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martedì 15 gennaio 2013

Travestire i bisogni


Per la serie, siamo belli perchè siam complicati, vi propongo una riflessione:
L'amore che dovrebbe essere l'espressione genuina e non filtrata dei nostri bisogni a volte si veste di finzioni per esistere. 
Leggevo il brano che vi riporto qui sotto (un esempio relativo ad una coppia etero, ma vale per tutti) e mi trovavo ad interrogarmi. Quando scatta un interesse per una persona come ci approcciamo? Abbiamo bisogno di mettere in atto strategie per conquistare chi ci piace e ottenere da quella persona ciò che fa parte dei nostri desideri? A volte non sono strategie del tutto consapevoli. Vediamo:


Immaginiamo la situazione seguente: Tomas di Amburgo si trova per affari a Portland, Oregon, dove conosce Jen. Hanno tutti e due ventotto anni e lavorano nell'industria informatica. Jen piace subito a Tomas. Passano alcuni giorni e lui inizia a conoscerla meglio, ride alle sue battute sulle persone con cui lavorano, ammira le sue acute analisi politiche e le sue opinioni intelligenti su musica e film. Inoltre, Jen gli fa tenerezza: quando gli ha raccontato, a cena, che chiama sua madre ogni giorno anche quando è in viaggio e che il suo migliore amico è il fratello minore, che ha undici anni e adora arrampicarsi sugli alberi, l'ha trovato molto dolce. 
Quando un amico chiede a Tomas di Jen, lui gli confida di trovarla piuttosto carina. Anche lui piace a Jen, ma non nello stesso modo. Lei vorrebbe farlo sdraiare sul copriletto viola della sua camera al motel (il Crown Court Inn) e mettersi a cavalcioni sopra di lui. Vorrebbe prenderglielo in bocca e contemplare l'espressione di piacere sul suo viso

Da quando si sono conosciuti, ha immaginato ripetutamente il suo corpo seminudo in posizioni diverse. L'ultima volta ha fantasticato di farlo con lui in una delle sale riunioni in cui lavorano. Ma a parte questo ruolo nel suo immaginario sessuale, Jen - che è un'amica leale, una cittadina perbene e che un giorno diventerà anche una buona madre - non ha alcun dubbio: per lei Tomas sarebbe un compagno fisso del tutto inappropriato. Non riesce a immaginare di sopportare per una vita intera la sua allegria, il suo amore per gli animali e il suo entusiasmo per il jogging. La sera prima ha avuto grossi problemi a concentrarsi sulla lunga storia che lui le ha raccontato a proposito di sua nonna, che è ricoverata in una casa di riposo con una malattia che i medici non riescono a identificare. Dopo il sesso, Jen sarebbe più che felice di non rivederlo mai più.

