
Oltre l'invito pubblicato nei commenti del precedente post, oltre le e-mail che arrivano nella mia cassetta postale virtuale, vi confesso che ho pensato molto se raccontare qui la mia "serata montana" con P.
E' una cosa che sento così recente, viva,... mia.
D'altro lato, c'è il bisogno anche di comunicare e rispondere ai vari lettori di questo blog che han seguito con "partecipazione" questa vicenda.
Vi racconto, sapendo di essere comunque protetto da questa finestra sul mondo che posso sempre chiudere quando desidero.

Siamo partiti il venerdì nel primo pomeriggio. Attrezzatura montana caricata, P. si presenta galvanizzato per la nostra avventura. Decisamente di buon umore, loquace, il viaggio d'andata pur più lungo del previsto a causa del traffico, è stato davvero piacevole. Il nostro programma prevedeva il deposito dei bagagli in albergo e poi subito al centro benessere per una prima sauna serale. Arrivando tardi andiamo direttamente al centro wellness, telefonando all'hotel per garantire il nostro arrivo.
C'era molta più gente del previsto, in effetti i turisti da settimana bianca si accalcano nel caldo secco e nel relax totale dopo una giornata sulla neve. Quindi, salto veloce nello spogliatoio e in pochi minuti siamo già in telo ed accappatoio nella zona sauna. A differenza della volta precedente, quando con noi c'era anche G., stavolta P. non fa battutine e facili apprezzamenti sul gentil sesso e pare piuttosto concentrato al relax e a trascorrere il tempo con me. Facciamo praticamente il tour delle varie saune, whirpool, tepidarium etc con tanto di bagni e docce fredde. Una goduria. Questi sono decisamente gli ambienti che adoro.
Allettato dal relax totale prenoto per la sera seguente un massaggio total-body. P. invece preferisce di no.
Usciti dalla sauna che son quasi le dieci ci tuffiamo affamati a cenare nel ristorante adiacente alla struttura termale e poi, stanchi arriviamo all'hotel.
La camera, decisamente piccola ma carina, tipicamente in stile altoatesino, ha un solo letto, matrimoniale.
P. subito fa la sua battutina "dovremo dormire vicini-vicini", io con finta noncuranza rispondo che "non credo sia un problema per nessuno dei due, è un periodo che passiamo più tempo insieme nudi che vestiti, non ci formalizziamo di certo per così poco". Nella mia testa già frullano milioni di pensieri, aspettative e anche, lo confesso, un certo... importante... timore: la paura che quello che aspetti da tempo, da troppo tempo, si realizzi.
Ci sistemiamo e subito a letto! In maglia e mutande sotto i piumoni. Non è facile prender sonno, credo che lo stesso valga per P. Sento il suo respiro, irregolare, non il respiro cadenzato di chi dorme. Da parte mia vivo quel silenzio della notte con imbarazzo e desiderio. Poi il sonno (e la delusione) arrivano.
Al mio risveglio al mattino sento P. sotto la doccia. Uscito dal bagno mi dice che ha dovuto per forza docciarsi per il troppo caldo avuto sotto il piumone durante la notte. Ci prepariamo per scendere a colazione, prepariamo l'attrezzatura da neve, P. si muove nudo in camera, con disinvoltura, avvolto ai fianchi il telo da bagno che poi si toglierà e continuerà a preparare le sue cose in costume adamitico. Mi pare quasi "innaturale" questo suo proporsi nudo anche fuori contesto. Continuo a chiedermi se non mi stia lanciando segnali... a questo punto credo proprio di si, ma se mi sbagliassi?
Tralascio il racconto della giornata: abbondante colazione, piste ben innevate e sci divertente anche se il tempo non è eccezionale, P. scia molto meglio di me e si diverte un mondo. Rientro pomeridiano in hotel per fuggire di nuovo come il giorno prima al centro wellness. Relax totale ed io mi concedo un fantastico massaggio. Wow!!!
Scegliamo un locale per cenare ma stasera, anzichè andare subito a letto a stomaco pieno, ci facciamo 4 passi in paese e ci fermiamo in un bar. Conversiamo sempre facilmente, facciamo l'assaggio di un amaro alle erbe e un grappino... come i ritmi montani comandano. Infine di nuovo in albergo.
In camera io perdo tempo a sistemare il mio borsone, P. si tuffa a letto, dice che non vorrà patire il caldo della notte precedente e si tuffa sul letto solo in mutande.
Dal clima gioviale, ironico e iperattivo di tutta la giornata ora P. si calma. Dice che si è proprio rilassato, che sta bene, che ci vorrebbero giornate così più frequenti. Abbassa il tono di voce, parla in modo calmo.
-"Ho fatto male a non fare anch'io il massaggio oggi"
-"Guarda ci voleva proprio, mi sento rimesso a nuovo"
-" Potresti massaggiarmi tu almeno la schiena"...

