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mercoledì 6 marzo 2013

Ma tu sei maschio o femmina?

Alle scuole elementari, metà anni '70, la mia classe aveva come insegnante di disegno un giovane del mio paese che aveva da poco finito il liceo artistico. In affiancamento alla nostra maestra ci insegnava varie tecniche di disegno e per noi bambini era divertente colorare, una volta con le tempere, un'altra con i pastelli a cera, un'altra ancora con i colori a dita, ecc.
Ma ciò che era maggiormente divertente era lui, l'insegnante di disegno. Spontaneo, vivace e casinista quanto noi, la cosa che ci faceva divertire erano le sue mossette "da femmina", come dicevamo noi bambini. "Perchè sei come una femmina?" gli chiedevamo  con quel misto di curiosità, innocenza, scherno e crudeltà che solo i bambini sanno usare. A questa domanda seguiva l'imbarazzo suo, e quello della maestra.

Credo sia stato il primo gay che ho incontrato sulla mia strada, persona gentile che raramente ora mi capita di rivedere (scappato,  per sopravvivenza, dal paesello) ma che definirei, affettuosamente, col senno di adulto, la tipica checca sfranta.
Al di là della curiosità che esercitava su di noi, mi ritrovavo a farmi la domanda se lui "faceva" la donna o se "era" donna.
Da bambino, pur avendo già segnali che forse ero più interessato agli amichetti che alle amichette, questa cosa non la capivo: io non ero una femmina! Si, certe cose che agli altri maschi piacevano tanto, come picchiarsi e il gioco del calcio, a me non piacevano. Ma non mi piaceva neppure, proprio no, giocare con le bambole o disegnare tutto il giorno.
Questa domanda mi ha accompagnato fino all'adolescenza credo, pensando che i gay fossero solo gli effeminati. "Ci sono i maschi, e ci sono i meno maschi. I meno maschi sono i froci".
Qualcosa però non tornava. Forse mi piacevano gli uomini ma io ero maschio, non mi sentivo femmina per nulla. Nelle seghe in compagnia da ragazzino con gli amici, nel desiderio trattenuto di un sesso più completo, non mi sono mai immaginato nel ruolo della donna. E non solo per una questione di essere attivi o passivi.

Ma il mondo attorno raccontava che i gay erano le frociarole, le checche sfrante. Lo raccontava la gente, perchè quelli erano visibili, non si diceva che i gay sono anche i muratori, i camionisti, i direttori di banca, gli insospettabili mariti.
Tutt'ora, a livello mediatico, se in una trasmissione televisiva o radiofonica c'è un gay, si scelgono quelli che per interessi gossipari o inflessione della voce siano più identificabili come "femminili".

Sia ben chiaro, uso i termini "frociarole" o "checche sfrante" senza intenzione di giudizio. Lo uso per semplificare e rendere velocemente l'idea. Credo nella libertà di espressione della propria identità e che ciascuno possa, debba!, esprimersi come vuole, con i polsi spezzati e un tocco di rimmel, o con la canottiera e l'ascella muschiata da bear.

Questo domandarsi se i gay sono realmente "maschi" credo sia ancora presente nella percezione comune della gente. L'eco creato dal film I segreti di Brokeback Mountain forse stava proprio nella rappresentazione poco comune di due gay uomini, maschi del tutto, cow-boy: l'emblema della virilità.

Ho trovato molto bella la riflessione su queste domande "essere maschio o essere femmina" narrata nel libro Cani randagi di Roberto Paterlini. Ve la propongo perchè  attraverso queste parole vengono raccontati anche gli interrogativi che mi hanno abitato.
Per meglio comprendere il brano, specifico che gli arrusi che troverete citati nel testo sono gli omosessuali passivi, termine usato nella Sicilia degli anni '40.



