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lunedì 5 marzo 2012

Dialogo sulle (in)teriorità... E dajè (e Dalla)

Ci sono persone che non capiscono proprio, ma fanno davvero fatica, a capire come uno possa essere gay.
"Ma dai" pensano, "che schifo, come può piacere un altro uomo?, è una cosa contro natura, basterebbe solo prendere coscienza che se si è così è perchè in qualche modo c'è stata una deviazione, qualche esperienza che ti ha segnato, ma con un po' di consapevolezza questa abitudine si può perdere".
E ne sono convinti, e s'incazzano pure, e non ce la fanno, proprio no, a tollerare che qualcuno possa invece sentirsi semplicemente così, e felice così, perchè dentro, la sua interiorità lo chiama ad essere questo e null'altro più. E chiede solo di poter essere riconosciuto, non necessariamente condiviso, ma almeno riconosciuto per quello che è.
"E' la mia libertà, perchè non la posso esprimere?".
"Si, si, la tua libertà" - gli risponderanno - "ma ci state rompendo il cazzo voi froci a volervi presentare alla società e in un certo qual modo volerla influenzare col raccontarci che dovremmo accettare anche questo modo di vivere".
"Beh, ma io mica vi sto chiedendo di essere anche voi omosessuali, solo lasciare che io possa vivere ciò che io sento dentro. L'affettività è una componente essenziale dell'uomo. Non me la puoi negare, perchè significa negarmi la possibilità di essere completo, vivere pienamente. Io lo sento e lo voglio dire che è bello amare un altro uomo!"
"Essenziale? A parte che ce n'è di gente che campa pure senza una relazione affettiva, quindi non facciamola più grossa di quant'è questa storia della "necessita". Mi sta pure sul cazzo che voi froci, per esprimere il vostro essere siate lì a reggere le organizzazioni a difesa di quelli della vostra specie: e l'ArciGay e i circoli Mieli e affini, e ci presentiate le vostre parate e i gay pride e abbiate bisogno di andare per strada a mostrarvi e si sa che ormai voi gay rappresentate un potere forte ed economico..."
"Ma il nostro andar per strada è anche questo un bisogno di comunicare che esistiamo anche noi, che il modello che presentiamo può essere d'aiuto ad altre persone che fanno fatica a ritrovarsi e poi c'è anche la dimensione del far festa insieme. Cos'è che disturba? E poi non è detto che pur partecipando, pur sostenendo, ciascuno di noi condivida sempre proprio tutto ciò che l'Arcigay indica. Io ne vedo di cazzate tra quello che mi propone, ma un po' mi rappresenta. Posso sentirmi vicino pur con la mia voce critica e con il dissenso"
"Beh, a me date fastidio lo stesso! Punto"
"Dì solo che non condividi..."
"Ho detto che mi da fastidio. Fanculo a quelli della tua specie!"

Ci sono persone che non capiscono proprio, ma fanno davvero fatica, a capire come uno possa essere credente.
"Ma dai" pensano, "che deficiente, come puoi seguire una cosa che non si vede? E' una cosa senza senso, basterebbe solo prendere coscienza che se si è così è perchè in qualche modo c'è stata una manipolazione del tuo pensiero, sin da piccolo ti hanno inculcato queste stupidaggini col catechismo, ma crescendo questa abitudine si può perdere".
E ne sono convinti, e s'incazzano pure, e non ce la fanno, proprio no, a tollerare che qualcuno possa invece sentirsi semplicemente così, e felice così, perchè dentro, la sua interiorità lo chiama ad essere questo e null'altro più. E chiede solo di poter essere riconosciuto, non necessariamente condiviso, ma almeno riconosciuto per quello che è.
"E' la mia libertà, perchè non la posso esprimere?".
"Si, si, la tua libertà" - gli risponderanno - "ma ci state rompendo il cazzo voi cattolici a volervi presentare alla società e in un certo qual modo volerla influenzare col raccontarci che dovremmo accettare anche questo modo di vivere".
"Beh, ma io mica vi sto chiedendo di essere anche voi cattolici, solo lasciare che io possa vivere ciò che io sento dentro. La spiritualità è una componente essenziale dell'uomo. Non me la puoi negare, perchè significa negarmi la possibilità di essere completo, vivere pienamente. Io lo sento e lo voglio dire che è bello credere in Dio".
"Essenziale? A parte che ce n'è di gente che campa pure senza spiritualità, quindi non facciamola più grossa di quant'è questa storia della "necessita". Mi sta pure sul cazzo che voi cattolici, per esprimere il vostro essere siate lì a reggere la Chiesa a difesa di quelli della vostra specie: e il Vaticano e le diocesi e affini, e ci presentiate le vostre Giornate mondiali della gioventù e le processioni e abbiate bisogno di andare per strada a mostrarvi e si sa che ormai voi cattolici rappresentate un potere forte ed economico..."
"Ma il nostro andar per strada è anche questo un bisogno di comunicare che esistiamo anche noi, che il credo che viviamo può essere d'aiuto ad altre persone che fanno fatica a ritrovarsi e poi c'è anche la dimensione del far festa. Cos'è che disturba? E poi non è detto che pur partecipando, pur sostenendo, ciascuno di noi condivida sempre proprio tutto ciò che la Chiesa indica. Io ne vedo di cazzate tra quello che mi propone, ma un po' mi rappresenta. Posso sentirmi vicino pur con la mia voce critica e con il dissenso"
"Beh, a me date fastidio lo stesso! Punto"
"Dì solo che non condividi..."
"Ho detto che mi da fastidio. Fanculo a quelli della tua specie!"
Forse Lucio Dalla che per certi cattolici aveva la colpa di essere gay, e che per certi gay aveva la colpa di essere cattolico, ne aveva le palle piene di tutto questo.
E ha scelto di vivere ciò che sentiva, aldilà di chi chiedeva proclami, prese di posizione o di chi chiedeva di stare defilato.
Era la sua libertà.
Mi interrogo: quanto sono capace di rispettare le libertà e l'interiorità delle persone?

