Per quelli della mia età (oddio, come ci si sente vecchi quando si inizia così), quasi quarantenni, l'accesso a materiale pornografico era un'esperienza più che ardua. Internet non c'era e quindi ogni accesso alla pornografia richiedeva sempre l'esporsi in prima persona. Si andava all'edicola, solitamente lontana da casa, e si acquistava una rivista, in genere la prima che capitava in mano perchè non ci si attardava a scegliere, imbarazzati e paonazzi in volto, sperando sempre che l'edicolante non facesse storie e non chiedesse l'età. Dai primi giornaletti porno a fumetti, al classico "Le Ore" arricchito di fotografie, si passò più avanti alle riviste con videocassetta allegata, che costavano una fortuna. Un'altra possibilità era la tessera ad una videoteca, ma anche li, ci si doveva mettere la faccia ad andare di persona, scegliere tra gli scaffali e presentarsi alla cassa con finta nonchalance insieme ad un qualunque altro titolo di film "normale", da Star Trek a Rambo a Flashdance. Poi si passò finalmente alle videoteche con distributore automatico e lì, l'invasione del porno arrivò. Ormai non ci si metteva più la faccia, a qualunque ora si andava al distributore e si sceglieva nell'anonimato e con calma quel che più aggradava. Si, lo sapevi benissimo che il rivenditore conosceva ciò che noleggiavi, ma almeno non dovevi reggere lo sguardo. Poi l'arrivo di internet, le prime immagini (e quanti virus!) e con l'avvento della banda larga i filmati che oggi dilettano noi navigatori. Ma torniamo ancora ai tempi dell'assenza di internet (paiono secoli fa e invece...). Nel contesto raccontato l'unico porno già difficilmente accessibile era porno di tipo etero. Già, riviste o video gay, per chi abitava in provincia erano merce più che rara, addirittura assente: praticamente non vi era mercato, perchè vivendo in un contesto dove ci si conosce tutti e dove l'omosessualità era decisamente malvista ed inusuale, nessuno si esponeva a tal punto e credo che i più si dirigessero nelle edicole notturne e anonime delle grandi città. Bene, in questo contesto mai avevo visto riviste o video gay. La prima che mi capitò fu Playgirl, nella sosta in un autogrill tedesco, almeno 15 anni fa. Ancora ricordo l'impressione che mi fece un fantastico modello, nudo e con cappello di paglia, che posava in un fienile, con tanto di esagerata erezione e dimensioni più che abbondanti. Quanto avrei voluto comprarmi quella copia, sbirciata mentre i miei compagni di viaggio si attardavano alla toilette ma... troppo difficile, con il rischio di essere colto in fallo. Così rinunciai.
Perchè questo racconto? Perchè per caso mi son ritrovato questo video con il backstage del set fotografico di un modello proprio di "Playgirl" e i ricordi sono riaffiorati. Ve lo posto, soprattutto perchè il modello merita qualche sguardo e anche "qualcosa in più". Buona visione.
per non farti sentire troppo vecchio, ti dirò che anche chi ha 10-15 anni meno di te ha dovuto fare le stesse cose. solo che io di andare in edicola neanche ci pensavo, e dovevo andare a "rubarli" nei luoghi semi-isolati dove gli altri li nascondevano. e la maggior parte erano fumetti, ma il fascino del proibito era troppo attraente. beata ingenuità!
RispondiEliminaeheh, anche a me accadde la stessa cosa, e chi osava andare in edicola? che fortuna quando una domenica mattina trovai una rivista per strada, abbandonata o persa e con aria molto circospetta mi fermai e, non essedovi apparentemente nessuno (magari da qualche finestra, chissà) la sfogliai col piede.
RispondiEliminaLa prima cassetta la presi durante una vacanza a Parigi, 30.000 £ la pagai, che schioppettata, ma che trepidazione saparla in valigia e poterla guardare di nascosto una volta rientrato.
La prima rivista acquistata? a oltre 35 anni in una città a 100 km dalla mia e solo dopo avere rinviato l'acquisto almeno 4-5 volte.
Che emozione, però :-)
@ leo015 - già, che emozioni. Benvenuto Leo
RispondiElimina