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mercoledì 13 aprile 2011

Mamma sa che lo prendi in culo?


«Eliot?» disse Philip.
«Sì?»
«Sto pensando di dirlo ai miei genitori. Di noi due. Il che, evi­dentemente, implica che gli racconti di me.» Eliot non disse niente.
«Sto pensando di dirglielo questa domenica» disse Philip. «Pensi che sia una buona idea?»
«Non conosco i tuoi genitori» disse Eliot.
«Ma io sì. E posso dirlo fin da adesso: non credo che per loro sarà un grosso trauma. Penseranno: "Ma certo". E finalmente capiranno come mai non ho mai avuto una ragazza e tutto il re­sto. Insomma, i miei genitori sono gente aperta. Non resteran­no annientati dalla notizia.»
«Probabilmente no» disse Eliot.
Philip annuì tra sé. «No,» disse «il problema non sarà tanto il fatto che io sia gay, ma tutto il resto. Perché non basta, capisci,  dirglielo una volta per tutte e poi non parlarne mai più. Sento che dovrei fargli sapere che cosa ha significato per me, cosa si­gnifica, crescere tenendosi questo segreto. Sento che dovrei far­gli capire che cosa significa fare la vita che faccio io, avere te. In fondo meritano di saperlo.»
«È quello che pensava anche Jerene,» disse Eliot «e guarda cosa le è successo.» [se vuoi sapere cosa è successo a Jerene clicca qui]
«I miei genitori non sono come i genitori di Jerene» disse Phi­lip; nella sua voce c'era una punta di rabbia.
«Oh, probabilmente non ti rinnegheranno. Ma non credere che saranno rose e fiori, Philip. Per te è difficile capire quanto risulterà loro nuova questa cosa, perché tu ci convivi da tutta la vita. Ma loro no. Loro probabilmente non ci hanno neanche pensato.»
«Oh, sono sicuro che ci hanno pensato. Non sono stupidi.»
«Anche in questo caso, resta il fatto che quand'anche tu riu­scissi a spiegare benissimo a tua madre come mai ti piace pren­derlo nel culo da un altro uomo, non è detto che lei ne sia mol­to felice.»
Philip fece tanto d'occhi a Eliot.
«Senti,» disse Eliot «rilassati. Non sto dicendo che non do­vresti informarli. Sto solo dicendo che dovresti pensarci molto attentamente prima di fare qualcosa di affrettato, e dovresti es­sere certo che lo fai per loro e non per te. Questa è una faccenda seria. Stai attento. So che quello di Jerene è un caso limite, ma pensaci. La tragedia nel suo caso è che lei vuole ancora bene ai suoi genitori. E loro ne vogliono a lei. E se non gliel'avesse det­to... Be', questo bene lo avrebbe ancora.»
Sbadigliò e chiuse gli occhi. Philip, ancora completamente sveglio, fissò il soffitto. Che ragione aveva per dirlo ai suoi ge­nitori, si chiese, quando per anni aveva evitato con tanto suc­cesso questo confronto? Era per loro che voleva fare questa ri­velazione, perché si meritavano di sapere la verità? O era per se stesso, come aveva insinuato Eliot, per liberarsi alla fine del peso di quel segreto? Anche in questo caso non gli sembrava ci fosse niente di sbagliato. 
(D. Leavitt - La lingua perduta delle gru)
E voi? Come vi ponete di fronte a questi interrogativi?
Cosa provate di fronte a questo brano?

25 commenti:

  1. è una di quelle situazioni dove ogni storia è una storia a se, poi dipende molto da se uno sente il bisogno di dirlo, da come sono i nostri genitori, dall'età che uno ha, dal grado di indipendenza economica e affettiva.
    Nel mio caso l'ho detto abbastanza tardi (30 anni) e in un contesto diciamo controllato (in una seduta di terapia famigliare dove i due psicologi hanno potuto soddisfare tutti gli interrogativi dei miei) poi nella mia famiglia si è sempre parlato poco e domande imbarazzanti (tipo ma quando ci fai conoscere la tua ragazza?) non ci sono mai state.

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  2. Io non devo rispondere ai miei genitori di chi mi porto a letto, sonop fatti miei e solo miei!

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  3. hai ragione Miky dovrebbe essere cosi',genitori amici conoscenti....pero':(
    lost

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  4. Cosa cambia? Mica assistono alle mie performance di letto... Guarda, io sn molto anglosassone in questo: dopo i 18 sn cazzi miei! :)

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  5. Devo dire che non mi sono mai fatto molte domande su questo tema, ma forse sbaglio a non farlo!

