venerdì 1 gennaio 2010
Meglio gay che tossico...
... è la frase più benevola emersa al veglione di ieri sera, cenone tra amici, chiacchiere e divertimento e molti, troppi accenni alla tematica omosessuale. Quando i bicchieri di vino attraversano i gargarozzi, le chiacchiere dimenticano il politically correct e ne esce il pensiero dominante. Come si suol dire, IN VINO VERITAS. E così tra "i froci sono ovunque, vanno di moda" e un "era ora che trovassi la morosa, pensavamo che fossi gay" detta ad un amico neo-fidanzato (dimenticando che di single "su d'età" in quella stanza eravamo almeno in 4), è uscita anche la frase che titola il post. Già, parlando del nascituro che a febbraio renderà genitori una coppia d'amici, il futuro papà, disquisendo sulle sfide della paternità ha proprio detto così: "meglio un figlio gay che tossico". Ah beh, ringraziamo per la concessione (i gay tossici ringraziano un po' meno...). Ancora una volta l'omosessualità è considerata un "vizio", una "malattia" o comunque una "sfortuna".
Mi intristisce tutto questo? In verità ormai non più: una vita a farci il callo, a nascondere, a inghiottire questi bocconcini amari. E' come prendere una medicina a cui siamo già abituati: ormai scivola giù, senza quasi nessuno sforzo. Rimane però quel retrogusto amarognolo, non è mai bello.
Immagino adesso i rimproveri dei gay dichiarati che possono leggere questo post: l'invito alla ribellione, il rimproverarmi per il mio non prendere posizione, insultare la mia codardia. Reminescenze letterarie mi ricordano il don Abbondio dei Promessi Sposi: "uno il coraggio non se lo può dare...": è la mia debole difesa.
Questi amici però, al di là delle infelici affermazioni, mi sono cari. Non sono assolutamente cattive persone. Credo anche che questo loro modo di parlare sia semplice ignoranza, banalità o paura. No, non mi va di metterli in croce, come non mi piace essere messo in croce. Ma quando l'affermazione del gay e del tossicodipendente è emersa ho pensato alle lacrime versate di nascosto in un cinema alla visione di C.R.A.Z.Y., fantastico film canadese di 3-4 anni fa, sull'accettazione della propria omosessualità e del contrasto con il padre che preferisce l'impenitente figlio tossicodipendente al "deviato" figlio gay. E' un film che è da vedere e che vi riserverà più di qualche sorpresa, divertimento e riflessione. Lo potrete trovare abbastanza facilmente in una buona videoteca o negli store on-line. Un Must.
Ora chiudo qui un post forse troppo serio per le celebrazioni di capodanno. Beh dai, va così. Qui sotto c'è sempre spazio per i vostri commenti. Se tra i vari lettori (a proposito, grazie a tutti, state aumentando in maniera esponenziale!!!) qualcuno volesse lasciare un qualche suo pensiero, il confronto è sempre benvenuto. Buon anno a tutti!
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io sono dalla tua parte: perchè accanirsi su una frase detta in modo scherzoso e solo perchè "il gay va di moda" da una persona che si sa essere in buona fede.
RispondiEliminacolgo la palla al balzo per il suggerimento cinematografico e ti lascio i migliori auguri per il 2010