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lunedì 1 ottobre 2012

Acque chete e poi l'inondazione


Quando qualche giorno fa esprimevo la mia difficoltà nella gestione dell'astinenza da sesso raccontando di quanto poco frequentemente io e L. possiamo incontrarci, a qualcuno sarà parso del tutto esagerato quel mio brontolio.
Voglio dire, solo 3 anni fa, quando l'armadio della mia omosessualità era ancora blindato e non mi davo la possibilità di esprimere fisicamente i miei bisogni perchè "dare voce" alla mia carne mi metteva paura, avrei messo la firma alla sola idea di poter fare del sesso almeno una volta al mese. In 40 anni erano state troppo poche, sporadiche e pure non del tutto soddisfacenti le mie esperienze. Poi ad un certo punto, grazie anche al blog e a quella "terapia" auto-prescritta di raccontarmi e lasciarmi andare, arrivò poco alla volta la consapevolezza di chi fossi veramente e dei miei bisogni affettivi e sessuali.
Con questa, arrivarono le occasioni.

A. fu la prima persona con cui iniziai una frequentazione costante: era un trovarci a volte settimanalmente o ogni quindici giorni. Non furono molti quegli incontri, una decina? una quindicina? in circa 6 mesi o giù di lì ma abbastanza per conoscere il turbine della passione e l'ebbrezza delle pulsioni.
Ebbrezza ecco, appunto. Un'esperienza di sensi che diventò ben presto un bisogno al punto che appena la storia con A. terminò, oltre alla fatica di metabolizzare le ferite del cuore, ci fu una fase di ricerca spasmodica di sesso casuale, proprio per assecondare appunto, il bisogno fisico.

Infine, l'incontro con L. e un po' più di pace ma, come dicevo all'inizio, ora la fatica nel gestire quell'attesa a tratti castrante e da lì la pulsione a rincorrere i pensieri ossessivi della carne.

Mi vivo come l'immagine di una diga fallata. Ho tenuto dentro per anni questo bisogno, ho ingabbiato con tenace resistenza il fluido piacere e finchè ho resistito c'è stata, tutto sommato, pace. Acque chete, solo increspate talvolta dai venti ormonali.
Poi, lasciandomi andare e come se si fosse aperta una piccola falla. Quello che doveva essere uno sfiato è diventato un buco più grande. Un violento e potente getto d'acqua, ormai incontenibile. Sei lì e ti rendi conto che non la puoi più fermare. Ormai conosce la strada, si è infilata in tutte le fessure ed ha squarciato questa diga.



Mi chiedo se si calmerà quando la pressione a monte non sarà più tale o se toccherà continuamente restare travolti dai turbinosi flutti.
Perchè chiudere quella diga non ha senso, sarebbe comunque un disastro lasciarla tracimare; ma pure lasciarmi trascinare da una corrente senza controllo mi mette a disagio.

Ci vuole un po' di ingegneria idraulica, un pensiero ricostruttivo e un silenzio interiore che possano riassettare lo scorrere delle pulsioni dentro di me perchè l'esperienza torni ad essere gestita e, come deve essere, piacevole e rigenerante.

22 commenti:

  1. Stai cercando di far andare d'accordo cuore e cervello... no mi correggo, stai cercando di usare il cervello per capire i segnali che il tuo cuore manda al resto del corpo.
    Woody Allen soleva dire: cuore e cervello? I miei non si danno neppure del voi!
    Ogni volta che il cervello crede di aver capito, il cuore lo frega.
    Se il tuo lato razionale non è in grado di dare soluzione al tuo malessere, a questo senso di solitudine ed incompletezza che ti attanaglia cuore e stomaco, allora il ragionameno non serve.
    Alla fine il ragionamento serve solo se lo usi per ribaltare la prospettiva.
    Il cuore ti impone di dare ascolto ai suoi bisogni che diventano fisici e primari... ma se non ci fosse più L. credi che la situazione si risolverebbe? Nel senso, credi che ti sentiresti meglio ad ignorare il cuore e a dare ascolto solo alle pulsione fisiche? Credi davvero che quello di cui hai bisogno tu sia sesso, semplice ed impersonale? Saresti soddisfatto di farlo con uno sconosciuto o con uno con cui i patti siano "niente sentimenti di mezzo"?
    Tutti gli indizi portano a pensare che l'inondazione sia d'amore e non solo di sesso. Non credo proprio che te la caverai tanto facilmente questa volta... anzi...
    Su una cosa hai perfettamente ragione: la soluzione la devi cercare facendo chiarezza dentro di te, trovando motivazioni valide e stimoli potenti che ti diano la forza di convivere con la tempesta che colpisce cuore, corpo e cervello, con venti che soffiano quasi sempre in tre direzioni diverse.
    A leggere questo commento, io lo so, ne esci che sei ancora più confuso, ma come diceva Quelo, non posso mica fare tutto io!!