Il dilemma che queste due persone affrontano è endemico nella nostra società, che perfino al giorno d'oggi non offre alcun sistema semplice per dare voce ai nostri desideri di amore e sesso, spesso divergenti. Tendiamo a girare intorno a ciò che vogliamo, a travestire con pretesti i nostri bisogni, in genere mentendo, spezzando il cuore a qualcuno e soffrendo, tra frustrazioni e sensi di colpa. Non siamo ancora arrivati a una fase dello sviluppo umano in cui Jen potrebbe dire apertamente a Tomas di desiderarlo sessualmente e nulla di più. Alle orecchie di molti, questa affermazione sembrerebbe brutale (forse anche crudele), animalesca e volgare. Ma nemmeno Tomas, del resto, può essere sincero, perché il suo desiderio di trovare l'amore con Jen sembrerebbe sdolcinato e mediocre. Il tabù che gli impedisce di dichiararle: « Voglio amarti e prendermi teneramente cura di te per il resto della vita » è forte come quello che vieta a lei di dirgli: «Vorrei scoparti nella mia stanza d'albergo e poi dirti addio per sempre». Per avere una possibilità di ottenere ciò che vogliono, entrambi devono mentire sui propri desideri. Jen deve stare bene attenta a non lasciar intendere che il suo interesse per Tomas è puramente sessuale e Tom non può dar voce alla sua ambizione d'amore, per paura che Jen se la dia a gambe. Entrambi sperano di riuscire a ottenere il risultato desiderato senza dover specificare esplicitamente di cosa si tratti. Quest'ambiguità di solito dà origine soltanto a tradimenti e aspettative infrante. Chi vorrebbe amore ma ottiene solo sesso si sente usato. Chi cerca sesso ma per ottenerlo deve fingere di volere amore, se costretto a iniziare una relazione, si sente in trappola o, se riesce a fuggire, si sente perverso e disonorevole.
In che modo la nostra società potrebbe mettere Tomas e Jen, e altri come loro, nelle condizioni di ottenere un risultato migliore? 
Prima di tutto riconoscendo che nessuno dei due bisogni ha un primato morale sull'altro: desiderare l'amore più del sesso, o perfino al posto del sesso, non è «meglio» o «peggio» del contrario. Entrambi devono avere un ruolo nel repertorio di sentimenti e desideri umani. 
Secondo, in quanto società, dobbiamo trovare il mezzo di far sì che questi due bisogni possano essere espressi liberamente, senza paura del biasimo o della condanna morale. Dobbiamo mitigare i tabù che circondano questi due appetiti per ridurre al minimo la necessità di dissimulazione, e quindi il dolore e i sensi di colpa che provoca. Finché  l'unico modo di ottenere sesso sarà fingere di essere innamorati, alcuni di noi mentiranno tentando il tutto per tutto. E finché l'unica chance di trovare un amore duraturo sarà fingersi avventurieri pronti a fare sesso in una stanza di motel con qualcuno che abbiamo appena conosciuto, altri correranno il rischio di sentirsi abbandonati il mattino seguente. 
E' arrivato il momento di dare al bisogno di sesso e al bisogno d'amore lo stesso rispetto, senza alcuna patina di moralismo. Sono necessità che possono essere provate in maniera indipendente l'uma dall'altra e che hanno un valore e una validità equivalenti. Sono necessità che non ci devono costringere a mentire per poterle soddisfare.
[Alain de Botton - Come pensare (di più) il sesso]



Mi pare che non sia questo che non abbia funzionato tra me e L., ci sarà invece altro che dovrò capire. Ma sull'argomento di questo esempio siamo da subito stati onesti nel raccontarci le esigenze di entrambi: il bisogno di sesso, quello fisico ormonale e godereccio, nella primissima fase, accompagnato dal bisogno di "affetto e compagnia" imparando a conoscerci.

Forse è anche vero che per dei gay sia più facile non farsi troppi scrupoli a esprimere il bisogno di fisicità perchè non accompagnati dal timore di essere considerati volgari (come può esserlo invece per una donna) mentre vedo di più la paura ad esprimere il bisogno di amore (come tutti i bravi maschietti che vogliono fare i duri e indipendenti).

Mi chiedo però se ci son stati altri aspetti dove non siamo stati in grado di manifestare appieno le nostre aspettative e ora rischio di crucciarmi e voler psicanalizzare il nostro amore per capirci qualcosa, quando semmai non c'è poi molto da capire ma semplicemente da accettare.

Ma voi cosa ne pensate? Non su di me e L. ma su questo tipo di dinamiche? Vi siete riconosciuti in qualcosa di simile nelle vostre esperienze?

59 commenti:

  1. Cavolo se mi sono riconosciuto nella storia. Ma in alcuni momenti io sono entrambe le figure: desideroso di sesso e di amore ma il mio partner non risulta un oggetto da coccolare ma bisognoso di essere ascoltato delle sue paturnuie lavotative (che palle, gli darei fuoco). ma se gli dico cio che penso sui suoi problemi e come risolverli nn mi ascolta... devo stare ad ascoltare e dargli ragione. Machimmelofafare?

