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martedì 10 maggio 2011

Nudo sotto

Il suo nome non lo so, gli anni - 35 circa, non più un ragazzino ma un uomo fatto e finito senza esser troppo maturo. Capelli neri, folti e mossi, solo sulle tempie l'inizio di un leggero argento, carnagione scura, viso molto espressivo, sorriso bianco e perfetto, occhi scurissimi da tuffarcisi dentro. Niente fede nuziale al dito.
Non troppo alto, circa 1 metro e 75, tatuaggio tribale sul fianco destro, fisico molto asciutto e con una massa muscolare importante ma ancora naturale. Lo vedo in palestra, ma lo incrocio raramente. Mai in sala pesi, lui fa solo i corsi: just pump, fit boxe, trx. Spesso nei corsi è circondato da molte donne, ma sta sempre sulle sue. Non chiacchera mai, solo sorride, risponde a tono ma non interagisce di sua spontanea volontà.
Nello spogliatoio non si perde in parole, si spoglia liberamente e lascia - si, di questo son sicuro! - lascia che gli altri guardino, lo ammirino, invidino il suo corpo. Mi piace quando sudato entra nello spogliatoio e libera le nocche e i polsi dalla fascia rossa protettiva dopo la fit-boxe.
Che mi abbia "beccato in pieno" a guardarlo di sottecchi è ormai sicuro, ma non mi preoccupo. Molti altri etero se lo rimirano, perchè un bel fisico è sempre l'oggetto dell'attenzione di tutti i frequentatori della palestra.
E ancora l'ho avuto con me sotto la doccia. Strano, di solito aspetta che non ci sia nessuno. 
E' arrivato ed eravamo lì io e Max. Si è messo a lavarsi nella doccia di fronte a noi. Io lo guardavo e rimiravo anche il suo cazzo: a riposo è un cazzo medio, media lunghezza, non grosso e che piega sulla sinistra. Almeno quello, molto normale. Nulla che farebbe impazzire, nulla di notevole se non fosse che è immerso in un bosco di peli, scuri e virili. Il bosco è però ben curato: molto folto proprio lì, ma subito rasato appena fuori dall'area pubica. Il basso addome è liscio, completamente liscio, una tavoletta, abbronzato e liscio. Compaiono i peli di nuovo sul pettorale. Tanti. Lì sono rasati a media lunghezza. Anche sul petto una virilità "curata".
Max finisce la doccia, avrei finito anch'io ma son spudorato e dopo essermi già sciacquato mi insapono di nuovo per rimaner ancora un po' a veder quella bellezza.
Poi me ne esco, quando vedo che anche lui sta per finire.
In spogliatoio rimaniamo noi due. Max se ne va, saluta. Io ricambio il saluto, lui invece niente, manco fosse trasparente. Timido o se la tira? Lui si porta allo specchio e col telo avvolto alla vita si asciuga i capelli al phon. Dallo specchio controlla e c'è una triangolazione dei nostri occhi, io che sfuggevolmente lo guardo, lui che vede che lo guardo. Intanto mi rivesto, con calma. Nessuna parola: io non ho argomenti, lui non ne ha mai, e non ne avrebbe di certo per me.
Asciugati i capelli va al suo armadietto prende i pantaloni e se li infila: non proprio di fronte a me, ma comunque ben visibile, si infila i pantaloni senza mutande e si sistema il pacco nel cavallo. Pantaloni a vita bassa, con un minimo di quel pelo che gli fuoriesce. Nel cavallo vedo la lieve protuberanza del suo arnese moscio.Tutto ciò che ho appena descritto, mi rendo conto, è sicuramente amplificato dalla mia mente e dai miei ormoni. Son quelle situazioni dove le fantasie galoppano anche se sai che non hanno senso. La verità andrebbe meno colorata, meno interpretata. Ma il mio cazzo è barzotto perchè quella sua ruvidezza, quella sua naturalità, quella libertà di andarsene in giro con pisello ciondolante nelle braghe mi intriga.
Non è da me: mi rivesto anch'io senza mutande, faccio in modo che si accorga che lo emulo.  La sensazione di restar nudo sotto è piacevole, contengo l'eccitazione. Lui sta per uscire dallo spogliatoio ma rallenta il suo passo. Nelle mie fantasie penso che mi aspetti. Usciamo praticamente nello stesso momento. Si cammina un pezzo insieme nel parcheggio, in silenzio. Al saluto di Max non ha contraccambiato, ma io sono educato e comunque ci provo. "Ciao, buona serata". "Buona serata anche a te", stavolta risponde. Come no!