Francisa, sei proprio 'na femminiella mi ha detto lui allora, e se ne è andato, tutta indispettita quella scema.
Forse dovrei fargli vedere che invece sono un maschio, e forse dovrei farlo vedere anche a me stesso. Un giorno dovrò andare anche io con una donna, sposarla, fare con lei dei figli; sarebbe bene che mi ci preparassi. 
Il corpo delle donne è così più rotondo, morbido, il seno, le gambe, il loro sesso... 
Eppure non mi sento una femmina, e sono un maschio, non ne ho dubbio. 
Gli altri di piazza Alcalá si sentiranno davvero tutti femmine? 
Forse sono delle femmine che per sbaglio si ritrovano nel corpo di un uomo? Ma in quel caso perché nessuno prova pena o quantomeno un po' di magnanimità per delle anime così sfortunate? 
Oppure, forse, si sentono femmine solo perché tutti dicono che lo sono, e loro ci credono.
In realtà, io mi sento maschio anche quando lo prendo. Nemmeno in quei precisi istanti riesco a pensare di essere una donna e che un uomo stia facendo i suoi comodi con me; e non desidero che il mio sesso sia quello di una donna, né il mio corpo, né il mio viso. Di più: non vorrei essere una donna per potere andare con gli uomini come fanno le donne. Mi piace esattamente così, andarci come ci va un altro uomo, come due uomini. 
Luigi si ferma, il torace smette di colpire le gambe piegate contro il petto e il flusso dei suoi pensieri si arresta. Si scuote e stira la schiena come se si fosse scontrato con qualcuno per strada, strabuzza gli occhi e li sfrega con il dorso delle mani, recitando lo stupore come farebbe un attore sul palcoscenico. Gli sembra ci siano delle contraddizioni in tutto quel sistema, ma forse anche nel modo che ha lui di analizzarlo, o nel suo punto di osservazione, come qualcuno che non trova gli occhiali perché li ha appoggiati in testa.
Ripete con meticolosità scientifica i dati del problema: tutti i personaggi in questione, tutti maschi, tutti che vanno con altri maschi, eppure solo alcuni vengono considerati femmine, e malmenati, minacciati, e a volte si fanno addirittura qualche notte in caserma. 
E quelli considerati maschi, invece? Maschi oltre a tutto, sopra a tutto e nonostante tutto? 
A loro non succede nulla e nessuno vede niente di troppo strano - o perlomeno in qualche modo lo giustifica - nel fatto che esercitino la loro mascolinità con altri maschi, ma... Nel loro intimo, in quello strato nascosto della coscienza in cui è impossibile mentire a se stessi, andranno davvero con gli arrusi solo perché di donne non ce ne sono? Possibile che per loro non faccia nessuna differenza quando per me la differenza è così enorme? 
Forse è così. Forse io non lo riesco a capire perché non sono come loro, e sto cercando un paio di occhiali che non ho mai comperato perché nessun medico me li ha mai prescritti. Ma forse non è così. Forse quegli uomini preferiscono, in realtà, andare con altri uomini, e quindi sono le donne, le capre e le vacche i loro diversivi. Potrebbe essere? 
Luigi si rassegna a non poter trovare risposte certe a quelle domande, sforzandosi di non pensarci più. Gioca con la sabbia, infila le dita sotto terra sino al punto in cui diventa dura e impenetrabile. Poi si sdraia e guarda il cielo che sta diventando sempre più scuro, e le stelle che si dispongono ognuna al proprio posto del reticolato, su strati e altezze diverse. 
[...]

