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domenica 5 maggio 2013

5 maggio. Freezer

 
Era il 5 maggio di 4 anni fa ed ero da poco rientrato dal mio primo viaggio a New York.
Una voglia di libertà che quella città mi aveva piantato dentro al petto, come una picconata in una diga e che puoi solo cercare di rappezzare goffamente senza di fatto riuscirci.
Il bisogno di sfogo e prendere in mano la mia vita. La mia vita affettiva e sessuale.

Per il resto della mia esistenza mi ero già portato abbastanza avanti. Esperienze, decisioni, fatiche, prese di posizione, iniziative, sofferenze, gioie, schiaffi in faccia. Una vita normale la mia, senza grossi colpi di testa; soddisfazioni ed errori, vittorie e sconfitte, come tutti. A fare un bilancio, forse non mi sono poi così tanto "lasciato vivere" come spesso mi sembra: quando è stato il momento, pur col mio stile discreto, le mie scelte le ho fatte e le ho vissute.


Non invece per quanto riguardava la mia dimensione affettiva.
39 anni di castrazione.
A nascondere la mia omosessualità, a me stesso! L'armadio nell'armadio. Ma verso i 35 anni l'inizio della resa, non col mondo, ma con la mia persona: chiaro, limpido, non ci scappo più, me ne faccio una ragione: sono gay (già lo sapevo) e vivrò un'affettività da gay, quella che mi appartiene, che mi è stata data,per cui sono stato chiamato al mondo.
Ma comunque, tra la fase di accettazione e la mia libertà, la strada da fare era ancora tanta e tutt'ora, il cammino non finisce.
Così arrivano i 39 anni e poi quel 5 maggio 2009 e quel viaggio a New York che porta a tratti la sensazione di esplodere. Da tutto questo nasce l'idea di DOVERMI raccontare per "respirare" e di conseguenza questo blog.
Per mesi ignorato dalla rete, non mi importava. L'importante all'inizio era scrivere il mio diario, non che venisse letto. Poi, poco alla volta, arrivano i contatti, i commenti di altri lettori e l'aprirsi delle mie parole agli altri con il confronto, con lo sfogo o le semplici risate o ancora con la condivisione delle "pruderie". I lettori, a quel punto diventano un punto imprescindibile di questa esperienza.

In questi 4 anni di blog si mette in atto anche il mio cambiamento, ed è terapeutico! Scrivere ciò che sono è diventato quasi come dirlo ad alta voce. E quando lo dici, tutto inizia a cambiare.
La mia vita affettiva e sessuale comincia a prendere una piega diversa, non limitata alle sole fantasie.
Poi la storia con L. dalla quale ci sta volendo molto tempo per "uscirne sano" ora che è finita. Felicità e ferite al cuore.

Forse è venuto il tempo di un altro cambiamento. Dico forse perchè non ne son tanto sicuro. E perchè se c'è una cosa che ho capito è che neppure le scelte, nella vita, sono sempre del tutto definitive.
Ma lo spazio di questo blog che tanto amo, forse, appunto, non è più necessaria.

Così uso l'anniversario di questi 4 anni per pensare ad una pausa. Non so se chiudere il blog definitivamente o se riprenderlo poi. Per ora congelo tutto e lo metto in freezer. Che sia per qualche giorno, settimana o qualche mese, o che sia una chiusura definitiva... Chissà.

(In)consapevole comunque non sparisce: pur congelando il blog e la condivisione di tutto ciò che è stato così personale (mi sono raccontato/sputtanato parecchio) foto e pruderie varie continuano nel mio cassetto di appunti; le mie parole e le interazioni proseguono in twitter.
Non è insomma un "5 maggio" alla Napoleone. Non si dica "Ei fu..." anche per me.

Ma se iniziare un blog ha innescato cambiamenti chissà che sospenderlo non ne porti altri. E' il desiderio e la speranza che mi porto dentro ora, perchè ho bisogno di passi nuovi.
Grazie a tutti. Di cuore.
(In)consapevole





domenica 28 aprile 2013

Le mani ferme


Ne parlavo in un commento qualche giorno fa: non sono un appassionato di fingering e neppure all'uso dei dildo quando mi masturbo in solitaria. Non è questione di "non voler prendere in culo", sapete che son versatile ed ho ben presente il piacere che ne viene durante la stimolazione della prostata. E' invece un piacere e un desiderio che mi piace piuttosto realizzare con un partner.
Durante il sesso di coppia non riesco proprio a tenere le mani a posto. E' una cosa più forte di me e se solo mi si da il "la", le dita diventano più di una. Ne sa qualcosa anche qualche partner che invece, non amante di tale pratica allontana la mia mano.