43 commenti:

  1. Devo dire che l'ipotetico signore cui diamo solo che fastidio noi froci, è molto bene informato: sa e si è informato su Arcigay, sui circoli Mieli etc,etc. Mi si va formando sempre più la certezza che più sono contro,più sono interessati ! Chissà ,forse qualche frocio li ha respinti? Non ho mai sentito un vero etero lontanamente ineressato a farsi una cultura sui froci.Luigi43

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    1. @ Luigi43 - permettimi di continuare con il gioco degli specchi:
      "Devo dire che l'ipotetico signore cui diamo solo che fastidio noi credenti, è molto ben informato: sa e si è informato sul Vaticano, sulla Cei, etc, etc, Mi si va formando sempre più la certezza che più sono contro, più sono interessati! Chissà, forse qualche prete li ha scacciati dall'oratorio? Non ho mai sentito un vero ateo lontanamente interessato a farsi una cultura sui credenti."

      Era giusto per continuare la riflessioni sui differenti punti di vista e le pregiudiziali. Ciascuno porta nel cuore le sue ragioni.

      La mia provocazione, genuinamente rivolta a me prima di tutto, è: quanto sono capace di rispettare le libertà e l'interiorità delle persone? E più facile quando le si condividono, meno se stridono con il proprio sistema di valori. Ma la libertà degli altri è "vera" solo se è simile alla mia? E se non è simile alla mia sono autorizzato ad attaccarla? (critica e attacco hanno due significati diversi)

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  2. Viviamo in una società democratica, dunque una persona può essere cattolico e pure gay. Bisogna però precisare che per chiesa è intesa l’istituzione, ma le persone che rappresentano tale istituzione non si dimostrano così benevoli verso di noi (così come chi la frequenta). Discorso diverso è la fede, essa può essere interiorizzata da tutti e dunque pure per gli omosessuali. Non vorrei essere pesante, ma mi da fastidio che molti fedeli non mettano in pratica quello in cui credono, puntando solo il dito. La religione non dice che siamo tutti fratelli! Giusto?
    Poi ci sono coloro che dicono: “due gay non sanno amare e non sono una famiglia”, ma la definizione di famiglia è chiara e conferma ciò. Ma stiamo scherzando! In che luogo viviamo?
    In questi giorni ho letto molte critiche su Dalla, alcune credo anche fin troppo pesanti, perlopiù riguardo al fatto che lui fosse omosessuale e si comportasse in modo latente. Ritengo che ci debba essere maggior rispetto per una persona appena scomparsa, conosciuta da tutti per la sua arte e nulla di negativo. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Io neanche sapevo che lui fosse gay.
    Complimenti IN, come al solito un bellissimo e profondo post.

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    1. Mi ha fatto pensare che le critiche al mancato coming out di Dalla e alla sua fede hanno avuto in parecchi, forse troppi contesti, una risposta meschina. Giudizio, cattiverie, sarcasmo. Non perchè se le meritasse ma come se si volesse punire chi non rientra in toto nelle etichette che gli si vogliono affibiare. Se non sei come noi, non sei dei nostri e allora ti attacchiamo.
      Lo vivo come un atteggiamento violento.

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  3. Sono gay,credente e nell'armadio. Non a caso leggo il tuo blog. Mi sento offeso da entrambe le situazioni raccontate. Ho ribrezzo di certe gerarchie ma chi mi ha aiutato ad accettarmi e a dirmi che di fronte a Dio vado bene così è stato proprio il mio parroco che sa anche che ho un compagno da cinque anni. Sono stato fortunato rispetto ad altre esperienze, ma io questo ho da raccontare.

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    1. Beh leo, potresti trasferirti un attimo dal tuo armadio al "nostro" e raccontarci un po' di più. Esperienze di questo tipo sono rare e sarei (saremmo) curiosi di saperne di più.

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  4. Il rispettare (che è differente dall'accettare o dal tollerare) le libertà degli altri e il loro modo di essere differente dal nostro è il fondamento di una società che si può definire democratica e civile, purtroppo nel mondo e specie in italia siamo ancora lontani.

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    1. Non credi che questo nasca dalla capacità di autocritica di ciascuno di noi? Abbiamo tutti la nostra consolidata forma mentis, giustamente formata da anni di idee, esperienze, scambi che però talvolta rischia di non guardare con necessario distacco la forma mentis degli altri.
      Il problema dell'Italia è forse che bisogna sempre parteggiare o per l'uno o per l'altro. Le vie di mezzo, le mediazioni, vengono mal viste, stanno sui coglioni...

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    2. Si è vero l'autocritica è fondamentale come anche il saper comprendere la forma mentis degli altri pur mantenendo la propria, in italia come in altre nazioni che sono rimaste chiuse su se stesse questo aspetto non è ancora sufficientemente sviluppato, se poi ci aggiungiamo che il parteggiare per l'una o l'altra fazione è uno sport nazionale fin dai tempi dei guelfi e dei ghibellini passando per Coppi e Bartali, il risultato è l'arretratezza culturale e sociale a cui siamo arrivati.