Sei tu? 
Certo che sono io. Chi altro aspettavi? risponde Franco scherzoso, ancora senza mostrarsi. 
Credevo ti fossi dimenticato, dice Luigi come per accusarlo. 
Mi sono mai dimenticato? 
No, ma... 
Ho solo fatto fatica a trovarti. Non si vede niente.
I loro corpi si avvicinano e toccano, e loro due subito si baciano. Luigi annusa l'odore della pelle di Franco pulita dal mare, le spalle e il torace, spaziosi, rassicuranti, difficili da lasciar andare. 
Fermo, fermo, dice Franco. Guarda prima cosa ti ho portato. 
E un regalo tutto per lui, un cannolo bene avvolto in un pezzo di carta marrone e vagamente macchiata dall'unto dell'impasto. 
Luigi lo libera con entusiasmo e lo guarda come un gioiello prezioso. 
E per te? Non ne hai preso uno anche per te? 
Avevo solo venti centesimi. Ma è una menzogna, Franco ha già mangiato il suo dolce lungo la strada prima di arrivare. Ho pensato prima a te. 
Allora facciamo metà ciascuno. Luigi si sente lusingato e già sta dividendo il cannolo con le dita, bene attento a che nemmeno una briciola ne cada a terra. Poi porge la prima e più abbondante porzione tra le mani di Franco. 
Grazie, bella. 
Non dirmi bella, io non sono una femmina, risponde stizzito lui, girandosi verso il mare e l'orizzonte. In quel momento sa di comportarsi proprio come una donna, anzi una bambina, ma è più forte di lui, non può farne a meno. 
Scusami, scusami. Credevo ti facesse piacere che te lo dicessi, si difende Franco alzando le braccia al cielo come di fronte a un fucile, avvicinandosi a lui, baciandolo sulla guancia e poi lungo il collo, accarezzandogli la pancia calda sotto la camicia sbottonata. Che ti trattassi come la mia ragazza... 
Luigi non sa cosa rispondere. E gli fa effettivamente piacere - in quella botola della coscienza nella quale nemmeno lui riesce a mentirsi - essere trattato come la sua ragazza, godersi le premure e i piccoli regali, anche se insignificanti come un cannolo. 
Se ti dispiace davvero, questa volta il maschio lascialo fare a me, gli dice comunque, divincolandosi di nuovo dalle sue carezze, muovendosi al buio verso il mare sino a sentire l'acqua sfioragli le dita dei piedi. 
Ma sei diventato matto? Franco sembra persino divertito, come se Luigi gli avesse chiesto di volare o trasformarsi in una figura mitologica per dimostragli il suo amore. 
Perché? gli chiede Luigi. 
E infatti, perché? chiede anche a se stesso. Perché è da pazzi pensarlo e chiederlo? Sono due maschi entrambi: è cosi fuori luogo pensare che possano scambiarsi lo stesso ruolo? E' solo un ruolo. Se non fossero nati e cresciuti a Catania, e l'arvulu rossu e la parola arrusu non esistessero, sembrerebbe ancora così assurdo che per una volta gli stessi personaggi venissero interpretati da attori diversi?
Certamente no. 
Perché? si sta domandando lo stesso Franco. In realtà più di una volta ha riflettuto sull'opportunità di provarci, e poi si è trattenuto dal chiederlo solo per timore e vergogna, e perché non voleva che tutti lo chiamassero arrusu
Certo, con Luigi sarebbe diverso: resterebbe tra loro, su questo non ha dubbi, ma forse dopo lui smetterebbe di vederlo come un maschio e non vorrebbe più starci assieme. Oppure starci sempre in quel modo. 
Sarebbe doloroso? dubita poi. Al di là del dolore, umiliante? Certo, se riesce a immaginare che il resto del mondo non esiste, anche l'umiliazione sparisce. Ma il resto del mondo c'è. 
Non lo so, dice infine. Ma io sono maschio. Non c'è bisogno di essere ragionevole su una questione del genere, pensa. E per quale motivo in fin dei conti? Per una parola sbagliata? Anzi, una lettera? 
Anche io sono maschio, e lo sono sempre stato, anche quando lo prendevo. Anche quando lo prendo, lo incalza Luigi. 
I maschi non lo prendono. Le femmine lo prendono. 
Allora io sarei una femmina? Mi hai mai visto con il rossetto o con la gonna? Credi che possa partorire un figlio? Credi che le femmine abbiano questo? gli dice stringendosi con forza la patta. 