lunedì 9 maggio 2011

Quel "picchetto" che ci piace tanto

Sta spopolando il video dove Gerard Pique, difensore del Barcelona, mostra nei suoi pantaloni la sua imponente erezione e magnifica dotazione. L'aveva postato anche MicrOO, ma lo ripropongo perchè è sempre un belvedere:



Io non lo conoscevo questo bel calciatore, l'avevo solo intravisto nella foto "gay" compromettente con Ibrahimovic
e così sono andato a cercare un po' di foto e di info su di lui.
Bel gnoccone, il ragazzo, poi sapendo che ha quel torrone tra le gambe...
Ciò che mi fa sorridere è la definizione alquanto azzeccata delle sue caratteristiche tecniche, come calciatore, che possiamo trovare su Wikipedia. Ecco cosa si dice:
Pique è un difensore centrale dotato di un fisico imponente ( 192cm x 85kg ) che gli permette di essere un ottimo colpitore di testa sia in fase difensiva che offensiva. Oltre ad essere un eccellente difensore , Piqué all'occorrenza può anche ricoprire il ruolo di mediano[1]. É dotato anche di un buon bagaglio tecnico e grande freddezza nello smistare palloni ai compagni.


Dai, dai, vediamo un po' di foto del bonazzo, fidanzato di Shakira.
Io una partitella con lui me la farei più che volentieri...














e lo sguardo che più mi conquista:

sabato 7 maggio 2011

Sabato per la compagnia

Let's party!
Il sabato sera è la serata per stare in compagnia. Si esce con gli amici, si va a ber qualcosa, o si va a cena, o al cinema o in qualche locale...
Stasera no.
Lo dicevo ad L., sono fisicamente esausto in quest'ultima settimana e ho atteso con voglia che arrivasse l'una di quest'oggi per staccare dal lavoro e... dormire!
Assoluto relax: è quello che vorrei fino a lunedì. Il che contempla: dormire, leggere, guardare un film, sentire un po' di musica, navigare un po' in rete.
Se mi verrà voglia di uscire lo farò, ma credo di approfittare di questo tranquillo week-end per recuperare le forze.
Beh, se invece la "compagnia" contemplasse la possibilità di un po' di sesso di gruppo, mai fatto e sempre rimasto nelle mie fantasie, allora per quello sarei disposto a cambiarmi, uscire, prender l'auto, etc, etc, etc.
Ma suvvia, meglio che mi riposi e certe eccitazioni le lasci per me (e per voi) su questo schermo.

Doppia penetrazione
Cosa vuol di più?
Doppia pompa
Non è un 69 ma un 369!
Tanto piacere, tutto concentrato.
Quale di queste situazioni vi intriga di più? Con quale di queste compagnie vorreste ritrovarvi questa sera?

venerdì 6 maggio 2011

Che ne è stato di te?

Stai cercando te stesso? Pensa se quello che trovi non ti piace, e devi viverci per il resto della vita...
E una delle tante riflessioni che compaiono nel libro di cui vi parlo stasera e che vi straconsiglio di leggere. E' un racconto scorrevolissimo e molto intimo di un giovane ragazzo norvegese, che sempre è vissuto defilato dal mondo, uno di quelli che vogliono starsene in disparte, in pace. Uno di quelli che, al contrario dei dettami di questa società non vuole apparire.
...perchè si può stare bene anche se nessuno ti guarda.
E' la storia di questo ragazzo che di fronte ad una delusione d'amore, si trova perso alle isole Faer Oer, abbandonato sulla strada dopo una ubriacatura colossale e che deve ritrovare il bandolo della matassa della sua vita in cerca di autenticità.

