzo a noi

Si presentano in svariate forme,
camaleontici come sanno essere:

circoncisi,

o col cappuccio,

sempre attenti ad ascoltare tutto,
con le loro antenne sofisticate,


sanno bene come ottenere le attenzioni che servono loro,



  non si lasciano ingabbiare,

non conoscono patria,

sbucano da ogni dove:

Dopo "E.T. L'Extraterrestre",
dopo "Incontri ravvicinati del terzo tipo",
dopo "La vita è bella",
l'ultimo grande lavoro di Cock Van Dick:

CAZZONI!
Sono arrivati su questo pianeta
 
Non prossimamente, ma già da ora, nel nostro mondo!
Rigorosamente in 3D

giovedì 26 gennaio 2012

Avrei dovuto...?

A venticinque anni, Brad, come molti degli amici di Philip, poteva ancora contare i suoi amanti sulle dita di una mano, ma era convinto che l'intensità dell'esperienza compensasse la quantità. Ricordava ogni dettaglio delle sette notti della sua vita che aveva passato con i suoi amanti; in verità, la sua capacità di giudizio e di analisi, sia durante che dopo, era, e lui lo riconosceva, probabilmente uno dei motivi per cui la maggior parte delle sue "storie d'amore" non erano durate più di pochi giorni. Come Sally aveva detto spesso a Philip, la gente fiuta il panico da lontano.
«Vuoi dire che io sono stato troppo riverente?» chiese ora Philip a Brad. «Aveva sempre detto che, se si fosse stancato di me, me l'avrebbe fatto sapere. Immagino che si sia stancato. E certamente me l'ha fatto sapere. Così mi chiedo: avrei dovuto essere più imprendibile? Più duro? Più indipendente? Avrei dovuto farmi desiderare di più?» 
(D.Leavitt - La lingua perduta delle gru)


Contano le strategie nell'amore?
E' importante porsi in studiati ed appositi atteggiamenti per ottenere quel che cerchiamo? Per riuscire a trovare attenzione? Per tener stretto a noi il nostro partner?
"Ecco ho sbagliato, avrei dovuto fare in quell'altro modo.
Sono stato troppo buono.
Sono stato troppo assillante.
Sono stato poco attento.
Sono stato poco generoso.
Sono stato troppo geloso.
Sono stato permissivo.
Sono stato poco chiaro.
Sono..."

Sono sensi di colpa e pensieri che ci assillano. Ci portano da qualche parte questi pensieri?

Ieri sera, una telefonata con L. è passata dal dirsi qualche battuta al comunicarci qualche fastidio. Come se un po' di non detto ne fosse venuto fuori.
Tutto risolto ora, siamo sereni. Ci son state le mie scuse, ci sono state le sue.
Ma, non abituato a discutere con lui, poi partono proprio i pensieri riportati qui sopra. Eccesso di autoanalisi: "cosa avrei dovuto fare, cosa avrei dovuto dire?"

Questi pensieri non credo mi servano più di tanto, certo serve l'autocritica, certo serve un'auto-analisi ma con i "se" e con i "ma" non si costruisce nulla e mi convinco che a ripensarsi "se avessi preso altre decisioni", cercando di attuare diverse "strategie", non si va poi molto più lontano.
La strategia va forse bene all'inizio, è anche naturale porla in atto ma poi, quando il rapporto si approfondisce, quando la conoscenza diventa intima... o te ne esci per quel che sei, o te ne esci per quel che sei, non ci si scappa. E con quello ti misuri.

Eppure è proprio tipico degli amori finiti questo rimuginare e cercare un pensiero strategico.
Scusate le banalità scritte e la mia confusione... Pur con le tempie che mi si argentano sono ancora all'ABC dei sentimenti.




Le mie parole - Samuele Bersani

martedì 24 gennaio 2012

Un massaggio davvero completo

Il corpo di questo ragazzo appartiene a Marc Dylan, pornoattore gay, sempre recitante nel ruolo di passivo.
E' un corpo modellato, tonico, un corpo di quelli che mi piacerebbe molto toccare per sentire tra le mani quei muscoli, quell'addome sodo e definito. Lo sapete, a me quelle cunettine fanno letteralmente impazzire.