No. No... Certo. Dai. non litighiamo, gli risponde Franco, davvero incapace di ribattere.
I maschi lo mettono e le femmine lo prendono: perché Luigi la sta facendo tanto lunga? Lui è un maschio, non gli interessa prenderlo. 
Lo bacia, stringendolo forte.
Luigi pensa che effettivamente non gli importa, che se lo facesse sarebbe solo per dimostrare di essere un maschio per davvero; ma in fin dei conti, dimostrarlo a chi? 
Non agli altri. Non in una cabina nascosta sulla spiaggia e senza comunque poterlo o volerlo dire a nessuno. A sé stesso? 
O solo a Franco?
Forse sì, ma pensa che lui comunque non lo capirebbe, o almeno non del tutto. Franco non si è sicuramente mai posto quelle domande come tutti i maschi non è tipo da chiedersi certe cose, e in questa strategia sta probabilmente il segreto della sua serenità. 
A cosa pensi? gli chiede il figlio del sarto Fanucci appoggiandogli un braccio attorno alle spalle, e mettendosi a esplorare l'orizzonte alla ricerca di quelle stesse cose invisibili che anche Luigi sembra non trovare. 
Non lo so. 
E se invece lo volesse semplicemente sperimentare? Se non avesse significato o giustificazione e non servisse a dimostrare nulla a nessuno? Se fosse solo un istinto, anche per lui? 
Avrebbe meno senso? 
Immagina di no. Non ci sarebbe comunque nulla di male. E Franco dovrebbe capirlo ed essergli complice. Se davvero tenesse a lui e lo considerasse più di un semplice arrusu, dovrebbe assecondarlo. 
Ma se invece non lo facesse? 
A questo punto lo dovrebbe lasciare.
Forse è per questo che si sentiva così agitato prima che si vedessero: sapeva che qualcosa sarebbe accaduto e che avrebbero litigato, forse per sempre.
Ma lo potrebbe davvero lasciare per una stupidaggine del genero? 
Si pente di avergli fatto quella domanda, di essersi messo nella situazione in cui otterrà esattamente ciò che vuole, come un despota irragionevole, o lo dovrà lasciare e perdere. Ora, la sua stessa posizione gli sembra insensata e rigida. 
Anche Franco è perplesso, Guarda Luigi e stanno in silenzio per qualche secondo, mentre l'unico rumore che li accompagna è quello quasi impercettibile delle onde che lambiscono la riva. 
Pensa, teme, che forse Luigi sia cambiato o stia cambiando. Non si era mai posto il problema di dare un nome al suo ruolo, l'aveva conosciuto come un arrusu e forse dentro di sé aveva continuato a considerarlo così. 
E' solo un arrusu
E se andasse con un altro? 
No, no. 
Fa male prenderlo? gli chiede con un filo di voce. 
Certe volte, non sempre. 
Che ci stia pensando davvero? si chiede Luigi. Se Franco accettasse, lui lo vorrebbe fare sul serio? 
E va bene, dice Franco all'improvviso. Questa volta mettimelo tu. 
Davvero? 
Davvero... Però non capiterà tutte le volte. 
Non voglio diventare una femmina nemmeno io.
Luigi sorride timoroso. Vorrebbe spiegargli che non lo sarebbe comunque, che gli arrusi non sono femmine. Ma per Franco sarà un obbligo, una violenza? si chiede invece. Nel suo essere così semplice e solido, come un grande tavolo di rovere, lo accetta solo per accontentarmi? 
Invidia il suo filtrare tutto attraverso la generosità e la gentilezza. Pensa sia il ragazzo più buono che conosce, forse il migliore del mondo, e che forse lo ama davvero.
Lo abbraccia e si baciano, sdraiandosi nella sabbia. Luigi gli trova un filo nei capelli, un residuo del lavoro sopravvissuto al mare, e stando bene attento a non strappargliene nemmeno uno, lo districa e lo guarda - lo immagina, in realtà, al buio sentendo nei confronti di Franco una tenerezza smisurata. Invidia quel filo, la possibilità che ha avuto di passare con lui tutta la giornata alla luce del sole, e improvvisamente la paura di prima scompare. 
Nessuno lo saprà mai e accadrà solo quella volta. Lo faranno in quel modo nuovo perché così anche lui diventerà come un filo, sarà nascosto dentro al corpo di Franco in ogni momento, esattamente come Franco è nel suo, invisibile ma costantemente vicino e presente.
(Roberto Paterlini - Cani Randagi)