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  5. Questo argomento mi sollecita in modo particolare e tu lo sai …
    Per me – cattolico praticante e con incarichi di primissimo piano in ambito ecclesiale – quello della mia omosessualità è stato un dramma nel dramma: come conciliare la mia tendenza con la pratica religiosa? Impossibile! Per una vita intera mai niente sesso, mai nessuna forma di confidenza fisica con alcuno/a!
    Credo che in buona parte un impegno tanto prolungato di responsabilità ecclesiale (ben 26 anni) fosse determinato dalla necessità (non sempre consapevole) di sublimare ogni pulsione. Finché la mia vita è stata “piena come un uovo” di attività legate alla professione (altrettanto visibile) e di incarichi ecclesiali non rimaneva molto tempo per pensare a me e al mio orientamento sessuale: la masturbazione, quando il livello di autocontrollo era colmo, agli occhi del confessore appariva come il male minore per un “disgraziato” che non poteva pensare al matrimonio per mancanza di prerequisiti essenziali. Sono andato avanti così per una vita, convinto che mai nulla sarebbe cambiato, rassegnato ad una condizione di solitudine affettiva, dentro all’armadio per timore della riprovazione sociale ma anche per la stretta “osservanza” alle indicazioni del catechismo.
    Poi, inaspettatamente, quando i riflettori della vita pubblica si sono gradualmente abbassati è successa una cosa straordinaria … (ma questo è un altro capitolo).

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  6. E’ bene che io completi il mio ragionamento. Anche per un credente praticante, attento alle indicazioni morali del catechismo (ah se le conosco! nei dettagli le conosco!) prima delle norme da osservare viene la coscienza, soprattutto se rettamente formata (come presuntuosamente penso sia la mia, dopo anni di studio e di letture). La coscienza “invocata” non come alibi per comportamenti soggettivi o “capricciosi” (come sostengono alcuni, sia tra i preti e sia tra i benpensanti) ma come piena consapevolezza del proprio agire. Non mi ritrovo omosessuale per cause esterne, non ho fatto nulla per assecondare questo orientamento, anzi …
    Sono omosessuale perché mi ritrovo tale fin dalla nascita ed oggi posso affermare che mi accetto con gioia per quello che sono, pur chiuso nel mio armadio …
    Ovviamente, stanno su un piano diverso i diritti civili che uno stato laico dovrebbe garantire a tutti, con equilibrio. Non a caso era stata la cattolica Bindi, mentre era ministro della famiglia nel secondo governo Prodi (altro cattolico doc, ma profondamente laico) a proporre una legge che riconoscesse alcuni diritti alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso.

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    1. @ Parigino - grazie per esserti aperto così pubblicamente. Sei stato chiarissimo a raccontare il tormento di cattolico gay. Immagino le "distanze" e le maschere che si creavano o si autocreavano con il clero o gli altri credenti, una sofferenza. Perchè?
      E immagino, di contro e sempre per continuare il gioco degli specchi, le sofferenze, le distanze e le maschere che si creavano tutte le volte che, confrontandoti con i gay, veniva biasimata la tua appartenenza così diretta alla fede cattolica. Perchè?

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    2. Parigino, mi chiedo come tu abbia potuto rimanere per tanti anni al vertice - e dico al vertice - delle gerarchie ecclesiastiche, facendo finta di nulla e addirittura andandoti a scusare col confessore. Dici di aver approfondito le conoscenze sul catechismo, di avere a riguardo una cultura rilevante, ma bastava che guardassi davvero dentro di te per capire di essere non giusto, ma migliore, e mandare a fare in culo i tuoi capi smettendo di farti umiliare nel confessionale e fuori. Detto questo, sapevi dall'alto delle tue conoscenze (e non sono ironico) che Gesù Cristo non ha mai detto nulla nei suoi 33 anni di vita sull'omosessualità ? Sapevi che Dio - raccontato nell'antico testamento, pieno di episodi di violenza e per questo da me non considerato neppure - nell'episodio di Sodoma e Gomorra secondo interpretazioni non faziose condanna la violazione dell'ospitalità e non l'omosessualità ?
      Ebbene, io mi spingo ancora più in là nelle mie considerazioni. Credo che qualora sussista un peccato religiosamente parlando, questo sia la repressione e l'umiliazione di se stessi. Un peccato mortale perché uccide la nostra anima. Reprimendoci, siamo gli assassini di noi stessi.

      Ps: questa risposta non è un J'accuse nei tuoi confronti, (e peraltro mi sembra che la vita che ora vivi sia un'altra) solo un invito al pensiero

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  7. Non credo che ci sia niente di male ad essere credente e gay. L'importante è vivere con la sincerità nei confronti di Colui che crediamo ci abbia creato, amarlo e chiedergli di stare vicino a ciascuno.

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    1. Eppure pare un argomento che ha disturbato molti da entrambe le parti...

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  8. Uhm, un conto è essere credenti, altra cosa partecipare ai funerali per il fondatore di Opus Dei. Non so con esattezza quali motivi personali abbiano spinto Dalla a celebrare in quel modo il fondatore di un'istituzione tanto omofoba e aggressiva nei confronti dell'emancipazione sessuale, ma se sei un cantante famoso che presenzia al funerale di un personaggio altrettanto famoso devi essere consapevole di star lanciando un messaggio pubblico, e essendo tu gay è inevitabile che alcuni ti considerino quantomeno un ipocrita. Indipendentemente da ciò, i funerali di Dalla fanno incazzare perché celebrati nel Duomo della sua città, con tutti gli onori del caso; ciò è stato possibile solo perché Dalla non aveva mai rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla sua omosessualità. Se Dalla viveva nell'armadio proprio come (In), allora abbiamo assistito a un caso di outing di proporzioni colossali. Ma se, come credo, Dalla era semplicemente riservato, e non rilasciava dichiarazioni circa la sua vita privata pur vivendola senza sotterfugi, allora i suoi funerali ci pongono davanti alla mostruosa ipocrisia della Chiesa, che sa benissimo che era gay, ma si concede la scappatoia mediatica di non condannarne le abitudini sessuali proprio in virtù del fatto che lui stava zitto. Per la serie: sei gay? fallo a casa tua, ma ZITTO, senza pretendere di essere riconosciuto, così noi possiamo godere della tua fama riflessa fregiandoci di averti accompagnato nell'ultimo viaggio. Il tutto condito dal pulpito lasciato al suo compagno, che commuove la piazza e i telespettatori con il suo "grazie" esploso tra i singhiozzi, al quale però non andrà un centesimo dell'eredità di Dalla. Se Dalla fosse stato male su suolo italiano, il suo compagno non avrebbe nemmeno potuto assisterlo in ospedale, gli avrebbero sbattuto la porta in faccia spiegando che non può entrare non essendo sposati, e che non sono sposati perché è abominio far sposare due uomini. Ringraziamo anche e forse soprattutto la Chiesa per questo.
    Per concludere, non posso proprio sapere perché Dalla non abbia mai dichiarato la sua omosessualità, mi auguro solo che abbia agito secondo coscienza. Perché qualora avesse invece agito per interesse e opportunismo, beh... allora è da condannare: visti i tempi in cui viviamo, chiunque non abbia nulla da perdere a casa o sul lavoro, chiunque sia sicuro dei propri mezzi (e un cantautore famoso di solito è un privilegiato in questo senso) dovrebbe dichiararsi a gran voce, farlo per tutti quelli che la voce non ce l'hanno, o che non possono permettersi di farlo.

