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lunedì 28 giugno 2010

Schifezze

Leggendo il consiglio letterario di FrAnCeScO sull'ultimo libro di Baricco, Emmaus, mi è tornata alla mente questa pagina, memorabile, di uno dei suoi primi libri: Castelli di Rabbia.
Una pagina che mi ha sempre provocato profondamente e che non esagero dire aver letto almeno un centinaio di volte. Non si riferisce a gay o a etero, si riferisce all'uomo in generale, ai suoi desideri, alle sue pulsioni, ai sensi di colpa e allo stare in pace.
Ve la devo proporre.
- Che succede, Pekish?
- Schifezze - rispose.
- Cosa sono le schifezze?
- Sono cose che nella vita non bisogna fare.
- E ce n'è tante?
- Dipende. Se uno ha tanta fantasia, può fare molte schifezze. Se uno è scemo magari passa tutta la vita e non gliene viene in mente nemmeno una.
La cosa si complicava. Pekish se ne accorse. Si tolse gli occhiali e lasciò perdere Jobbard, i tubi e le altre storie.
- Mettiamola così. Uno si alza al mattino, fa quel che deve fare e poi la sera va a dormire. E li i casi sono due: o è in pace con se stesso, e dorme, o non è in pace con se stesso e allora non dorme. Capisci?
- Si.
- Dunque bisogna arrivare alla sera in pace con se stessi. Questo è il problema. E per risolverlo c'è una strada molto semplice: restare puliti.
- Puliti?
- Puliti dentro, che vuol dire non aver fatto niente di cui doversi vergognare. E fin qui non c'è niente di complicato.
- No.
- Il complicato arriva quando uno si accorge che ha un desiderio di cui si vergogna: ha una voglia pazzesca di qualcosa che non si può fare, o è orrendo, o fa del male a qualcuno. Okay?
- Okay.
- E allora si chiede: devo starlo a sentire questo desiderio o devo togliermelo dalla testa?
- Già.
- Già. Uno ci pensa e alla fine decide. Per cento volte se lo toglie dalla testa, poi arriva il giorno che se lo tiene e decide di farla quella cosa di cui ha tanta voglia: e la fa: ed eccola li la schifezza.
- Però non dovrebbe farla, vero, la schifezza?
- No. Ma sta' attento: dato che non siamo calzini ma persone, non siamo qui con il fine principale di essere puliti. I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per star dietro ad un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi si paga. E' solo questo davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.
Pehnt stette un po' a pensare.
- Ma quante volte lo si può fare?
- Cosa?
- Fare schifezze.
- Non troppe, se si vuole riuscire a dormire ogni tanto.
- Dieci?
- Magari un po' meno. Se sono vere schifezze, un po' meno.
- Cinque?
- Diciamo due. poi se ne scappa qualcun'altra.
- Due?
- Due.
(Alessandro Baricco - Castelli di rabbia)

2 commenti:

  1. (In)consapevole ti confesso che leggendo questo breve brano tratto dal romanzo di Baricco, sono ritornato alla mente a un tuo post, non troppo remoto, che parla proprio del dormire. Ora capisco il perché hai scelto certi vocaboli invece di altri. Il brano infondo parte dalla concezione che per poter dormire bisogna stare bene con se stessi, non fare schifezze e credo questo brano, dato che apprendo che lo hai letto tante volte, tu l'abbia fatto tuo, applicandolo alla tua vita, riuscendo così a dormire.
    P.S. sono contneto che il mio post ti abbia riportato alla mente questa pagina e che abbia fatto conoscere me un dialogo simile. Ciao ciao

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  2. Non conoseve questo libro quindi tanto meno la pagina che riporti, ma certo che mi piace molto... mi sa che mi avvicinerò a Baricco come scrittore... non mi dispiace per nulla :)

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