E' la storia di Buzz Aldrin, questo sconosciuto astronauta, il secondo uomo ad aver messo il piede sulla luna. Tutti ricordano solo Armstrong ma in quel momento erano in due a fare quella storica passeggiata. Eppure i secondi, non se li fila nessuno.

E la storia di uno di quelli che il mondo considera un fallito ma anche una storia per imparare a voler bene ai falliti. E' una storia che mi ha appassionato molto e di cui vi lascio qualche estratto.
Non tutti vogliono dirigere un'azienda. Non tutti vogliono essere i più grandi campioni del paese o far parte di svariati consigli d'amministrazione, non tutti vogliono avere i migliori avvocati, non tutti vogliono aprire gli occhi ogni mattina sul trionfo o la rovina nei titoli di giornale.
Qualcuno vuol essere la segretaria che resta fuori quando si chiudono le porte della riunione, qualcuno vuole guidare la macchina del capo anche il giorno di Pasqua, qualcuno vuole eseguire l'autopsia del quindicenne che si è suicidato una mattina di gennaio, e l'hanno ritrovato in acqua una settimana dopo. Qualcuno non vuole andare in tivù, alla radio, sui giornali. Qualcuno vuole vedere il film, non esserci dentro. Qualcuno vuol fare il pubblico. Qualcuno vuol essere una ruota dell'ingranaggio. Non perché è costretto, ma perché lo vuole. Una pura questione matematica.
Così io me ne stavo seduto. Qui. Qui in giardino, e non avrei voluto essere in nessun altro posto al mondo.

Avrei dovuto cercare di fare qualcos'altro?
Non avevo ambizioni?
Ne avevo, invece.
Sognavo le stesse cose che sogni tu. Anch'io volevo viaggiare, avere un lavoro che mi appassionasse, anch'io volevo vedere Praga, vivere un anno in Guatemala, aiutare i contadini con il raccolto e mettermi a posto la coscienza, salvare la foresta pluviale, ripulire le spiagge dal petrolio, anch'io volevo portare al parlamento quel partito, invece di questo. Dare il mio voto. Anch'io volevo impegnarmi per il bene di tutti. Anch'io volevo essere utile.
Ma non volevo essere d'intralcio. A quelli che volevano stare in prima fila, visibili a tutti: niente di male, onore e gloria a quelli che osano, a quelli che non mollano mai, e si vede, quelli che salvano la compagnia aerea dalla bancarotta, che hanno il coraggio di buttar fuori migliaia di persone e di prendersi le telefonate d'odio la notte, a quelli che dicono che se ne occuperanno loro, quando nessun altro è disposto a farlo. Anche loro ruote dell'ingranaggio. Né più né meno importanti, semplicemente più visibili. Solo che io non avevo nessun bisogno di farmi vedere, di sentirmi dire quanto ero bravo. Perché sapevo benissimo quando lo ero.