Queste fotografie raccontano bene ciò che mi piace:




quest'ultima poi è da goduria proprio: sditalinare e sentire la reazione del retto che stringe e lascia andare, abbinato alla pulsione del cazzo, è un'esperienza da urlo.

Da maiali?
Ma anche no!
Niente di meglio come preparazione alla vera e propria scopata. Dopo un bel lavorino laggiù, tutto scivola liscio come l'olio.
Non è vero?

martedì 23 aprile 2013

La presa per il culo

Qualche sera fa, ingrifato più che mai tra divano e tv, mi era scappato su twitter la frase "ho bisogno di punire qualcuno". Mi era venuto proprio quella parola, punire, che stava ad indicare un sesso fatto con molta foga.
E' un periodo così: un periodo che il (poco) sesso agito e la mia immaginazione si alimentano di bei sederini da scopare con impeto.
E' un periodo da ruolo "attivo".



Un periodo dove la goduria la sento particolarmente davanti a un bel paio di chiappe e a un passivo consenziente che mostra piacere nel sentirsi penetrato. Una delle cose che da sempre mi intrigano e la vista  fisica, materiale, del mio pene che si insinua in quel buco. L'occhio vuole, esige anche la sua parte. Quella visione è parte dell'eccitazione.

Ma io vi ho sempre detto anche di essere versatile. Mi piace prenderlo, mi piace soprattutto di fronte a un uomo davvero maschile.
Eppure, dalla fine della mia relazione ad oggi, 4 mesi e mezzo, l'ho dato ma non l'ho più preso. Non è capitato? Forse. Forse in realtà non l'ho neanche cercato.
Mi chiedo perchè.
Nella mia testa, agire la parte passiva mi richiede che vi sia un livello di coinvolgimento e di intimità maggiori e questo mi è più difficile con il primo capitato.
Cosa significa? Che sono "versatile prevalentemente attivo" o forse che semplicemente ci sono periodi che ci si vive più in un ruolo che nell'altro. O che l'essere top o bottom dipendono dalla persona che si incontra?

La fortuna avuta nella storia precedente fu quella di ritrovarmi pienamente versatile, con un'altra persona versatile. Non è sempre facile, ma forse del buon sesso nasce anche dal far collimare queste "preferenze".

Voi che ne pensate? Voi come la vivete?


domenica 21 aprile 2013

Il pericoloso piacere delle vite spiate e della scrittura


Quando tutto gira intorno al piacere del racconto delle vite degli altri. Il piacere voyeuristico dell'entrare di nascosto in altre storie e lasciarsele raccontare. Appassionarsi alle vicende, far crescere la curiosità, interrogarsi sul seguito, voler interagire seppure da esterno.
E' il tema del film "Nella Casa" che ho visto ieri sera al cinema, film che mi ha stupito e appassionato. E' un racconto che sta a metà tra un thriller e una commedia alla Woody Allen. Si sorride e si rimane spesso in sospensione, in attesa di un evento drammatico che sembra sempre imminente.
Un film che parte all'inizio di un anno scolastico dove un professore di lettere si appassiona ai temi a puntate di un alunno dal presente oscuro. Temi che raccontano in modo minuzioso e coinvolgente le visite presso la casa di un compagno di classe.
Il professore partirà dalla voglia di far emergere il naturale talento narrativo del ragazzo dandogli lezioni private di scrittura, ma userà lo studente per assecondare i suoi piaceri da voyeur. Il ragazzo da parte sua, sarà un abile manipolatore della vita del professore.

Non vado altro, ma ve lo consiglio, come film davvero piacevole e appassionante... che mi ha anche portato a una riflessione sul mio blog dove si intrecciano pruderie e racconti personali, che mi ha fatto chiedere dove, ciò che racconto, mi ha portato o mi sta portando, visto che come nel film, lo scritto interagisce poi con l'agito della mia quotidianità.
Una riflessione che mi ha fatto pensare a quanto il voyeurismo e la scrittura abbiano in comune due caratteristiche: essere pericolose e al tempo stesso essere entrambe creative.




giovedì 18 aprile 2013

Star bene nudi

In casa tutto l'inverno, la pelle ora reclama sole. La testa soprattutto.

Un sole che scalda
che porta libertà
e pure qualche occhiatina...

Non ho un gran fisico, non ho molto da esibire. Ma la nudità e il nudismo mi piacciono e mi fanno star bene.

mercoledì 10 aprile 2013

Distinguere, barattare, trovare

Oggi, già di prima mattina, la radio accesa, la prima canzone cascata nella mia giornata, ha trovato terreno fertile in un animo malinconico.