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    1. So che quanto sto per scrivere è marginale al topic ma quando sento abbinare i diritti degli omosessuali ai diritti economici (soldi) un campanello stonato mi suona in testa. Lo so che sarebbe legittimo che un compagno di una vita possa godere dei soldi dell'altro ma è proprio il binomio soldi-amore che secondo me stride, cozza.
      Io sto con una donna (quindi volendo possiamo sposarci....), non siamo sposati e nemmeno vogliamo sposarci, il lato economico-finanziario tra noi? Non ce ne frega una beata mazza!!! Non stiamo insieme per i soldi, nella nostra relazione i soldi non sono stati e non saranno un elemento da "programmare e definire" nella coppia, non sono un elemento della coppia, non sono un elemento della relazione che ci lega.
      E poi nel caso Dalla, veramente c'è qualcuno che pensa che persone di quel calibro non abbiano pensato per tempo alla gestione del patrimonio con gli attuali strumenti giuridici?

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    2. Ma si, l'eredità è solo una delle tante implicazioni giuridiche, il primo aspetto pratico da affrontare quando qualcuno viene a mancare. Ognuno poi è libero di sposarsi o meno, in base come intende gestire il proprio rapporto. Ciò detto, essere sposati rende lo stare in coppia molto più semplice - pensa all'altro esempio che ho fatto, la sanità. A 68 anni avrò probabilmente perso i genitori, e qualora fosse necessario vorrei poter contare sull'appoggio del mio compagno. Chiaro che se per lo stato io e lui siamo due estranei le cose si complicano parecchio... Comunque tutto ciò non voleva essere un'apologia del matrimonio, solo una riflessione su cosa è andato in scena domenica pomeriggio, su come mi sembra che l'Italia abbia rappresentato se stessa...

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    3. Grazie Ba, molto interessante il tuo intervento e mi da strumenti di riflessione e comprensione maggiori (quella dell'Opus Dei non la sapevo! ma pur creandomi più d'un prurito non può e non deve cambiare la riflessione più ampia sulle libertà personali)
      Per la mia replica parto da ciò che scrivevo nel finale del post dopo quel facile esercizio di gioco degli specchi che serviva solamente a far riflettere sui diversi vissuti e le pregiudiziali in campo. La domanda finale che facevo a me ma che può essere un interrogativo per chiunque abbia voglia di coglierlo era: quanto sono capace di rispettare le interiorità e le libertà delle persone?
      Che son sempre facili da rispettare se corrispondono al nostro sistema di valori, se invece si discostano allora iniziano le rotture. Il confine dal sacrosanto diritto di critica all'attacco (che è quello che percepivo nei media lunedì, quando ho deciso di scrivere il post) è labile.
      E allora posso benissimo fare tue le critiche alla Chiesa che ha concesso la messa in Duomo solo perchè lui non s'è dichiarato (ma se avessero officiato nella piccola parrocchiale ci sarebbe comunque stata una levata di scudi perchè a Pavarotti il Duomo si, a Dalla no perchè frocio... c'è sempre spazio per trovare argomenti di critica), ma non era questo il tema. Il tema che ho voluto porre e che è per me centrale è:
      perchè non rispettare la scelta di vita di Dalla? Perchè deve dare così fastidio che abbia voluto mantenere privata (non nascosta, era conosciuto da tutti il suo orientamento) la sua omosessualità? Perchè è così di disturbo la sua personale dimensione spirituale? Cattolici e gay, entrambi dichiarati, si strappano le vesti.
      Io lo lascerei in pace, nel rispetto della sua dimensione (vale anche per i vivi, come commenterò poi su George!)
      Segnalo un passo nell'articolo che trovate per intero qui:
      http://www.internazionale.it/opinioni/claudio-marcelli/2012/03/05/povero-marco/
      "A me dispiace molto che Dalla non abbia mai ammesso di essere gay, perché avrebbe potuto fare miracoli per rendere più aperta la generazione dei miei genitori. Ma non mi sento di biasimarlo: il fatto di avere il dono della scrittura di musiche e testi eccezionali, non comporta automaticamente quello della sicurezza di sé, del senso civico o della voglia di diventare un modello di comportamento."
      Io questo glielo voglio proprio concedere.

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    4. Hai ragione, e penso sia uno dei motivi per cui Dalla non è De André, eheh... Ma magari non era la sua ambizione raggiungere quello status, magari gli stava bene così il suo compromesso. Deve essere rispettato.