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    1. Chittelofafare? Solo tu puoi saperlo. Stando all'esempio del post, o l'amore o il piacere di scoparlo

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  2. Nelle (poche) esperienze che ho avuto finora con gente conosciuta in rete ho notato alcune di queste dinamiche. C'è sempre un po' di ipocrisia, anche chi ti chiede amicizia una volta che ha fatto sesso sparisce dalla circolazione, si nega oppure fa il tira e molla.
    A volte è meglio uno che dice la classica frase "sesso senza menate", non è il massimo però sai subito come la pensa e ti regoli di conseguenza.
    Personalmente, fare sesso mi piace molto e se c'è l'occasione non me la lascio scappare; tuttavia mi piacerebbe instaurare almeno un rapporto di amicizia con chi l'ho fatto, visto che abbiamo condiviso così profondamente la nostra intimità.
    Inutile dire che questo sentimento viene di solito frustrato.

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    1. Si, a volte è pura ipocrisia e sono preferibili i "patti chiari". Altre volte sono invece frustrazioni che nascono dalle nostre aspettative, non corrisposte. Altre ancora, l'averci provato ma il rendersi conto poi che l'alchimia non è scattata.

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  3. Io devo dire il vero che ho sempre detto chiaramente cosa volevo o cercavo a chi si avvicinava o a chi mi avvicinavo. Era inutile creare/crearsi farse speranze con semi-verità o atteggiamenti ambigui. Questo no vuol dire che non mi sia trovato a sentirmi dire le peggio cose da chi aveva fatto orecche da mercante, ma almeno avevo la coscenza apposto con me stesso.

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    1. E' un atteggiamento corretto il tuo. Ma a volte credo anche che ci troviamo all'interno di certe dinamiche, dopo, a conoscenza fatta, all'interno di una relazione. A volte le cose iniziano in un modo e si svolgono in un altro. E lì, nascono i casini.

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  4. Uh mamma, che discorsone!!
    Allora: io tendenzialmente ho un approccio ai rapporti à la Francesco, il che non significa che poi le cose vadano sempre come mi riproponevo andassero (è notorio infatti che è stato Napo-orso-capo a corteggiarmi a lungo pria di diventare il mio boy, long time ago).
    È pure vero che un approccio sincero ha delle controindicazioni, tipo non vergognarmi di mettere a nudo non tanto il mio corpo (che può piacere o meno, ma quello è), ma soprattutto le mie fragilità & i miei sentimenti profondi (vero kiketto?).
    Questo approccio può causare anche dolorose tranvate sulle gengive, se l’altr* non si dimostra altrettanto sincer* con te, ma evita di avere rimorsi/rimpianti nel caso in cui la relazione non evolvesse o si interrompesse.
    E di gente che si rosola in questo stato ne conosco fin troppa!
    Poi certo, le motivazioni per una rottura possono essere millanta e più; in fondo ogni storia (come ognuno di noi) è a sé, e catalogare tutto e tutti può essere comodo in astratto, ma terribilmente complicato quando si parla di persone in carne & ossa, e LA ricetta buona per ogni situazione mi sembra leggermente improbabile.

    L’unica soluzione che conosco è lasciarsi vivere nel bene e nel male, cercando sempre di voler bene a me & ai miei affetti. Magari senza farmi troppe seghe mentali, che fanno male molto più di quelle manuali…

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    1. Postilla: prima che cominciate a darmi del vecchio saggio (non son così palloso, almeno spero!), vi cito un vecchio aforisma di Borges che mi auguro spieghi meglio perché v’ho ammorbato col pippone qui sopra:

      Non si discute per aver ragione, ma per capire.

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    2. Io,come noto, sono dispensato dall'avere "sentimenti profondi".E tale mancanza, pensa un po', è ciò che più apprezzano in me; soprattutto quando sono a 90.

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    3. E visto che oggi mi sento canterino vi dedico uno stornello a dispetto:
      "Er core mio l'ho dato a chi me pare
      l'hanno tenuto tutti come 'n fiore
      l'hanno tenuto tutti come 'n fiore
      er vostro s'è appassito ner candore.

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    4. a kì, ma mica te volevo offenne!!
      era solo il primo esempio di qualcuno che c'ha paura a fà vedè quello che prova e se nasconde dietro quello che na volta se sarebbe chiamato "cor de limone"!
      Se te la sei presa, vuol dì che me sò spiegato male!!

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    5. Tu non mi offendi mai.D'altronde fammi essere un po' cinico ogni tanto: essere un concentrato di virtù stanca a volte.