41 commenti:

  1. Risposte
    1. Ciao.
      Spero non sia un problema l'aver pubblicato uno stralcio così ampio. E' ciò che ho fatto anche con altri libri. Non vuole essere un'azione di lesione dei diritti d'autore, semmai una promozione per favorire la conoscenza dei libri. A questo proposito appongo sempre i link per dare modo di avere informazioni dirette sull'acquisto dei libri.
      Mi pare, dal tuo ringraziamento, che tu non sia contrario (spero).

      E comunque grazie a te per quanto scrivi :)

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    2. Ma no, figurati, non è lesivo proprio di nulla... Anzi. Il grazie era un vero grazie... Sei pure stato a copiarlo! :)

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    3. Per la copiatura in realtà e stato un lavoro più facile. Armato di scanner e programma di rilevazione automatica della scrittura ;)

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  2. ma hai visto che bella gente pssa de qua, nì?
    dovresti esserne orgoglione!!!
    e tu volevi sbaraccà tutto.. ma che te pozzino!!!

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    1. Mi ero già pavoneggiato quando nel post dove parlavo di questo libro avevo già avuto l'intervento dell'autore... Lusingato!

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    2. ribadisco: ma quanto puoi esse orgoglione, eh?
      ^____^

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    3. Ahahah Ma poi un lettore come il freedog. In, sei proprio fortunato. ;)

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    4. Fortunatissimo!
      Un romanziere come Paterlini, un giornalista come freedog, un vip come Amleto... ;)

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  3. guarda che il mondo gay è molto più ampio dell'universo, lo spettro va dagli iperuomini supervirili agli effemminati!

    E ti assicuro che nei luoghi di cruising tipo saune etc. vedi davvero di tutto.

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    1. Eh si, questo lo so bene. Nel post infatti parlavo della percezione che avevo in giovine età e della percezione che ancora oggi molta gente ha!

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  4. Questa dei ruoli, degli atteggiamenti e di quello che consideriamo maschile e femminile è una cosa molto complessa e per me spesso va anche oltre all'orientamento sessuale.

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    1. Ti va, loran, di approfondire meglio cosa intendi con quell'oltre l'orientamento sessuale?

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    2. La penso allo stesso modo :) va oltre l orientamento sessuale

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    3. Ho conosciuto un paio di casi (anche se certo non ci si può fare sopra una teoria) di uomini eterosessuali ma con atteggiamenti e un aspetto femminili.
      Quindi pensavo e mi chiedevo da cosa dipende? Sono scelte innate o condizionate dall'ambiente in cui si vive? Poi ho visto che in certe etnie non ci sono tutte queste differenze di modi tra maschio e femmina, ad esempio in certi parti dell'Africa i maschi quando devono trovare moglie indicono una specie di concorso di bellezza truccandosi e avendo degli atteggiamenti che da noi occidentali sarebbero considerati effeminati, pur essendo eterosessuali.

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    4. Grazie. Sei stato chiarissimo loran e queste domande sui condizionamenti sono molto interessanti.
      La pensa così anche Mousetrip :)

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  5. Anche io mi sono sempre sentito maschio..non ho mai desiderato essere donna.
    Ma non nascondo che in qualche occasione avrei voluto essere donna, ma solo per non nascondere i miei gusti sessuali e per non sentire il peso del giudizio e delle offese della gente, quando ho palesato il mio orientamento.
    Ma oggi penso che in fondo anche quello è servito a forgiare ciò che sono oggi. Lungi dall'essere risolto, ma quantomeno con un certo equilibrio.

    PS. Trovo che non ci sia niente di più virile del sesso tra due uomini. ;)

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    1. Il pensiero "fossi stato donna sarebbe stato tutto più facile", pur non desiderando mai di esserlo realmente, ha abitato anche me :)

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  6. In effetti la percezione del gay "maschile e femminile" è ancora molto viva..specialmente associata al sesso attivo o passivo! Penso che la gente che semplifica il tutto incasellandoci in queste categorie sarebbe sconvolta conoscendo qualche uomo tanto maschile quanto gay..;)! E sono d'accordo con Loran che questa è una questione molto più ampia a complessa! Io con le barbie, da piccolo, c'ho giocato..vergogna:(,ma uomo mi ci sento! Merc

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    1. Già,
      attivo = maschio,
      passivo = femmina.
      Come no! Eh eh...