Ero tuo compagno di scuola alle elementari, alle medie, alle superiori, quello di cui non riesci mai a ricordarti il nome quando tiri fuori le foto di classe dieci anni dopo per far vedere alla tua fidanzata com'eri da piccolo. Ero il ragazzino seduto più o meno in mezzo all'aula, a una fila dal muro, quello che non dimenticava mai la tuta da ginnastica, che arrivava preparato ai compiti in classe, non faceva chiasso durante le lezioni e rispondeva quando lo interrogavano, quello che non pretendeva di accaparrarsi gli sketch più lunghi nelle ore di attività libera, quello che nessuno candidava mai come rappresentante del consiglio studentesco, capoclasse o delegato dei maturandi. Ero quello di cui eri stato compagno per quasi sei mesi prima di sapere come mi chiamassi. Quello che non ti è mancato quando se n'è andato per continuare gli studi altrove, perché in ogni caso non era venuto alla festa, quello che al concerto era seduto in mezzo al locale e con i suoi applausi richiamava fuori la band, ma nessuno lo sentiva, quello che ti sembrava avesse la vita più noiosa del mondo, anzi pensavi che non avesse neanche una vita. Ero quello che tu e i tuoi amici non riuscivate a credere che avesse trovato una fidanzata, quando qualcuno ve l'ha raccontato, anni dopo. Chi? Ah, sì, quello. Come? Davvero? Be', se ce l'ha fatta lui può farcela chiunque.
Ti ricordi di me?
Mi vedi?
Ero la cosa peggiore che ci si possa immaginare.
Ero normale.
Ero quasi invisibile, vero?
E forse ero la persona più felice che tu potresti aver incontrato.

Perché è capitato anche a te, di esserti innamorato di qualcuno della tua classe, il primo o il terzo giorno di scuola, e lo spazio diventa infinitamente ristretto, stare nel banco diventa imbarazzante, non c'è un punto su cui puoi fissare lo sguardo, perché se guardi lei, o lui, se ne accorgono tutti, e se guardi da un'altra parte, il muro, per esempio, al di là di chi ti interessa, verso la lavagna, come se lei o lui non esistesse, anche allora se ne accorgerebbero e penserebbero che non sei normale, a startene lì a far finta che non te ne importa niente. Perché non si può nascondere. Sei trasparente. Sei come cellofan. E altrettanto fragile.
(J. Harstad - Che ne è stato di te Buzz Aldrin?)

mercoledì 4 maggio 2011

Incongruenze

La bocca ansimava "No, basta, ti prego, smettila, cazzo che male", ma gli occhi imploravano "si, ancora, di più, com'è grosso, lo sento tutto". Ero combattuto: voleva dire si o voleva dire no? 
Le incongruenze mi han sempre mandato in tilt, così la mia risposta fu semplicemente soddisfare il mio istinto e continuare a fottere. 

Come fanno tutti in questa vita: di fronte alle indecisioni degli altri, intanto fottiamo.






martedì 3 maggio 2011

Sbirciatine

Adoro le foto dove ti viene donata tanta "bonanza" e c'è però quel dettaglio coperto, dove vorresti dare la sbirciatina in più. O quei pantaloni ancora chiusi ma con il primo bottone slacciato, la zip calata... Mi intrigano parecchio. E voi, non vorreste entrare in quelle foto per completare il lavoro? Togliere quella copertura, aprire completamente le patte, staccare le mani che coprono?




Questo è la copia conforme, anche in volto, di un bel manzetto che c'è nella mia palestra. Vi rendete conto di quanta goduria e sofferenza posso provare nello spogliatoio? E non solo ha un bel volto  e un fisico perfetto, ma pure un aggeggio di rispettosissime misure! Ecco, l'ormone è già partito...

lunedì 2 maggio 2011

A porte chiuse

Sei ore insieme, cinque di intimità e una veloce cena.
E' sempre difficile poi salutarsi e ripianificare un altro incontro che pare, che è, sempre troppo in la nel tempo.
Oggi non voglio usare troppe parole per quel "noi" che è stato ieri.
Ce lo portiamo dentro io e lui e stavolta alimento il mio ricordo sentendo di voler chiudere la porta. Non origliate ;-)

domenica 1 maggio 2011

Per un mondo migliore


Non so se lo dice qualche saggio cinese, 
non so se lo dice qualche santone indiano, 
non so se lo dice qualche terapia psicoanalitica, 
non so se lo dice qualche filosofo.
Lo dico io e lo sento vero:
ecco le mie regole d'oro!

Se qualcuno ha bisogno di una mano, dagliela!
Se qualcuno ti chiede di stargli vicino, sii presente!
Da soli non si è del tutto felici.
C'è bisogno di reciprocità!
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