      In, pisello adorato, ci stiamo facendo allegramente i c..zzi nostri, lo so.
      Ma io ho già il sederino appizzato e ti porgo il frustino con il quale, se vorrai, potrai far vibrare le mie candide terga.

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    6. TU un "concentrato de virtù"??
      ok, che te sei fumato ieri sera?
      sta battuta è quasi meno credibile de quando me sento dì che sto a diventà un vecchio saggio..

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    7. Oddio, freedog e Kike... leggendo i vostri commenti avevo paura che si creasse maretta e mi sarebbe spiaciuto vedervi litigare qui. Ma mi pare di capire che abbiate un livello di conoscenza tale che vi permette di resistere alle tranvate che vi date affettuosamente sui denti. Meglio così!

      @freedog - son convinto che la nascita degli equivoci arrivi da quella normale e sanissima fatica a mettersi a nudo totalmente nei nostri sentimenti. La "cura" l'hai identificata bene tu (o perlomeno, è quella che condivido): il rispetto per se stessi.

      @ Kike - lascia che mi torni l'ormone che in 'sti giorni è sparito, poi ci penserò al tuo culetto. Ma niente frustini, non mi piacciono. Le vergate solo con la verga, quella in carne e senza ossa

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    8. litigare con kiketto??
      naahh.. difficile! per me lui è come il Brian di Queer As Folk, non so se hai presente. talmente fuori che è impossibile volergli male!!

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  5. Penso che i tabù sociali siano duri da eliminare, lo scrittore di questo brano ha centrato due dei principali legati ai due sessi, la donna che non deve esplicare la sua voglia di sesso per non essere considerata inadatta come moglie e madre e l'uomo che non deve esternare i propri sentimenti per non essere considerato inadatto nel ruolo di difensore e mantenitore della famiglia.
    Per quanto riguarda i rapporti omosessuali penso siano presenti tutti e due questi aspetti anche se più legati alla considerazione che l'altro avrà di noi (paura di chiedere certe pratiche sessuali per paura di essere mal considerati; paura di esternare i propri sentimenti di amore e protezione per paura di sembrare troppo delicati e noiosi) molto poi dipende anche da come tutte queste cose erano considerate nella famiglia in cui siamo nati.

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    1. La paura di chiedere certe pratiche... Pensa loran, l'inizio di questo libro cita proprio questa dinamica: "...E' impossibile rivelare in maniera completa la nostra identità sessuale a chiunque debba, a nostro avviso, formarsi una buona opinione di noi..."

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  6. cavolo se mi sono riconosciuto ! L'intera mia ricerca sentimentale-sessuale vede questo rapporto conflittuale tra quello che cerco io e quel che cercano gli altri. Inizialmente cercavo amore, ma poi mi sono reso conto che per trovarlo bisogna evitare di dirlo inizialmente, proprio come ha fatto Tomas. Difatti, quando ho iniziato a non specificare più cosa volessi ma ho semplicemente detto "amicizia, poi si vedrà" sono cambiate molte cose. Ho avuto un rapporto con un ragazzo, ci siamo visti 2-3 volte, abbiamo fatto sesso (seppur non completo), ma ancora adesso non la vediamo in maniera uguale. Io continuo a dire sì quando lui vuole incontrarmi sperando in qualcosa di più che forse non arriverà mai, e lui mitiga la sua richiesta di sesso con un "anche se non voglio una storia, mi piaci particolarmente tu". Non penso che queste rette parallele potranno mai incontrarsi, ma intanto sono in una situazione di stallo che non mi permette di pensare serenamente ad altro. Una cosa però l'ho imparata : per avere qualcosa, per giocarsela, è sempre meglio attuare delle strategie ed evitare di arroccarsi sulle proprie posizioni. Questo atteggiamento non provoca altro che la fuga dell'altra persona.. io non dico voglio l'amore, l'altro non mi dice voglio solo ed esclusivamente sesso. Intanto ci incontriamo e poi, chissà, "taglieremo le nostre ali estreme" (va tanto di moda..)e troveremo il nostro punto di equilibrio