Ho trovato un bel video, dove al nostro Marc viene fatto un gran massaggio. Il video dura quasi un'ora e ci mostra con tanti sapienti tocchi il lavoro eseguito a tutto questo corpo.
Basterebbero queste scene per accendere le mie voglie... (è una vita che non mi concedo un bel massaggio, di quelli professionali, intendo) ma il massaggiatore non si limita al suo semplice lavoro: avere per le mani un corpo così richiede grosso senso di responsabilità e quindi il lavoro dev'essere ben fatto e il cliente accontentato ben oltre le semplici richieste standard. E così sarà.

Mettetevi comodi, poltrona, divano o letto, procuratevi un po' di olio per evitare eccessivi arrossamenti al vostro amichetto che sta tra le gambe e godetevi un'oretta di relax.
E poi non dite che (In)co non pensa a voi!









lunedì 23 gennaio 2012

Barbatrucco

Diciamo che non possiamo lasciar da parte le tendenze del momento, anche perchè volenti o nolenti incidono sulle percezioni, sui gusti, sull'estetica.
Voglio dire, dieci anni fa, se ti si presentava un giovane con la barba lunga l'avremmo guardato tutti straniti e non avremmo apprezzato chissà che. Diverso invece negli anni '70. Ricordo, da bambino, che molti ragazzi portavano barbe lunghe e incolte. Erano quei ragazzi con gli eskimo, rivoluzionari e alternativi.

Dopo quella fase, andò di moda la rasatura completa per poi tornare, verso la fine degli anni '80 ad avere una coltivatissima e precisa "barba trascurata", accuratamente accorciata al 3° giorno. Barbarossa al festival di Sanremo si presentava così e come lui tutti i figaggioni di quegli anni. La barba sparì ancora dopo, lasciando spazio a visi rasati per poi tornare nei primi anni 2000 sottoforma di pizzetto e ultimamente, ancora nello stile '70. Barbe, più o meno lunghe, come quella del sofisticatissimo e allo stesso tempo "un pizzico clochard" modello della pubblicità della Trivago, tale Christian Goran, svedese, che mi fa impazzire.




Insomma, come la storia e come la moda che hanno i loro corsi e ricorsi, anche la barba compare e scompare dai nostri volti. Ma a voi piace oppure no?
Io non so farmi un'idea precisa, direi che si, mi piace, ultimamente di più del solito: fa molto maschio, molto uomo rustico, virile. Guardate questi uomini, non vi ispirano? A me molto.




Però son convinto che la barba non sia per tutti. Voglio dire, io proprio non mi ci vedo, quelle poche volte che ho cercato di farmela crescere, ho resistito solo fino al 4° giorno, perchè... no, non c'è niente da fare, sul mio viso proprio non ci azzecca e già dopo due giorni anzichè virile sembro... sporco.

E così ne parlavamo io e L. che ieri s'è presentato, dopo avermelo anticipato, con la barba lunga di due settimane. Mi è piaciuto? Si o no?

Non saprei, perchè appena visto l'ho preferito come invece lo vedo di solito, con la barba da 3-4 giorni. Ieri invece, quella barba lunga, un po' rossiccia e un po' bianchiccia mi faceva strano, soprattutto nei baffi.
Ora, c'è da dire che risaltava parecchio i suoi occhi chiari, e a me quelli, lo sapete, mandano in visibilio. Ma subito gliel'ho detto: "No, meglio di no, la prossima volta ritorna al vecchio stile".

Poi però, abbiam fatto l'amore. Ieri sera eravamo parecchio infuocati. E così ho scoperto che baciare quel collo barbuto e mordicchiargli le guance così pelose, beh, la cosa mi ha intrigato parecchio. E allora già gli ho scritto di tenersi in una buona via di mezzo, barba da una settimana anzichè due, perchè l'intrigo che il bulbo pilifero mi crea non va trascurato. Mi accontenterà?
Bellissimi i baci di ieri.

venerdì 20 gennaio 2012

Belvedere

Caliamo gli slip e guardiamoci i sederi,
che sia per lavarsi
che sia per prendere un po' d'aria
 che sia per un'attesa godereccia
 che sia per mettersi in posizione - questo culo pallido e il pelo castano-rossiccio mi ricorda molto quello di L. :P
 che sia per un massaggio
che sia per quel che sia.
Poi dopo ricomponiamoci.
Non è stato un bel vedere?

mercoledì 18 gennaio 2012

Tu, che guardi con le mani


Le tue mani e i tuoi occhi hanno sempre bisogno di un contatto diretto.
Mi tocchi, non appena ci incontriamo,
mi tocchi mentre andiamo a fare l'amore, sempre impaziente.
Mi tocchi mentre guido, mi tocchi il capo, il collo, mi tocchi la schiena, mi dai buffetti sulla nuca.
Mi tocchi quando facciamo l'amore e lì ci metti foga,
veloce passi da un tocco all'altro
e il tuo tocco è un bisogno di possesso, un voler sentire un'appartenenza che sia... tangibile.