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  9. Premetto che non sono credente, ma neanche ateo né niente, religioni ed irrazionalità in genere non m'appartengono proprio, secondo me i due discorsi "perché sei gay" "perché sei credente" sono profondamente diversi.
    Comunque alla domanda "cosa significa che sei credente?" in rarissimi casi ho anche avuto risposte soddisfacenti.
    Dopo 'sto sproloquio però devo dire che la cosa che m'interessa di più del post é la frase finale, sarò strano e cretino io, ma cerco davvero di rispettare le libertà altrui, anche a livello intellettuale, cosa che però non è quasi mai ricambiata...

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    1. Si Farromerk, cercare di rispettare le libertà altrui è un esercizio necessario ma tutt'altro che facile. Credo che per riuscirci bisogna ottenere un certo livello di libertà personale elevato. Non si riesce, non si potrà mai essere del tutto liberi, del tutto obiettivi. Ma solo "tendere a" è già importante. :)

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  10. Riflettevo sul tema. Io sono contorto come ragazzo, cattolico, anticlericale, gay non dichiarato. Il mio pensiero riassunto è che Dio non è proprietà privata della Chiesa, e se davvero andrò negli inferi per il solo fatto di aver amato, allora sarò contento di andarci per un così nobile motivo. Detto questo, il mio scrittore preferito, per me una delle menti più brillanti di tutti i tempi - Aldo Busi - ha scritto un articolo sulla questione che ha fatto levare, come al solito, un coro di proteste contro di lui.
    L'articolo è qui :

    http://www.altriabusi.it/2012/03/03/su-lucio-dalla-e-sugli-scomparsi-ad-arte-gia-in-vita/

    e continua qui :

    http://www.altriabusi.it/2012/03/06/omosessuale-non-dichiaratoevasore-fiscale-assicurato-un-supplemento-a-non-aprite-quella-bara/

    Certo, si può dire che poteva dirlo prima (ma lui stesso poi spiega in questo appunto perchè solo ora : http://www.altriabusi.it/2012/03/04/non-aprite-quella-bara-una-replica-di-aldo-busi-agli-apologeti-della-sessualita-come-fatto-privato/ )
    come si fa a negare la veridicità di quelle parole ? Come si fa a negare, tra le altre cose, che c'è chi lotta e chi invece si appropria di quegli stessi diritti conquistati dagli altri ? vogliamo parlare poi dell'umiliante richiesta di perdono al proprio carnefice ? Il confessore Don Boschi ha fatto intendere che la maniera in cui Dalla viveva la propria omosessualità era giusta, e questo fa strabuzzare gli occhi. Era forse casto ? Mi è parso di capire questo, ma non è ciò che conta nello specifico. Conta solo la sua sottomissione al carnefice clericale, che sia il confessore, il vescovo o chiunque altro, ed è una cosa davvero molto triste passare dall'altra parte della barricata reprimendo e in parte rinnegando sè stessi.
    Le parole saranno anche forti, ma io stesso - in quanto non dichiarato - mi riconosco per coraggio e per altruismo inferiore a tanti altri omosessuali che mettendoci la faccia aiutano questo Paese a fare un passo avanti.

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    1. @ grant - tra i tanti contributi che porti mi limito solo al commento strettamente attinente a questo post: il rispetto delle libertà. Le idee di Busi, sempre egregiamente espresse nella forma, non mi trovano d'accordo su tanti punti ma di cui, quello essenziale, è il negare la dimensione privata della propria sessualità, dimenticando un aspetto di intimità personale che portiamo dentro di noi. Un intimità che leggo anche come un atteggiamento di "cura" verso se stessi, nei propri bisogni, nei propri tempi. La mia sessualità è pubblica nella misura in cui voglio e sento l'esigenza di condividerla. Come è privato o pubblico (a seconda di come ciascuno sente) il fatto che io scelga se e a chi dire per chi voto, se rispondere ad un "come va?" un neutro "tutto bene, grazie" oppure partecipare all'interlocutore che invece, "cazzo, oggi non è giornata e che mi stanno sui coglioni i miei vicini, e che la suocera è intollerabile". Se non lo dico, se non faccio verità, sono un ipocrita?
      Secondo il mio vedere Busi è un bell'esempio di persona libera ed esplosiva nella sua vitalità. Le schegge delle sue esplosioni sono spesso pungolo interessante, altre volte però feriscono gratuitamente.

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    2. Perfetta la metafora di Busi-bomba, semplice ed acuto (In)! Però penso che per Busi (ma forse mi sbaglio) l'orientamento sessuale non debba essere un dato privato di per sé. Nella sua visione (credo), esso è un dato sensibile, come l'appartenenza religiosa (ma non si sceglie) o il colore della pelle (ma non si vede). Comunque non è "privato". Credo che il frequente ricorso all'inglese "privacy" abbia distorto la percezione della sfera del "personale", dell'"intimo" (non "del privato") nell'opinione pubblica italiana. Ciò che intimo e personale non è ciò che deve essere nascosto, se si vuole, bensì ciò su cui nessuno deve mettere becco. Insomma se io cittadino ho la pelle verde, la domenica mattina canto inni a Priapo, faccio pompe solo a uomini calvi col pistolino curvo a destra, voto il PDG (Partito di David Gnomo) e soffro di singhiozzo cronico, a te comune cittadino o collega di lavoro o amministratore pubblico non deve FREGARE NULLA. Ti devi relazionare con me indipendentemente da come sono o come mi colloco rispetto a questi parametri. Da qui la scelta di molti di non dichiarare questi loro aspetti: se ti devo andare bene indipendentemente da come sono, beh, allora che cosa ti interessa saperlo? Non te lo dico, tanto in qualsiasi caso ti dovrebbe andar bene! E' una scelta che tutti possiamo fare, perché come ben sappiamo magari al datore di lavoro interessa come siamo fatti, e non tutto gli va bene, quindi insomma rischiamo di avere dei problemi per questo anche se non dovrebbe essere così. Scelta che DEVE essere rispettata. Però questi dati sensibili, personali, intimi, che qualcuno preferisce mantenere PRIVATI hanno in ogni caso delle ripercussioni SOCIALI, quindi PUBBLICHE. Se ho singhiozzo cronico consumerò le pastiglie per farmelo passare, CHE IO LO DICHIARI O NO. Se faccio pompe ai calvi curvi deluderò le aspettative di tutti gli altri, CHE IO LO DICHIARI O NO. Se voto il PDG influirò in minima parte sugli esiti delle politiche, CHE IO LO DICHIARI O NO. E Busi ritiene (penso io) che ogni gesto umano, in particolare artistico, abbia un peso sociale: chi si nasconde dietro la scusa del "io faccio solo arte, non sono un politico" in realtà appoggia il potere dominante. Come tu non ti dichiari ed è inevitabile che molti tuoi colleghi pensino tu sia etero. In Italia, questo potere è quello di matrice ecclesiastica, ed è molto tollerante diciamolo: non si scomunica quasi più nessuno, ormai. Però in virtù di questa ipocrita tolleranza esso riesce ancora a metterci i bastoni tra le ruote sui matrimoni gay e congela una società in cui si è "etero, quindi INNOCENTI, fino a prova contraria". Scusa la lunghezza del post...