Così, così pensi di poter distinguere il paradiso dall'inferno?
O cieli blu dal dolore?
Puoi distinguere un campo verde da un freddo binario d'acciaio?
Un sorriso da un velo? 
Pensi di essere capace di distinguerli?

E ti hanno portato a barattare i tuoi eroi con dei fantasmi?
Ceneri roventi per degli alberi?
Aria bollente con una fresca brezza?
Una magra consolazione per il cambiamento?
E hai scambiato una parte da comparsa in guerra per un ruolo di comando in gabbia?

Come vorrei, 
come vorrei che tu fossi qui.
Siamo solo due anime perse 
che nuotano in una boccia per i pesci.
Anno dopo anno,
correndo sempre sul solito terreno,
cosa abbiamo trovato?
Le stesse vecchie paure.
Vorrei che tu fossi qui.



giovedì 4 aprile 2013

L'occasione tra le mani


Io già lo so che dopo quello che vi racconto arriveranno dritti dritti consigli sul "dovevi fare così!", "ma perchè hai fatto cosà!", e "ne hai ancora da imparare!" e "svegliati!" o "insomma sarebbe stato meglio che...". E io già anche so che mi daranno fastidio questi consigli come ogni volta che qualcuno viene a dirmi come devo vivere la mia vita perchè io non sono solo frocio ma sono anche permaloso...
Però ve la racconto lo stesso.

Devo tornare indietro di qualche mese.
Quest'inverno è apparso in palestra un tipo molto caruccio, sempre vestito con tute e maglie militari, a occhio e croce quarantenne come me, molto maschile. Un bel fisico non da palestratone gonfiato ma semplice e molto tonico, un fisico che vorrei poter avere. Testa rasata, un petto villoso che porta un principio di brizzolatura, due occhi chiari bellissimi.
Il tipo, silenzioso e dallo sguardo scrutatore, pensavo facesse parte in qualche modo dell'esercito visto il tipo di abbigliamento. Si cambiava in spogliatoio, veniva in sala e faceva una sua tabella di esercizi non di quelle preparate dai nostri istruttori, ma con molto stretching e figure legate all'equilibrio; un allenamento tutto suo che racconta di come probabilmente da anni si stia allenando con una sua metodologia particolare.
Dalla prima volta in cui l'ho visto però il mio gaydar ha lanciato un bip! Eppure all'apparenza nessun segnale codificabile come gay. Avevo pensato che probabilmente era solo la mia illusione che accendeva il gaydar: la speranza che ogni bonazzo sia gay o bisex o metrosexual o in qualche modo voglioso di cazzi, per poi prendermi sonore bastonate quando ti rendi conto che le illusioni portano solo delusioni.

Il Fred (non si chiama così ma lo chiamerò Fred perchè potrebbe vagamente assomigliare al pornoattore Fred Faurtin che vedete in queste foto) nei primi tempi non si faceva mai la doccia in palestra. Dopo l'allenamento, anche sudato, si toglieva la maglia, andava a rinfrescarsi le ascelle sotto i lavelli, e si cambiava con una maglia nuova. Così purtroppo mi perdevo la soddisfazione di poterlo vedere del tutto ignudo. "Che sfiga", pensavo. Fino a che una sera mi ha sorpreso ed è venuto in doccia pure lui.
Carino è carino, il pisello è del tutto nella media, nulla di notabile ma neppure da snobbare. Il sedere invece è proprio bello: lui, un po' peloso ha un culetto glabro interessante e bello tondo. Due chiappette chiare e sode da mordere e da farci... Ecco, avete capito le mie fantasie...

Intanto il tempo passa, il gaydar o la mia illusione continuano a bippare anche contro ogni reale evidenza. Eppure...
Eppure una sera di quelle poche sere in cui viene in doccia, mentre sembra rigenerarsi con l'acqua bollente sulla nuca, il suo pisello si imbarzottisce.
E' lì, davanti a me e davanti a un altro ragazzo, un trentenne molto carino e dal pettorale sagomato con un pisello sotto la media.
Quel suo imbarzottimento mi fa pensare: o si imbarzottisce facendo pensieri sul trentenne, o si imbarzottisce guardando il mio pisello visto che ogni tanto l'occhio gli cade proprio lì, o si imbarzottisce semplicemente perchè l'acqua calda e il beneficio che gli porta, lo fanno stare bene. Chissà.