A Natale mi raccontavi del presepe fatto per il tuo nipotino e lui, in braccio a te, doveva assolutamente raccogliere, prendere, toccare tutte le statuine e gli animaletti e si girava verso te: toccava, lui, per vedere meglio, che non si vede solo con gli occhi ma si guarda anche con le mani. Ti stupivi in quei momenti. Così tu stupisci me.

Mi tocchi dopo l'orgasmo.
Io che mi rilasso, torno dalla mia parte del letto, torno sul mio sedile e riprendo il respiro.
Tu ancora mi guardi (e a quello sguardo non resisto)
poi, appena ti riprendi un attimo, le tue mani si allungano.
Che sia un abbraccio totale,
o carezze leggere,
tu ancora... mi tocchi.

Dio, che meraviglia.

martedì 17 gennaio 2012

Fittizia intimità


C'era gente che inventava se stessa e una fittizia intimità senza rischi, a distanza: per annullare il gioco dei sentimenti, bastava un tocco solo sulla tastiera del computer...

Sulla quarta di copertina di "Eguali amori", altro romanzo di Davit Leavitt, trovo queste parole. Mi appartengono, fanno parte del mio bagaglio e così mi ritrovo già alla cassa della libreria con un nuovo libro che mi terrà compagnia.

Prima di L., prima di A., prima di sgattaiolare fuori dal mio armadio di tanto in tanto, c'erano le chat.
Erano appunto, bellissima definizione, "un'intimità senza rischi".
Vi entravo con dati anagrafici falsissimi, nome fittizio, età fittizia e aspettavo on-line, il contatto di qualcuno. Le richieste erano le solite: cosa cerchi? Sei attivo o passivo? Come sei? Hai la webcam?
In quella fase le mie chattate duravano si e no un minuto: non appena le mie risposte erano "conoscenza, non cerco sesso immediato", chi educatamente diceva "ok ciao", chi staccava senza neppure il saluto, chi provava a interagire qualche minuto ma poi, forse giustamente, glissava.

Poche volte si incontravano persone che si fermavano a scambiare 4 chiacchiere. Erano in genere quelli "come me", gay non dichiarati ed un po' impauriti e in quelle occasioni io ne approfittavo per interagire, raccontare i miei dubbi, spiegare le mie reticenze, manifestare le mie paure. Era quello il confronto che cercavo in quel momento, la conferma che ciò che portavo dentro non appartenesse solo a me, il bisogno di sentirsi meno strani e meno estranei a questo mondo.

Uno dei pochi col quale il discorso si protrasse per tanto tempo fu proprio A. che incontrai dopo più di un anno di chiacchierate on-line.
Capitolo A. a parte, talvolta, seppur più raramente, capitavano persone che chiedevano sesso virtuale e pur non ottenendo da me una pari risposta accettavano di esporsi in cam soddisfacendo un loro bisogno esibizionistico mentre io soddisfacevo quello voyeuristico.

Era una goduria per i miei occhi poter vedere cazzi più o meno grossi, più o meno belli, fisici più o meno prestanti che acconsentivano alle lascive mie occhiate e interazioni in cam: girati, avvicinati, abbassati, fammi vedere... Era strano e cosa nuova per me andare al di là del solo guardato, diverso dai soliti video porno. C'era una minima interazione, seppur distante, ma c'era. Gli occhi si saziavano di quelle immagini e il desiderio fisico, quello, almeno in parte.