    http://www.youtube.com/watch?v=zCbmW_wV_Do

    (tanto per tirarti un po' su)
    Baci baci baci Luci (e buonanotte)

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    1. No romanticona, non mi sono spiegato. E finisce che se capisci male mi metti in bocca cose che non sono tali (quando poi, lo sanno tutti, ci sono le prove, quello che mette in bocca agli altri sono io).
      Insomma, volevo dire: col cuore sto a posto, la fatica è invece solo carnale. In mancanza di L. la tentazione è proprio quella di cercare del sesso fine a se stesso, banalmente impersonale. Come se non bastasse mai.
      Ma mi sa che su questo punto, neppure Quelo riesce a capirmi :)

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    2. Allora andiamo sul pratico: ore 10 partenza da casa, ore 24 incontro con L., ore 2 partenza, ore 4 rientro a casa, ore 7 sveglia. Totale ore dormite 3 (ad andar grassa).
      Il tutto ripetuto 3 o 4 volte a settimana.
      Va bene così? e ci voleva tanto! Devo proprio fare tutto io qui!!
      ok... mi metto in castigo da sola... :D

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    3. va bene, dai... ora puoi uscire dall'angolo!

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  2. Concordo la Luci.
    La diga è incontrollabile!? Ma l'amore è così, non lo puoi gestire, non lo puoi mettere a bada, esso è involontario.
    La diga ti ha fatto del bene, merita più rispetto, perché tu meriti questo e molto di più.
    Se non fosse amore non faresti questi sacrifici, non aspetteresti così tanto per un altro incontro, non sentiresti la mancanza del tuo moroso, del suo corpo e delle sue attenzioni.
    Ti capisco, perché io mi ritrovo nell'In di tre anni fa, ho paura di vivere il sesso e l'amore in maniera istintiva, il che è assurdo, ma è difficile e anche un po' patetico.
    Ma sai cosa ti dico!? Noi dovremmo fregarcene di tutto, vivere i nostri sentimenti apertamente, per così ci facciamo solo del male. Lo so, non è facile!
    Un bacio miei cari ^_^

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    1. Altro romanticone (tu e Luci andate sempre a braccetto): bellissimo (e vero) quello che scrivi. Ma la diga a cui mi riferivo è proprio solo quella delle pulsioni carnali.

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    2. Pulsioni carnali che nascono dall'amore, la diga rappresenta un qualcosa di più complesso.
      Baci ^_^

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  3. Marrazzo, per contenere le "sue" pulsioni si è ritirato temporaneamente ... in convento!
    Post bellissimo, corredato di foto incantevoli!

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    1. Convento o altro, a volte fare deserto, che significa anche semplicemente fermarsi, staccare, fare silenzio dentro, può ridare "mira" e fiato ad un cammino sviato che ti fa arrancare

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  4. Le relazioni a distanza sono un bel problema. Sentirsi per telefono non è la stesa cosa che vedersi e sopratutto toccarsi.
    Non invidio affatto la vostra situazione, e mi dispiace. Ho provato quando quest'estate il mio lui è andato per due settimane dai suoi... vederlo via webcam mi stava facendo impazzire. E sono state solo due settimane di lontananza...
    Vi mando un grande abbraccio sperando che riusciate ad avvicinarvi in qualche modo, o almeno a rendere più frequenti i vostri incontri.

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    1. PS: le foto del tizio in centro al post(quello vicino alla cascata).... GNAM!