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    3. Cioè, adesso me lo devi spiegare come fai a sapere che lo succhio solo ai calvi con il pistolino che curva a destra. E non dirmi "lo sanno tutti ci sono le prove", uff!

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    4. ...ma LOL!!! E io che pensavo di essere l'unico... Accidenti, quindi c'è concorrenza. Beh, i lettori che si riconoscono nella descrizione sono pregati di farsi avanti; (In), qualcuno me lo lasci? Bacio!

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  11. Le nostre libertà... mmmmm....
    Bella storia e complessa.
    Quando ti relazioni con una persona, anche dopo un'ora, inevitabilmente ti fai un'opinione, per quanto superficiale possa essere. Le risposte, le affermazioni ma anche le risposte non date ti dicono qualcosa.
    Le libertà altrui, spero di rispettarle sempre, o perlomeno questa è la mia volontà, ma è inevitabile farsi una propria opinione.
    Il caso Dalla, oltre alle chiacchiere degli ultimi giorni, non lo conosco, non so se abbia mai negato di essere gay, non so se gli sia mai stato chiesto e non so nel caso quale eventuale risposta abbia dato.
    Una risposta in simile argomento è arrivata l'altro giorno dal Sior George Clooney il quale ha detto: "La mia vita privata è privata, e sono molto felice. Fa male se qualcuno pensa che io sia gay? Quando sarò morto da tempo ci saranno ancora persone che diranno che ero gay non me ne frega un c...o. Penso che sia divertente, ma l'ultima cosa che mi vedrai fare è saltare su e giù, dicendo: Queste sono menzogne​​! Sarebbe ingiusto e scortese verso i miei buoni amici nella comunità gay. Io non ho intenzione di permettere a nessuno di far sembrare che essere gay sia una brutta cosa."
    Secondo me un'OTTIMA risposta da parte di una persona che non conferma né smentisce che semplicemente dichiara che non sono affari nostri e che non è un elemento per giudicare una persona. Giudizio che mi creo su Clooney (che è risaputo siamo culo e camicia): ottimo, bella persona (anche se come attore mmmm......).
    Se invece una persona nega, nega l'evidenza, mente, resta l'inciso "sono solo c..zi suoi" per carità, ma purtroppo l'opinione che si crea ne risente.... ma questo penso sia umano e comprensibile.

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    1. Alberto, citi il tuo amico Clooney (azz... farmelo conoscere?) chiamando in causa un altro personaggio che infastidisce molti per la sua scelta/non volontà di fare coming out. Il discorso per Dalla si riapre ai vivi. Quanto dev'essere rispettato per un personaggio pubblico il suo desiderio di riservatezza? Quanto questo è responsabile di pessima testimonianza quando non ha il coraggio di dichiararsi? Qual'è il limite tra ipocrisia e volontà di mantenere una vita privata? Temi molto dibattuti nell'ambiente gayo. La mia risposta è ancora una volta: sono scelte personali! Criticabili? Forse. Biasimabili? No, personalmente non vorrei scendere al biasimo. Eppure, anche il suo caso accende molto gli animi.

      Sulle opinioni che ci si fa sulle persone: il tuo ragionamento fila del tutto liscio. Va proprio così: incontriamo qualcuno e ci facciamo un'idea su di lui filtrata da quelle che sono le nostre esperienze, il nostro vissuto, le nostre idee. Con questi meravigliosi filtri, o lenti d'ingrandimento, riusciamo a codificare la realtà e a dare un nome o un attributo alle cose. Avere rispetto non significa non avere un'opinione personale ma sapere che la mia personale e sacra opinione è una legittima ma non unica delle tante letture che ogni situazione ha. Non è l'assoluto. Io sono per un approccio Batesoniano (Gregory Bateson - Verso un'ecologia della mente, non ne so moltissimo, non faccio quello che se la tira, l'ho studicchiato giusto un po'), mi sembra utile per la risoluzione di molte conflittualità.