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    1. leggendo sto commento, ci vedo bene questa
      http://youtu.be/Wi6Y_1FHlio
      colonna sonora

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    2. sì, effettivamente ci sta.. anche se non sono proprio a quel livello, cerco di controllare le mie emozioni

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    3. Molto chiaro ed efficace il tuo intervento, grant!
      A tutti piacerebbe non ci fosse bisogno di strategie e io spero che la nostra "educazione all'amore" passi attraverso quella libertà di essere se stessi, che paga poi in una relazione vera. Però come tu dici, a volte le strategie sono quasi inevitabili, a volte le attuiamo anche inconsciamente, mentendo pure a noi stessi perchè fatichiamo a riconoscere le nostre attese.

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  7. * per quanto riguarda il tabù della richiesta di sesso, penso ci sia infinitamente più nei rapporti etero. Nel mondo gay trovo sia sdoganato, il fatto che il dialogo avvenga tra 2 uomini rende tutto più semplice, entrambi sanno che l'istinto sessuale c'è ed è forte, e quasi mai c'è un giudizio negativo di uno verso l'altro, qualora questo cercasse solo sesso. In due parole, cose da uomini.. ci si intende.

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    1. o tra due donne...non dimentichiamo le lesbiche...

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    2. tra le donne non lo so, non penso sia la stessa cosa che tra due uomini.. noi siamo biologicamente porci, al contrario penso che tra due donne non sia tanto più diffusa la voglia di sesso rispetto a un qualcosa di stabile

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    3. Dalla "regia" mi dicono che non è detto che sia così. Gli uomini più porci o, diciamo, fisici delle donne (cosa che pare anche a me essere tale) pare essere anche qui una credenza da modello culturale che abbiamo.
      Bah!

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  8. La società ci ha chiesto e ci chiedere di ricadere all'interno del modello del pensiero comune ricolmo di tabù e luoghi comuni.
    Anche i sentimenti sembra quasi che debbano essere controllati e non espressi.
    Poi aggiungi le fregature prese da chi ritenevi importante ed ottieni una persona ferita che difficilmete si apre con gli altri.
    Credo che svelare i propri sentimenti e le proprie necessità sia come offrire all'altro praticamente la propria vita e questo può davvero far paura.
    Mi spiace che si sia persa questa capacità di comunicare, dover agire per sotterfugi per riuscire ad ottenere ciò che si vuole.
    Sarebbe bello spogliarci di tutti i pregiudizi e le paure che abbiamo e vivere con più leggerezza l'amore.
    Credo che queste resteranno solo parole di un sognatore.
    Forse sono andato un po' fuori tema, è che mi sono fatto prendere la mano dai pensieri

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    1. Un po' l'indicazione che da l'autore di questo brano: spogliarci dei pregiudizi e vivere la sessualità (amore e/o sesso) con una diversa consapevolezza, anche più leggera

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  9. allora, prenditi una tazza di cioccolato caldo (o di camomilla, o di karkadè o di un qsi comfort food che ti va), metti le casse a palla e sentiti in loop sto pezzo molto terapeutico.
    http://youtu.be/6gWvUnEHBBc

    poi saprammi dire, ok?

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    1. ok, ma oltre a piagne come na fontana?
      ce stai dentro o ho preso la cantonata del mese?

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    2. E me lo chedi? Praticamente, a parte i riferimenti al figlio, la canzone è stata scritta, con grande preveggenza, per me. Lo sanno tutti... :*

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  10. penso che entrambe le necessità siano sempre insite in noi..almeno per me è così,solo si alternano e per esperienza mi sembra che prevalga sempre quella sbagliata in quel momento;)! Però una non ne esclude l'altra..perfortuna,e quando le coniughi e trovi la persona con cui alternarle e soddisfarle il più è fatto..anzi A.A.A. cercasi persona con cui alternare:D! Che poi ho detto qualcosa di sensato in tutto ciò? Un casino da vivere..e da descrivere!