      PS.: io niente Barbie, ma quel pacco grosso e plasticoso del Big Jim e quei muscoli... uhm :P

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    2. Sarò mica etero allora?!? :D

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    3. Mal che vada ti faccio guarire io. Terapia riparativa per tornar ad essere un "omo" come si deve ;)

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    4. :D..guarda che ho guarigione lenta..ti ci devi mettere d'impegno e per mooolte sedute! Quando inizia la terapia?;) Merc

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  7. Il caro Loran che mi precede...
    In effetti anche io leggendo ho pensato alla stessa cosa. Nei ruoli sessuali gioca un ruolo di primo piano la psicologia del giudizio. Entrano in gioco "gli altri" come soggetto che misura la dignità di ruolo in un rapporto sessuale.
    Ed è più che normale, si pensa, perchè l'idea che ci facciamo di noi stessi, di quello che desideriamo, o meglio di quello che ci pensiamo autorizzati a desiderare, passa attraverso tutto il nostro vissuto all'interno di una società che, noi lo vogliamo o meno, ci giudica.
    Al di là dei ruoli di una persona omossessuale, effemminata o meno, attiva o passiva, penso che l'analisi della normalità o anomormalità che si legge nel passo pubblicato vada ricercata nella reazione allo scoprirsi diverso dagli altri.
    Però è interessante anche leggere dei dubbi di Franco di fronte alla richiesta di Luigi.
    Perchè in quei dubbi c'è di tutto. C'è la paura di venire giudicato male, di umiliarsi di fronte agli altri (chi? nessuno vedrà o soprà), c'è il desiderio di staccarsi dall'idea umiliante del passivo per soddisfare una curiosità che ha da sempre, c'è il dubbio di trovarsi di fronte ad una esigenza importante del compagno.
    In tutto questo mi ci ritrovo perfino io come donna. Il coraggio di rivestire un ruolo diverso, la completa accettazione di quello che ti chiede il compagno, sono tutte cose che rompono degli schemi che dentro di noi possono essere anche molto rigidi e resistenti.
    Anche qui ci sarebbe da parlare e scrivere per ore.
    Bellissimo anche questo argomento.
    Bacioni. Luci

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    1. "gli altri" come soggetto che misura la dignità di ruolo in un rapporto sessuale, è un ottimo spunto.
      Gli schemi che ci portiamo rigidamente dentro, pure.
      Intervento prezioso, Luci! :*

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  8. come sai(vedi outing:))questa cosa del gay più maschio o più femmina la sto vivendo ora con chi mi è attorno...spero sia solo una mia paranoia:) emozionante(e sai anche della mia lacrima facile:))il brano....

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    1. Chi ti ha attorno credo ti abbia definito maschile o meno già nel tempo. Starei sereno, almeno per questo aspetto.

      Sul brano, si. Davvero bello e illuminante. :)

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  9. Pochi giorni fa mi è successo di parlare con delle persone e ho notato che: due uomini etero si stupiscono del fatto che due uomini con la barba abbiano dei rapporti (e in quel caso si parlava solo di effusioni). Inoltre due donne, parlando di un tizio che ha una voce femminile ma (da quanto è dato sapere) non è gay, pensavano subito "male". Al che io ho detto alla più convinta delle due "non vuol dire nulla. C'è chi ha figli perché si è dovuto sposare per forza e magari non è etero, come c'è chi ha un aspetto molto virile ed è gay." La gente rimane sempre di sasso. Pure io quando ero più piccolo facevo delle associazioni come "voce effeminata-frocio" oppure "voce mascolina-lesbica". Però mi meraviglio di chi ha 40 anni e ancora pensa in quel modo

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    1. Se ci pensi sono costrutti abbastanza normali che tutti noi agiamo in milioni di campi.
      Quella persona è di quell'area politica? Quindi significa che è...
      E' credente, ha quella religione? Quindi è....
      Si veste in un certo modo. Naturalmente sarà...