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    2. Giusto per precisare la mia opinione:
      - quanto e come rispettare il diritto di riservatezza? SEMPRE e COMUNQUE;
      - come valutare il coraggio di dichiararsi o meno? Mah secondo me non c'è nessun giudizio assoluto in merito, certo non può negarsi che si tratta di una debolezza (chi non ne ha), per valutare la quale è però, a questo punto, necessario conoscere meglio la persona, ogni giudizio sarebbe altrimenti infondato;
      - ipocrisia e volontà di mantenere una vita privata. Non sono due cose che vanno necessariamente a braccetto (vedi esempio George, la sua risposta non è ipocrita).
      Nel caso specifico di Dalla tengo a precisare che mai l'ho sentito parlare di questo argomento e quindi concordo con te che tutto il polverone è stato sollevato dalla "gente" e dalla sua morbosa curiosità, soprattutto quando si parla di vita privata e sesso di persone famose (se gay non dichiarati poi... si va a nozze!!!)

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  12. ... questo è un argomento bello tosto... complimenti, non sei certo uno che si tira indietro di fronte a questioni spinose... ;)
    Mi limito a lasciarti il mio punto di vista.
    Sono credente, ma assolutamente anticlericale. Ho visto abbastanza da vicino la morale corrotta e assolutamente distorta di chi vive all'ombra di San Pietro, per averne le palle piene per almeno dieci vite. Ergo, di quello che dice la chiesa, il papa, i vescovi e via così non me ne può fregare di meno... mi limito ad avere a che fare con il parroco della mia parrocchia, che posso definire il mio secondo papà, ma anche lui è un'eccezione, a volte mal tollerato dai suoi superiori... un prete che non giudica nessuno e accoglie tutti nella sua casa, senza regole o limitazioni, un mito, la personificazione di quello che è la mia fede cristiana. Chi siamo noi per giudicare? Le leggi e le regole della chiesa sono veramente le parole di Dio? ... che forse sono arrivate via fax direttamente dal paradiso? La fede cristiana, ma dico di più, la fede religiosa e la tolleranza sono due modi di chiamare la stessa idea, lo stesso istintivo sogno di un mondo migliore, senza odio, senza orgoglio, senza sete di potere, con il ripetto per la vita e la libertà altrui. Che ognuno si comporti come creda e lasci a me la libertà di fare altrettanto, senza che nessuno si debba sentire giudicato o tollerato... siamo in grado di imparare? siamo in grado di metterlo in pratica? e saremo in grado di insegnarlo ai nostri figli? Un futuro migliore forse esiste, ma tanti muri devono ancora crollare...
    Per quanto riguarda Dalla, chi lo conosceva non ha voluto dire nulla della sua vita privata, perchè privata deve rimanere anche dopo la sua morte... Personalmene mi "scadalizzo" di più di fronte alla sua appartenenza all'Opus Dei che non del fatto che fosse gay. A mio modo di vedere il fanatismo religioso è un "peccato" molto più grave dell'omosessualità, che non ha nulla di razionale e di ragionato. Ma tant'è... che ognuno agisca come meglio crede, fino a quando non interferisce con la libertà di agire delle altre persone (cosa che peraltro l'Opus Dei non condivide...).
    Complimenti per il post, per le tue parole e per le tue riflessioni e complimenti anche a tutte le persone che ti seguono, che nei commenti hanno saputo esprimere idee di tutto rispetto e a volte veramente toccanti...
    ciao ragazzo... quando saremo più in confidenza ti saluterò con bacio... ahaha

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    1. Grazie anche a te per il tuo contributo così personale: oh, ma in questo blog che mega interazione che c'è!
      Siamo concordi e quindi non aggiungo altro sul rispetto della volontà del Lucio di vivere privatamente la sua affettività.

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  13. Vivo con serenità la morte di Dalla, mi piace come cantautore e rispetto le sue scelte di vita.
    La sua vita è una vita piena di soddisfazioni, proprio fino alla vigilia della sua morte improvvisa e credo che poco gli importi dei commenti e dei giudizi del dopo.
    M.

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    1. Credo anch'io. Ha vissuto ciò che credeva nonostante gli tirassero la giacchetta in molti. Non gli importerà del nostro parlare. Grazie per essere intervenuto.

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  14. Scusatemi ma devo dissentire da quanto dite.. Le religioni in generale, ed in particolare quella cattolica di cui stiamo parlando, hanno delle regole e dei comportamenti da rispettare. Regole che non possono cambiare con l'andare del tempo, dato che la Verità con la v maiuscola non può essere soggetta a mutamenti temporali. Dio nell'Antico Testamento, nel libro del Levitico, afferma "non giacerai insieme ad un altro uomo poichè è cosa abominevole" e in altre occasioni ribadisce ciò. Gesù non parla esplicitamente di omossessualità, ma riguardo al matrimonio ribadisce che "maschio e femmina li creò (Dio) affinchè si moltiplicassero... e così l'uomo lascerà la casa di sua madre etc. etc." San Paolo, in una o due delle sue lettere, condanna i comportamenti omossessuali. Ora, non sono qui a fare il moralista, però penso che se uno scelga di seguire la religione cattolica in questo caso, non può dire che l'omossesualità va bene ed è accettata da Dio dalla chiesa etc. Dura lex, sed lex.

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  15. Puoi benissimo dissentire, ci mancherebbe.
    Ti propongo una riflessione:

    Se è scritto è scritto, come dici tu le regole non possono cambiare con il tempo.
    Quindi:
    Possiamo vendere figlie come schiave: lo prevede Esodo 21,7.
    Possiamo possedere degli schiavi: lo dice Levitico 25,44
    Chi lavora di sabato deve essere messo a morte: è scritto in Esodo 35,2
    Non si possono mangiare crostacei e frutti di mare secondo Levitico 11,10. Attento quando ordini il prossimo fritto misto.
    Sempre Levitico 20, 10 non c’è scampo per gli adulteri. Entrambi devono morire
    Ancora Levitico 21,18 dice che se hai problemi di vista o sei zoppo, oppure hai cicatrici non puoi avvicinarti all’altare.
    Lo stesso vale anche se ti tagli la barba, se ti radi i capelli, se hai un tatuaggio. Confronta Levitico 19,27
    Anche piantare nell’orto due diversi tipi di ortaggio è vietatissimo: Levitico 19,19 è categorico