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    2. Capisco molto bene quel che dici e credo addirittura che per te sarebbe forse ancor più faticoso perchè sei giustamente passato dal nulla ad un contatto continuativo nel giro di pochissimi giorni. Sperimentare la lontananza è realmente faticoso.

      P.S.: si, le foto sulla cascata son da triplo gnam!

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  5. Se qualche scappatella ti fa impazzire di meno non tormentarti.
    D.

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    1. Giusto, sto arrivando a considerare questa opportunità. Ma se mi tormenta di più?

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  6. capisco quello che intendi.
    una volta al mese è obbiettivamente poco, soprattutto quando la diga si è appena aperta.
    si può sublimare con porno ecc..
    oppure si può decidere che sia lecito rispondere alle esigenze del corpo, tenendo saldo il cuore. anche se questo è molto razionale. e come diceva prima la Lucy e Woody, cuore e cervello non vanno sempre spalla a spalla. in quel caso ti prendi i tuoi rischi. capisco il tuo dilemma. ma già che lo affrontate a viso scoperto e senza mentirvi, è un grande passo avanti.
    non ho risposte. ma chi ne ha?

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    1. Forse risposta non c'è. La fatica è proprio quella che tu proponi come possibile soluzione: dar risposta alle pulsioni e tenere saldo il cuore.
      Torna il discorso degli equilibrismi di qualche post fa. Ma mi sento così poco acrobata...
      (I tuoi commenti però sono un ottimo "allenamento" per me. Grazie)

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  7. Caro In, mi sono convinto,con un po' di presunzione, leggendoti ultimamente, che tu una decisione l'abbia già presa. Non mi sembra che la tua mente sia assediata da un pensiero ossessivo o che tu cerchi di alleviare la tua sofferenza emotiva scopando a destra e a manca ( se pure fosse...?). Credo tu abbia un onesto, consapevole bisogno di manifestare, liberamente e in modo meno sporadico, la tua energia sessuale. Non voglio farla semplice: chi ama ha una grossa responsabilità sentimental-emotiva nei confronti del proprio compagno. Però è possibile approcciarsi al sesso come gioco, comunicazione, scambio di piacere, fuga dallo stress senza implicazioni per l'"anima". E poi essere complici, condividere ( anche solo verbalmente) queste esperienze con il partner: cosa che può essere stimolante, divertente. Perchè ciò avvienga occorre bandire dalla propria vita, anche di coppia, alcune autoconvinzioni, moralistiche secondo me, che inibiscono le nostre naturali pulsioni; col rischio che esse possano poi irrompere in modo poco sano. Ti auguro di prendere a picconate la tua diga e liberare tutta l'energia, perchè si accresca e si trasformi.
    Ammazza so' stato proprio diretto 'sta volta, forse pure troppo!

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    1. Diretto ma molto efficace. Hai fatto un quadretto che sento molto mio e le riflessioni che mi porti sono riflessioni che abbiamo riletto io e L. oggi, ognuno nella propria casetta, confrontandoci via e-mail. Grazie.
      Ecco, giusto per dire che ci ritroviamo in questa possibile soluzione. E cerchiamo di lavorare, appropriandolo al nostro contesto, su quelle nostre "autoconvinzioni morali" che non ci liberano del tutto. Poi però c'è anche quella "grossa responsabilità sentimental-emotiva nei confronti dell'altro" e... ecco, torna il discorso degli equilibrismi fatto con Oscar.
      Grazie. Davvero.

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    2. Mi fa piacere che i miei pensieri abbiano costituito lo spunto per un ulteriore vostro confronto.

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  8. ...allora,ancora ci sto riflettendo,quindi credo... che nel tuo caso il punto di vista sia di Oscar che di Kike sia giusto e possibile.potrebbe essere una soluzione matura e intelligente di gestire questo non facile legame d'amore e di amicizia in alternativa al logorio che potrebbe esserci continuando così.riuscendo però a scacciare le paure di ferire l'altro.ma i rischi ci sono....

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    1. Ci fosse la ricetta per scacciare le paure di ferire l'altro... Forse il condividersi quelle paure? Metterle sempre sul piatto? Quei rischi... Uff...

      Grazie bello!

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