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  6. Io non appena sono stato convinto al cento per cento di aver capito me e cosa volevo (cioè un uomo)l'ho subito detto a mia madre e dopo qualche giorno a quella ragazza che al tempo che fu era la mia fidanzata da 10 anni. Ci ho messo molto tempo ad arrivare a capire per bene quello che sono a causa del rapporto che vivevo con questa lei da quando avevo 16 anni, altrimenti credo proprio che ci sarei arrivato prima con la testa, perchè si nasce gay non lo si diventa, ma tutto sta nel capirlo e accettarlo per davvero con la propria testa a causa del mondo intero che ti fa vedere e che vuole vedere solo coppie formate da Uomo-Donna. Ai 26anni ho cambiato nettamente pagina e non me ne sono MAI PENTITO!!! Perchè poi pentirsi di cosa?!? Di essere e di vivere per ciò che realmente sono?!? Non vivrei mai per ciò che chi mi sta intorno vorrebbe!!!
    Stefano

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  7. Io ho da poco fatto Coming Out con alcune persone che ritengo fidatissime e che hanno dimostrato di meritare la mia fiducia. Sono state felici che io abbia accettato la cosa e si sono sentite onorate che io le abbia scelte per questa intimissima confidenza.
    Ma capisco che non tutte le persone a cui lo dirò reagiranno nello stesso splendido modo.

    Per quanto riguarda la mia famiglia, non ho per niente paura della loro reazione, perchè so che avrò solo comprensione e affetto: sono molto fortunato in questo...
    Ancora non l'ho detto ai miei (anche se loro hanno già capito qualcosa) perchè ho intenzione di capirmi meglio, di vivermela un po' per conto mio questa consapevolezza e serenità, finalmente arrivate dopo tante lotte interiori. Arriverà presto il tempo in cui lo condividerò anche con la mia famiglia...

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  8. hai voglia di uscire dall' armadio? non lo fare non credo che sia cosi' determinante divulgare quello che si è sono solo fatti privati e anche la famiglia, magari lo ha gia' capito da sola e preferisce non alzare polveroni.e poi non credo che tu senta la necessita' di andare in giro mano nella mano con il tuo compagno o baciarlo in pubblico. qundi perche?
    baci T.

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  9. Uscire da quell'armadio credo sia tremendamente difficile nella maggioranza delle situazioni, non tanto e non solo per la famiglia di appartenenza, ma anche e soprattutto per la cerchia di amici, più o meno stretti, per il contesto sociale in cui si vive, per l'ambiente di lavoro o per il tipo stesso di lavoro, per il "ruolo" sociale che si riveste ... Tutti sappiamo che cosa in genere si dice degli omosessuali e che cosa pensa la gente (a torto ovviamente) del loro comportamento.
    E, comunque, o si riesce a fare il passo nella prima giovinezza oppure diventa (salvo eccezioni) sempre più difficile "dichiararsi". Pensate ad esempio ad un medico trentenne, all'inizio della sua professione, che si dichiarasse, ad un insegnante che lasciasse trasparire il suo orientamento, ad un giovane in carriera ...
    Certamente, anche tra questa tipologia di persone, c'è chi ha o ha avuto il coraggio di uscire da quell'armadio, ma quale prezzo ha dovuto pagare?
    La situazione, a mio giudizio, è diversa per chi il passo riesce a farlo subito, magari in un contesto di visibilità sociale un po' defilato ...
    Resta il fatto che io provo qualche invidia, ma anche ammirazione, per chi si è tolto la maschera e rivendica il diritto di mostrarsi per quello che è veramente, con la dignità che fa grande ogni essere umano!

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  10. i miei genitori sono molto in là con gli anni, mio padre quest'anno ne fa 87 ed io 32, quindi c'è anche una gran bella differenza generazionale, per questo ho deciso di non dire nulla loro, hanno il loro mondo e le loro convinzioni ed io non credo di avere il diritto di sconvolgerli solo per sentirmi più sereno con la mia coscienza...

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  11. si, lo sa.
    dirglielo è stato una delle cose più difficili e importanti della mia vita. ne sono immensamente felice perchè se non lo avessi fatto le avrei precluso una parte della mia vita, mettendo un muro tra di noi che sarebbe cresciuto sempre di più fino ad impedirci di comunicare.
    ora è un po' arrabbiata perchè ho aspettato tanto.
    contrariamente a quanto pensavo io, nella mia esperienza come in quella di tanti amici, i padri reagiscono molto meglio delle madri, compresi quelli più machi.