Negli ultimi tempi Fred inizia a essere meno silenzioso. Dopo questo "incontro" in doccia io lo saluto ogni volta che lo vedo in sala. Lui ricambia, semplicemente per educazione, ma con me resta comunque schivo. Frequentando la palestra e conoscendo di più le persone però vedo che ora, anzichè stare tutto il tempo con le cuffie alle orecchie, si mette a parlare. Ma solo con pochi e guarda caso selezionatissimi manzi, tra cui Simone l'istruttore gay. Mi accorgo che lo scruta, che lo cerca, che chiacchiera volentieri con lui e si diverte, cosa che con altri non fa. Inizio ad essere un po' più sicuro che il mio gaydar avesse avuto ragione già da quella prima volta.

Qualche giorno fa twittando con un mio follower nasce questa chiacchierata:

e lunedì scorso, Pasquetta, mentre annoiato in casa passo il tempo "stimolandomi" e navigando nelle chat gay, selezionando le persone vicine al mio territorio scorgo un'icona familiare. Clicco e mi compare bello bello, in tutto il suo corpo e viso, il nostro Fred.
Compare con la sua tuta militare, i pantaloni alle caviglie, chinato con le mani al muro e quel bel culetto a favor di camera come a dire "prendimi". Un profilo audace, non c'è che dire, molto disinibito. Altre foto lo mostrano di viso, chiaramente, in primo piano, altre ancora mentre si masturba. La descrizione del suo profilo poi, rimanda a preferenze passive...
Ecco, vedi che il mio gaydar aveva azzeccato!!!, dico fiero di me. Anche se lo facevo attivo, in verità.


L'altra sera arrivo in palestra. Un po' più tardi del solito. Guarda caso arriva anche lui nello stesso momento. Saluto come sempre e mi pare di guardarlo con occhi nuovi. Occhi che conoscono il suo segreto e chissà, mi chiedo, che anche lui non s'accorga di questo mio sguardo rinnovato. Cerco di comportarmi con nonchalance, anche perchè di fatto, come dicevo, lui nei miei confronti mai ha espresso un minimo di interesse, neppure di cordiale e neutrale socievolezza.
Durante l'allenamento cerco di non guardarlo ma mi accorgo che nonostante i miei sforzi, ora che ho piena certezza del suo essere gay, fatico a distogliere l'attenzione da lui.

Comunque sia l'allenamento finisce, io me ne vado in doccia. Qualche minuto dopo succede l'impensabile, ciò che oltre ogni più rosea previsione potevo sperare. Mentre sono in doccia arriva anche lui e (colpo di fortuna? destino?), siamo solo noi due nello spogliatoio.

Mi tornano i pensieri ai tweet scambiati sull'esibirsi nella nudità e allora mi lascio andare. Non è difficile lasciare che l'imbarzottimento agisca. Come nulla fosse, senza guardare il mio pisello, porto la testa indietro a lasciare che il getto d'acqua copra la mia faccia, do le spalle al muro, e come spesso faccio mi lavo mostrandomi di fronte nella mia totale nudità. Lo stesso fa anche lui, che di solito si premura di restare un po' più "coperto".
Mi accorgo che guarda il mio pisello, di sottecchi, non mi guarda in volto e si imbarzottisce pure lui. Anch'io lo guardo, di uno sguardo che renda chiaro che mi sono accorto della sua "reazione". Lui continua a guardare il mio pisello, evitando però il mio sguardo. Poi, sempre più, il suo imbarzottimento si trasforma in una erezione, non del tutto piena, non del tutto vigorosa, ma l'erezione c'è. Eppure non si nasconde, non si gira di spalle, ma neanche mi guarda in volto.
Sguardo perso il suo, ma allineato all'altezza della mia vita.
Qualche secondo ancora, io spengo l'acqua e lì, finalmente c'è un incrocio di sguardi.
Un incrocio silenzioso, io direi quasi "consenziente" e "complice". Potrebbe succedere qualcosa di questo tipo

ma ecco che, pur essendo la situazione promettente, non riesco a fare il primo passo.
Lui neppure.

Inchiodati in una ambigua situazione che però non ha ancora compromesso nessuno dei due, me ne esco dalla doccia e mi vado a cambiare. Mi asciugo, arriva pure lui; allungo il tempo della mia nudità asciugandomi i capelli e spalmandomi la crema idratante senza telo ne accappatoio.

Lui ancora guarda, ma ora ha fretta di rivestirsi.

Senza parole in tutto quel tempo, un silenzio denso, da tagliarsi col coltello, solo un "buona serata" da parte sua quando sta per andarsene, contraccambiato da parte mia con un ampio sorriso.