Poi, ci fu la mia parziale e camuffata uscita dall'armadio.
Ora, dopo essermi sperimentato in incontri reali, le mie "storie", il desiderio di webcam si è totalmente ridimensionato. Il bisogno oggi è quello di una interazione, anche affettiva, maggiore, e in questa fase ciò che non voglio annullare è proprio il gioco dei sentimenti.
Ma a ripensare a certe visioni ancora la libido s'accende.
Voglio dire, provate a pensare di trovarne anche solo per una volta uno come quello che vediamo in questi pochi minuti amatoriali, poi me la racconterete...

domenica 15 gennaio 2012

La vergogna è la solitudine

Pensieri sulle non-relazioni

Non ho mai scritto tanto di film come in questo periodo sul blog. E non voglio trasformarlo in un blog di cinema, ma anche oggi mi sono imbattuto in un film, Shame, che mi ha molto coinvolto e in parte sconvolto. E quindi devo raccontarlo qui.

Bene, se vi avviciniate a Shame per vedere il nudo integrale di Fassbender, sappiate che non dovrete attendere molto. I suoi attributi verranno esibiti nei primi minuti del film e raccontano da subito la nudità, la fragilità, del suo personaggio, Brandon, newyorchese con un buon lavoro, un bell'appartamento, la possibilità di togliersi ogni sfizio, ma con un problema di dipendenza da sesso che rende inquietante e difficile la sua vita affettiva. Brandon ha una sorella, Sissy, ancor più fragile di lui, che cerca di stabilirsi nel suo appartamento e il fatto rende ancor più complicata la gestione delle sue pulsioni sessuali e le difficoltà relazionali.

Il film è un grigio viaggio allucinato e allucinante, con personaggi estremi, in un girone infernale di perdita della propria coscienza e del controllo di se accompagnato da una coinvolgente colonna sonora che passa dal minimalismo in stile Nyman alle variazioni Goldbergh bachiane.

Nel film, il costante accesso alla pornografia, o il sesso e la masturbazione che diventano chiodo fisso non più gestito, non sono la "vergogna" che da il titolo alla pellicola quanto piuttosto invece lo è la solitudine degli affetti, tale da rendere i personaggi anestetizzati e impermeabili ai sentimenti, incapaci a costruire relazioni affettive significative e quindi di vivere.
Una bella riflessione anche sulla "mia" vita dove le relazioni affettive vissute a distanza e con cadenza troppo frammentata rischiano di appagarsi nel quotidiano solo nello spazio virtuale di un blog, di un porno, in attesa dell'incontro che arriva sempre troppo in là nel tempo.
Una vergogna una vita così. O meglio... come dire... un peccato.

Il trailer

sabato 14 gennaio 2012

Clermont... e i suoi belli

Sulla carta la partita era difficile, questo si sapeva. Ma a leggere la formazione degli Aironi, i numeri c'erano tant'è che Gonzalo Canale, uno dei nostri belli della Nazionale che gioca nel Clermont aveva messo all'allerta: "Gli Aironi sono un team giovane da non sottovalutare per i nazionali presenti"
E infatti, solo a citarne alcuni, nella formazione c'erano Masi, Toniolatti, Sinoti, Tebaldi, Sole, Mauro Bergamasco, Bortolami, Geldenhuys, Perugini... insomma, nessuno si aspettava uno 0 a 82 per il Clermont.
Così, preso dall'entusiasmo per la partita, se qualcuno ha visitato il mio blog, si è accorto che c'è stato il mio primo POST temporaneo, un post che trasmetteva "live" grazie allo streaming di una tv francese, intitolato "Masi contro Canale" e apriva con i nostri due bei manzi italici, insieme in nazionale ma avversari oggi. Le loro foto erano le seguenti:
Gonzalo Canale

Andrea Masi
e voglio dire... con i campo due così la partita è già anche solo esteticamente interessante... non credete?

Invece Masi è uscito al 20mo minuto per infortunio e la partita è proseguita veramente male

Onore ai vittoriosi allora, tra i quali voglio segnalarvi due bellocci tra le loro file. Si, perchè (In)consapevole vi rompe le balle (ovali) con il rugby, ma in compenso, col suo occhio gayo, vi porta all'attenzione manzi meritevoli.
Quindi, oggi ho adocchiato tale Morgan Parra, il bello nella foto d'apertura di questo post che vi faccio conoscere meglio anche qui:



e come secondo manzo nelle file del Clermont Auvergne vi presento Brock James, australiano che esercita fascino anche per il suo ampio pettorale


Non capisco come ancora riuscitate a non guardare le partite di rugby!
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