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  12. Ai miei l'ho detto appena l'ho capito. Per me stesso, per poter vivere tutto ciò che provo in modo sereno e consapevole.
    Molto di quel che è stato scritto è sintomo evidente di quanto noi stessi ci discriminiamo, di quanto abbiamo assimilato omofobia. Chi mi porto a letto? Performance di letto? Omosessualità è questo? il modo in cui prendo/metto il pisello nel culo? Le acrobazie e le capacità/performance in quel cazzaccio di letto? Forse non si tratta di dire "cavolo com'è carino quel ragazzo", nel momento in cui lo si pensa e lo si vorrebbe dire, piuttosto che frenarsi a stento? Non si tratta di dire "io sono innamorato di Tizio e non di Caia?". Ecco, questa è la solita associazione mentale, tipicamente etero-omofobica del "omosessuale=solo sesso".

    Per cui sì, l'ho fatto decisamente per me stesso. Non esprimerlo è solo espressione della paura di ricevere biasimo e di essere osteggiati. Anche perché se fosse veramente un "cazzi miei", non ci si preoccuperebbe nemmeno di tenerlo accuratamente nascosto e di non dirlo. Al massimo non ci si preoccuperebbe che gli altri se ne rendano conto, vedendoti in compagnia di qualcuno in atteggiamenti palesi.
    "Chi è Tizio? Un amico..." Ma un par de palle! Tizio è il mio ragazzo!

    Ed è chiaro che se ne scaturiscono "tragedie", non vedo cosa possa farsene una persona di quel "bene" mutilato e frutto di un compromesso. Evidentemente ci si tiene al bene e alla considerazione dei propri genitori, altrimenti non avrebbe nemmeno senso evitare di renderli consapevoli, direttamente o indirettamente.

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  13. PS: e che tristezza la continua valutazione di rischi esterni per carriera, vita, ecc. C'è gente che ha lottato ed è morta per ottenere diritti. In ogni ambito, in ogni comunità discriminata. E noi ci si assuefa all'oscurità e alla repressione. Non si ha nemmeno il coraggio di avvalersi degli strumenti legali, pur minimi, ma ottenuti duramente, che si hanno a disposizione per portare avanti i propri diritti e la propria dignità.

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  14. @ tutti - che bello! Grazie per l'interazione, per i vostri commenti, soprattutto perchè nascono da vissuti diretti. Non mi permetterò di commentarli.
    Nel mio blog c'è molto spazio per l'ormone e le "pornazzate" ma anche, e questo mi piace, per il ragionamento, i vissuti, l'intimità.
    Forse per chi legge questo blog, c'è la possibilità di mettere in discussione il proprio io con quello degli altri. Può essere utile.
    Insomma, quando iniziai quest'avventura non immaginavo che da gay ben nascosto e mai dichiarato avrei potuto dare il mio piccolissimo contributo alla causa...
    Ancora grazie! :)

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  15. Questo libro mi piace sempre più, ma in casa ho la libreria fuori dall'armadio! :D
    Sai dove posso reperirne una copia digitale?

    Quanto a me, non ho condiviso questa parte della mia vita con la mia famiglia, all'infuori di mia sorella che l'ha presa molto bene e mi supporta. Molte, moltissime volte sono stato tentato di dirlo, ma mi sono frenato all'ultimo, impanicato.
    Penso non sia il momento giusto, dopotutto. Ho ancora tempo...e sono certo che quando arriverà, sarà del tutto spontaneo e naturale. Non forzato, non dovuto, non obbligato.

    Spontaneo.

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  16. Io so solo che da quando l'ho detto a qualcuno mi sento molto molto più sollevato, molto più libero... Finalmente ho qualcuno con cui parlare di questa cosa, qualcuno a cui dire "ho visto un ragazzo bellissimo", qualcuno a cui comunicare le mie paure, qualcuno con cui essere sincero, senza aver continuamente paura di aver detto troppo, di essermi soffermato troppo su qualche argomento, di aver parlato troppo di un ragazzo. Finalmente LIBERO!!!

    Non bisogna per forza dirlo a tutto il mondo, fare comunicati stampa... Non è che le persone si mettono in mezzo alla strada a gridare: "mi piace la gnocca", "ho fatto voto di castità", "mi eccita il sesso sadomaso"... sono cose intime, private che non si devono per forza dire ad ogni persona che si incontra.
    Però nemmeno nasconderle a tutti i costi, reprimerle: questo fa solo male.

    Secondo me si deve semplicemente vivere queste tante sfaccettature della vita, consapevoli di non essere "anormali", "diversi"... le uniche persone anormali sono quelle che si scandalizzano della vita altrui.
    Quindi vivere senza nascondersi, ma senza nemmeno "urlare" a tutti le nostre scelte di vita; ed aprire il nostro cuore solo alle persone di cui ci fidiamo di più per poter finalmente sentire la libertà e poter condividere la propria felicità, il proprio dolore, la propria vita.