    Mi spiace, ma tutti sanno, che la Scrittura va contestualizzata. Tutti dico. Pure Ratzinger.
    E poi, chi ha un cammino di fede, in quale Dio crede? In un Dio che punisce?
    Perché si ascolta sempre il Levitico e meno il libro della Sapienza? Dice:

    Tu infatti ami tutte le cose che esistono
    e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
    se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure formata.
    Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l'avessi voluta?
    Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all'esistenza?
    Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
    Signore, amante della vita.
    (Sapienza 11,22)

    Dai, diciamolo… Mi sa che Dio vuol bene pure ai froci ;)

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  16. Allora, tutto quello che hai elencato è scritto nell'Antico Testamento, e Gesù, pur dicendo di non voler cambiare nemmeno uno j della legge di Mosè, è venuto a completare la legge e a stabilire la cosiddetta nuova alleanza. Quindi molte di quelle cose che tu hai elencate sono state superate in quanto è Gesù stesso nel Vangelo che ha detto che ndavano superate. Infatti ha detto che nessuna cosa che entra nella bocca dell'uomo può essere considerata impura, ma solo ciò che esce dalla bocca dell'uomo, ha abolito il riposo del sabato, la pena di morte, la schiavitù etc... Ma, come ti ho detto, non ha mai affrontato l'argomento omosessualità, ma, come ti ho scritto, ha semplicemente affermato che "maschio e femmina li creò affinchè si moltiplicassero". mettici poi anche San Paolo, ed ecco qui che l'omosessualità è rimasta un peccato mortale, ma come d'altronde tutto ciò che il sesso fuori del matrimonio, anche tra gli etero. Inoltre per un cattolico il magistero della chiesa è infallibile,quindi se nel catechismo della chiesa cattolica è scritto che l'omosessualità è peccato, è peccato. e con questo non sto dicendo che gli omosessuali non possono credere in Dio, ma semplicemnte, non possono essere cattolici.

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  17. O meglio, come afferma il catechismo, possono essere cattolici se vivono la loro condizione in castità. Un pò assurda come cosa, ma è così.

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    1. Ma si che possono essere cattolici! Però cattolici peccatori ^_^

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  18. Segnalo questo commento (sono soltanto alcuni passi) di Luigi Accattoli. Ovviamente è un commento che parte da una certa ottica (di credente praticante): "...dobbiamo prendere atto che ci sono in mezzo a noi tanti omosessuali cristiani, benché la cristianità non li sappia riconoscere. Ogni cristiano e ogni cristiana sanno che il fratello o la sorella, il figlio o la figlia, l'amico o l'amica omosessuale è capace di amare e di ricevere amore. E sanno che è questo che conta di fronte a Dio. L'insieme dei cristiani - cioè la Chiesa - sa che gli omosessuali non sono estranei all'azione della Grazia e, se sono credenti, avvertono il bisogno, l'ansia, di sentirsi dire che la loro vita di fronte a Dio non è inutile, ma è anzi preziosa.

    Il cristiano e la Chiesa sanno tutto questo ma ancora non hanno le parole per dirlo. Abbiamo alle spalle una storia troppo lunga di persecuzione degli omosessuali motivata con le Scritture perché sia possibile proclamare le Scritture a loro saluto. È stato possibile - ed è avvenuto in maniera credibile - nel caso di Lucio Dalla sia per la intensità della sua ricerca nella fede, sia a motivo della discrezione e del riserbo con cui egli aveva vissuto la sua condizione.

    A chi protesta perché in chiesa hanno chiamato Marco Alemanno "amico e collaboratore", invece che "compagno" di Lucio, io dico che questa reticenza era un prezzo accettabile perché egli potesse parlare. A chi accusa la Chiesa di ipocrisia perché concede al Dalla discreto ciò che non concederebbe al Dalla dichiarato dico che va rispettata la fatica degli uomini di Chiesa a conciliare le condanne dell'omosessualità che sono nelle lettere dell'apostolo Paolo e la "comprensione" per la situazione delle persone omosessuali che è l'unica parola di cui dispongano al momento e da appena mezzo secolo.

    A tutti quelli che si sono interessati ai fatti di San Petronio, dedico le parole della canzone di Lucio "Amore disperato" che dice tutto sulla condizione in cui è vissuto e sulla domanda che si poneva: "Che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere / L'amore che mi chiedi non può finire bene / Non può finire bene / Il cielo non lo vuole (...) Amore disperato / Amore mai amato / Amore messo in croce / Amore che resiste / E se Dio esiste / Voi, voi / Vi ritroverete là, là".

    www.luigiaccattoli.it

    P.S. Scusa se ritorno ancora su questo argomento. grazie dell'ospitalità e dell'equilibrio con cui hai affrontato il delicato argomento.

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  19. Sono stupito: che vastità di pensiero, formazione, differenze, visioni politiche passano nel mio blog. Mica tutti uguali i miei lettori! Che varia umanità. Non come stare in un circolo, non in un club monopensiero, piuttosto una metropolitana affollata. I miei lettori son tutto tranne che omologati.
    E c'è chi dice che le frocie son tutte uguali. Tze...

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  20. Mi era sfuggito questo post.

    Inutile dire che condivido l'impostazione. Va però anche ricordato che il confronto è sbilanciato: molti gay sono religiosi/cristiani/cattolici, molti esponenti pubblici gay lo dicono apertamente. Non si può dire lo stesso del cattolicesimo. Inoltre, anche in termini numerici la sproporzione è parecchia.

    Della questione Dalla neanche ne parlo, perché i motivi per cui ha scelto di fare ciò che ha fatto se li è portati nella tomba o magari non li sapeva neppure lui.

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