Vado in tilt... Sarò scemo, illuso, ma la provocazione c'è, ora o mai più.
Quasi ridendo (probabilmente ho un sorriso da paralisi, da ebete totale) mi metto cavalcioni su di lui. Seduto in ginocchio a cavallo del suo sedere inizio a massaggiargli la schiena per un po' di minuti. P. pare apprezzare. Oso: "girati!"
Sempre cavalcioni gli massaggio l'addome, siamo quasi pacco contro pacco. Pochi secondi in realtà, non appena noto un suo principio di erezione dagli slip la mia erezione è subito repentina.
Silenzio.
Ci guardiamo.
Immobili.
P. di colpo tenta di alzarsi. Un solo istante e credo voglia uscire dalla situazione. Tutto mi passa per la testa, che ho capito male, che ho fatto una figura di merda. Ma è solo un istante.

P. si divincola e io atterro sulla mia parte di materasso. Mi prende le braccia e me le porta in alto. Si tuffa su di me e mi toglie in un attimo i boxer. Poi sfila i suoi e mi trovo abbracciato totalmente a lui, i cazzi che si sfregano. Lui domina la situazione, con la sua mano masturba i nostri due cazzi in un unico pugno. Mi bacia, con foga, poi scende e ingoia, letteralmente ingoia il mio cazzo
Da questo punto, non saprei come raccontare. Ci siamo lasciati andare a masturbazione, baci, pompini.

Stranissimo, dopo tanto tempo anche da parte mia, succhiare un cazzo. Non grosso quello di P, ma abbastanza lungo e pulsante.
Niente sesso spinto, niente penetrazioni. In realtà un tentativo verso di lui lo faccio, allungando le mie dita verso il suo buchino ma P. si ritrae e continuiamo con il rapporto orale.
La cosa che più mi impressiona nel ricordo è il profondo silenzio durante il sesso. Non una parola da parte di entrambi. Solo gemiti, soffocati.

Al termine P. corre subito in bagno a ripulirsi, quando esce ci vado io ma al mio tornare a letto c'è già la luce spenta e P. nel letto. Ancora, non una parola. Mi infilo sotto il piumone, nudo e non so cosa fare, se stare in silenzio, immobile o dir qualcosa. Poi tento di avvicinarmi a P. ritratto sul fianco nella sua parte di letto. Gli accarezzo la schiena e allungando la mano sento che si è rimesso gli slip. Lui immobile. Torno al mio posto e cala il silenzio.
Al mattino capisco appena aperti gli occhi che l'imbarazzo regna sovrano.
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Le parole di P, le scuse, i "non so cosa è successo", il tristissimo "io non sono così", il "per favore non parliamone più". Io che cerco di mantenere sempre un atteggiamento rassicurante.
Colazione, poi a sciare, già alle due del pomeriggio l'insistenza di P. di iniziare il rientro "per evitare il traffico". Un viaggio opposto rispetto a quello dell'andata, scioltosi dalle mie parole solo ormai verso casa. Parole generiche, vaghe, il classico blaterare di tutto per non parlar di niente.
Un sms di P. la sera: NON E' SUCCESSO NIENTE. SCUSA.