Se ne va e realizzo che l'occasione è stata persa, mannaggia.
Ma realizzo anche che, forse perchè è una persona che ora incontro spesso, che vive nel mio territorio, che non conosco molto nel suo essere più o meno discreta o riservata, che non ha comunque mai mostrato un minimo interesse nei miei confronti,... 
realizzo insomma che sono stato combattuto tra il desiderio e la pura e semplice paura (si banalmente paura) che si realizzasse.

Ho - avuto - paura.

E ora, insultatemi pure.

venerdì 29 marzo 2013

Che l'amore si fa in tre... Ciao Poeta!


Io e te, io e te che ridevamo
io e te che sapevamo:
tutto il mondo era un bidone da far rotolare... 
sì perchè, la bellezza dei vent'anni è poter non dare retta 
a chi pretende di spiegarti l'avvenire
e poi il lavoro e poi l'amore... 
sì ma quì, che l'amore si fa in tre, 
che lavoro non ce n'è
l'avvenire è un buco nero in fondo al tram 
sì, ma allora, ma che gioventù che è, 
ma che primavera è.. 
e la tristezza è lì a due passi, e ti accarezza e ride, lei. 

Sì ma quì, che l'amore si fa in tre, 
che lavoro non ce n'è
l'avvenire è un buco nero in fondo al tram
sì, ma allora, ma che gioventù che è, 
ma che primavera è.. 
e la tristezza è lì a due passi, e ti accarezza e ride, lei


Avrò avuto 22-23 anni quando andai nel nostro piccolo teatro a sentire un concerto di Jannacci.
Ci andai solo per riempire una delle sere vuote, in quella provincia dove non succede mai nulla, convinto di non trovare niente più che quel cantante che mai avevo amato, tutt'al più un po' divertente con Vengo anch'io no tu no, La vita l'è bèla, Ci vuole orecchio.
Sapevo anche che c'era qualcosa di politico nelle sue canzoni conoscendo la satira di Ho visto un re ma la mia conoscenza non andava oltre.
Era un concerto per vecchi, da vecchi.
Comunque noi 5, una macchinata di ragazzi, barba primo pelo appunto, al concerto tanto per far qualcosa di diverso.
Calò il silenzio e arrivarono i brividi. C'era un Jannacci che non conoscevamo: serio, poeta, cantastorie di vita semplice, urbana e affaticata, grandissimo musicista. Suggestivo. Con quella voce sempre nasale e impastata alla tv e invece intima a teatro. Un cantante che ti porta la malinconia umida delle notti di nebbia lombarde, tant'è che ho sempre pensato che solo a chi vive nella grigia lombardia potesse comunicare veramente tutta la sua essenza.
Fu una rivelazione. Per noi, 5 ragazzi ai quali servì un concerto per tornare a casa con una lectio magistralis sulla fatica della vita e la necessaria rabbia e ironia per affrontarla.
Lo conobbi quella sera e non se ne andò più. E' anche nel mio iPod.

Ma stasera ci hai lasciato tu. Ciao Enzo. Ti ringrazio. Grande poeta dell'ultima umanità.

domenica 24 marzo 2013

Alone


Ho passato un week end in terra iberica.
E' stato piacevolissimo, ha rigenerato la testa, ritemprato il fisico.
C'era il sole, c'era il caldo, c'erano corpi liberi, ragazzi a torso nudo nel parco.
C'era il mio stupore per ciò che vedevo, il divertimento con gli amici, la buona cucina, una mezza giornata in spiaggia a lasciarsi intiepidire le ossa da questo inverno che sembra non finire mai.
Mente libera e occhio appagato!

Un viaggetto la prima volta dopo la fine della mia relazione.
Tutto è filato bene, liscio, ma ammetto che la malinconia si alimentava rientrando in hotel, in quella camera accogliente, su quel letto matrimoniale.
Non è ch'io abbia avuto moltissime occasioni durante la mia storia amorosa, ma in questi ultimi due anni la situazione "camera d'albergo" si è associata al pensiero dello stare a letto con il mio uomo.
Far l'amore, fare sesso, nel contesto libero di una camera diversa, dormire insieme, risvegliarsi e fare sesso ancora.
Alone, (əˈləʊn) si dice in inglese. Significa semplicemente "da solo".
Non ero in una situazione di tristezza, ne depressiva, ma un po' questo essere "alone" si sentiva.
Ripartirei di nuovo ora, tant'è stata la bellezza del week end ma "alone" è ciò che era comunque presente. Non solo in inglese, anche in italiano. Un alone, nel senso di una macchia, una traccia un po' sbiadita ma ancora presente di ricordi che non vanno via.
E la voglia dell'amore su quelle lenzuola di una camera non mia.







 



Invece...


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