      Usiamo le etichette e il pregiudizio per semplificare con la banalizzazione i nostri pensieri.

      Però è importante accorgersi che ci sono pensieri che ci siamo formati, altri che sono pregiudizi. E su quelli tentare di rimettersi sempre in discussione.

      Benvenuto, grazie per il tuo intervento

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  10. Auguri a tutte le donne che frequentano il blog di In. Auguri a coloro che si sentono "femmine", a quelle che lo sono state, a quante lo saranno. Auguri alle ragazze che amano le ragazze a quelle che amano i ragazzi o che non fanno distinzioni. Auguri alle mamme, alle single, alle divorziate e a coloro che si sono votate alla castità. Auguri a coloro che non si sentono più belle nè giovani, ma continuano a donare amore a chi sta loro vicino. Auguri alle donne in carriera, a quelle che rinunciano alle ambizioni professionali per la famiglia. Auguri alle signore appassionate che lottano per vedere affermati i propri diritti una volta per tutte.Auguri alle ribelli che non si conformeranno mai, alle sognatrici, alle dolci consolatrici, alle artiste. E auguri pure alle stronze, che a volte hanno validi motivi per esserlo.

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    1. Bellissimo augurio Kike, al quale mi unisco.
      A chi è donna fuori e dentro.

      Grazie.

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    2. kikè, sei inarrivabile!!
      riuscì a postà l'auguri pella festa delle donne esattamente un minuto DOPO che l'8 marzo è finito è na cosa al di là di ogni umana possibilità!!

      Mai capito come ca..volo fai a riuscì in ste imprese!!!

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  11. Poprio come è successo quando ho fatto coming out coi miei: alcuni giorni dopo mio padre mi ha chiesto se mi sentissi donna, ed io sbalordito! Ho capito che non tutto è ovvio!

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    1. Infatti. E' proprio ancora presente l'associazione omosessualità = femminilità.

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  12. Bellissima discussione ma per me discutere qui è troppo stretto, pensa che bello se....

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  13. Argomento complicato e che mi disturba un bel po' a dire il vero.
    Sul lavoro ho sentito più volte dei commenti: "quel cliente con famiglia è un po' troppo effemminato, è sicuramente gay"... Tralasciando tutto...Ma saranno una fila di cazzi suoi?
    Poi ovviamente l'han detto in modo quasi derisorio e la cosa più fastidiosa di tutte è che uno dei commentatori è gay dichiarato... Io la trovo una cosa aberrante, vivi e lascia vivere no?

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    1. Anch'io vivo davvero come molto fastidiosi questi commenti. Soprattutto quando vengono da gay. Come fosse un modo per sputtanare e far pagare agli altri le sofferenze patite.
      Tristezza :(

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  14. Questo testo è....è incrediile. Ti ringrazio davvero di averlo postato, anche se dopo averlo letto sento una grande peso( o forse è solo un vuoto?) nello stomaco. E' come se l'avesso scritto io...Luigi sono io, e chissà quanti altri ragazzi, forse un pò tutti. Tra l'altro essendo siciliano, mi rivedo ancora maggiormente in ciò che è scritto. E' assurdo come ancora oggi molti , ovunque, associno l'omosessualità con la transessualità e comunque in generale con l'essere donna. Ricordo, con dolore ancora oggi, che la prima volta che depilai le sopracciglia mia madre mi disse: " ora ti depilerai le gambe, metterai le calze a rete ed andrai a fare la buttana in autostrada". Quelle parole mi rimbombano dentro, echeggiano nella mia mente come petardi, non solo per l'offensività e la brutalià di chi più al mondo dovrebbe proteggerti, ma soprattutto perchè veniva lesa la mia identità di MASCHIO. Io AMO essere nato maschio, anzi,lo amo così tanto, che sono diventato pure omosessuale ;). Certo, alcune volte penso che aver avuto una vagina, in certe occasioni sessuali, mi sarebbe tornato utile, ma alla fine io voglio amare ed essere amato da UOMO!

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