    Non bisogna per forza scardinare le porte dell' "armadio" (forse non sarebbe nemmeno giusto), ma semplicemente non mettere un lucchetto alle sue ante e aprirle con naturalezza, facendo vedere il prezioso contenuto solo alle persone che ci vogliono davvero bene.

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  17. Forse sono stato un pò troppo logorroico xD

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  18. F:no non lo sei stato,anzi ti ringrazio per quello che hai scritto come ringrazio anche gli altri e soprattutto (IN) per questo post e per il blog!!baci x tutti
    lost

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  19. F. ha espresso esattamente quello che penso io! Bravo! :)

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  20. A parte i continui "viva la figa" che si leggono sui muri, non mi pare che gli uomini etero (così come spesso le donne) vivano in maniera privata e nascosta il sesso e le loro relazioni sentimentali/sessuali. Ne parlano. Abbondantemente. Ci scherzano con gli amici. Fanno gli sbruffoni. Se ne vantano. Lo esprimono. Tranne quando si vergognano delle attenzioni.
    Gli omosessuali, invece, sono spesso estremamente reticenti nel parlarne e nel palesarsi tali.

    Al di là del fatto che questo possa essere considerato "giusto" o "sbagliato", rimane il fatto che è comune e diffuso. Del resto non mi è mai capitato di vedere coppie omosessuali in intimità al ristorante (contesto pubblico, si è circondati da estranei), mentre è normale vederne di etero.

    Le "scelte" di vita(parola curiosa, è la stessa che usano gli etero per definire l'omosessualità, a differenza della loro eterosessualità; a me sembra si stia parlando più di pulsioni istintive e spontanee) chiaramente non si gridano sempre (ma perché tacere la propria natura, i propri gusti a chi si vuole bene?), ma nemmeno si nascondono ansiosamente con una maschera. Poi se si è sereni e indifferenti, è un altro discorso. Ma è qui la scelta: dire o tacere; mostrare o nascondere. Come si trattasse di chissà quale segreto pericoloso.

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  21. @ co.balto - la copia digitale esiste, eccome:
    http://www.ibs.it/ebook/leavitt-david/lingua-perduta-delle-gru/9788852017179.html

    @ F. - non preoccuparti di essere logorroico. Si legge che il tuo è un commento lungo in quanto sentito.

    Grazie ancora a tutti per i contributi, arrivano sempre più idee in questo mio armadio!

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  22. @Wally
    parlando di "scelte" di vita, mi riferivo a tutte, non unicamente all'orientamento sessuale (che, cmq, non si può scegliere)
    Però siamo d'accordo sul fatto che i nostri gusti non si devono "nascondere ansiosamente con una maschera": nel mio intervento era questo ciò che volevo comunicare.

    Più che altro penso si possa vivere serenamente la nostra o qualsiasi altra "condizione" (o "gusto" o...come lo volete chiamare lo chiamate xD), semplicemente vivendo senza etichette. Spesso siamo noi stessi ad etichettarci.
    Anche se sono omosessuale, ciò non vuol dire che solo questa parte di me deve essere espressa più delle altre nella relazione con gli altri.
    Vivo la mia vita come uomo a cui piace la musica, piacciono i libri, piacciono gli uomini...

    Certo: forse questa è una visione un pò utopistica perchè non tutti nel nostro bel mondo la pensano in questa maniera. I pregiudizi ci sono, e tanti...
    Però penso possa essere un bell'obiettivo da tentare di realizzare in piccolo...
    Vivere la propria vita con naturalezza e pensare: "sono un uomo e, come tutti gli esseri umani, ho i miei gusti, le mie preferenze, le mie inclinazioni, i miei difetti, le mie debolezze..."
    Vivere senza nascondersi e senza ostentare.

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  23. Forse sono un po' ingenuo a pensare così, anche per colpa della mia giovane età e perchè ancora non ho pienamente provato l'amarezza dell'incomprensione, dell'intolleranza...
    Inoltre penso che per poter vivere in modo così libero la propria vita bisognerebbe raggiungere un ampio livello di consapevolezza e sentirsi finalmente pronto...
    Ma l'importante è sognare, avere un obiettivo che ti fa andare avanti e cercare di raggiungerlo poco alla volta

    @(In)consapevole: davvero complimenti per questo blog (è già da qualche anno che ti seguo silenziosamente) perchè, oltre al divertimento ;) , si trova spazio per sentimenti profondi e discussioni così intense :) complimenti davvero

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  24. @ F. - io qui ci metto la mia passione, ma senza il vostro stimolo sarebbe solo una bella "masturbazione". Io preferisco l'interazione ;)

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