    Merc

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    1. Già! Si sbagliano sempre sto cazzo di tempi nella vita :|

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  11. premetto che sono un tipo un po' gne gne e penso che non ci sia sesso senza amore ma sicuramente il perbenismo non aiuta ad essere se stessi. Ognuno di noi ha una sua identità più o meno passionale o romantica il segreto è accettare quella altrui. Il peso dei giudizi ci impedisce di dare libero spazio alle nostre pulsioni e questo va solo a discapito di noi stessi (eccessi a parte) e manca di sincerità con l'altro/a. Una libera libidine è nell'essere umano e se l'uomo (come genere) è più vicino all'animale e non resiste all'impulso c'è sempre la propria coscienza che spesso abbandoniamo in nome del "così fan tutti". Insomma è vero che la morale fa la sua parte ma dobbiamo anche riappropiarci del nostro pensiero. Se no davvero diventiamo gregge! (anch'io come Fred un po'fuori tema ma spero spunto di scambio). ;)
    Inoltre Inco, sono sicuro che lo psicoanalizzare la tua storia rientri nel complesso e lungo processo di elaborazione di una rottura. Che ci obbliga a fare i conti con i se e con i ma. un cambiamento schizofrenico a cui non si è abituati: dove i sentimenti dominano le parole e dove si è vulnerabili (sensi di colpa inclusi). concludo con un abbraccio virtuale. Ciao !

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    1. Spiegami cosa vuol dire essere un po' gne gne :D
      Per il resto del commento invece è tutto chiaro, ma nella vita è sempre un casino.

      Credo che il mio processo ora sia di "metabolizzare" questa rottura che passa dall'analizzare al suo contrario, l'arrendersi. Ci vorrà tempo?
      Grazie

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  12. Qui In...oggi tanta neve!!!
    e se non nevica tanta nebbia...come vedi sono due situazioni climatiche che non fanno intravedere chiaramente dove finisce il mio palco... Tu non vuoi che io cada vero???"!£)")$%

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    1. No, no... Sia mai!
      Ma scusa, non ho capito l'attinenza al post :/

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  13. Le strategie nel rapporto di coppia sono all'ordine del giorno. Le convenzioni sociali sono alla base del comportamento di tutti noi.
    Facciamo un esempio: come vivremmo con qualcuno al nostro fianco incapace di filtrare nel percorso cervello-parola? Dire esattamente quello che pensiamo non fa bene, a nessuno. Ci sono dei soggetti che lo fanno, ma guarda caso c'è anche una patologia che li descrive (adesso non mi ricordo come si chiama, ma c'è).
    Non è possibile costruire nessun tipo di rapporto con un'altra persona se non filtriamo almeno un pochino i nostri desideri più istintivi. Sono desideri primari, su cui non ci sarebbe spazio per una mediazione, perchè noi per primi non siamo disposti a rinunciarvi. Allora li nascondiamo, li travestiamo, per dar loro una parvenza di "bontà" sociale.
    Anche l'amore è un sentimento che, per quanto nobile, nasce da istinti primordiali, che vengono soddisfatti attraverso di esso. Tante volte tutto dipende dal nome che diamo alle cose, anche se la loro sostanza non cambia.
    Baci Luci

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    1. I nomi, i nomi... le benedette definizioni, i nomi che danno "significati"...

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    2. più che "significati" credo sia un nostro modo per classificare tutto & tutti, e rende tutto molto più complicato di quello che poi è in realtà; creando così incomprensioni, malintesi & scazzi vari

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  14. La società mio malgrado ogni giorno ci insegna che per ottenere qualcosa, di metterci maschere, forse non ce ne accorgiamo,ma se ci pensiamo bene nelle relazioni che ci coivolgono è un meccanismo di difesa. Maschere su maschere anche incosapevoli..Pensa se nei sentimenti non è così! Si desidera consumare, si desidera sesso, per una fame naturale dell'umano, per un bisogno di protezione, una condivisione intima, di una parola, e allo stesso tempo c'è anche bisogno di libertà. Cerchiamo l'amore o il sesso come lo pensiamo nella nostra testa o lo cerchiamo per com'è? Ci si traveste le emozioni ed i sentimenti per non soffrire, per pudore, per non rischiare fino in fondo, ed il tempo passa, corre e si invecchia...!! Si è vero si può provare il sesso, ma quando arriva l'amore condiviso e corrisposto nel profondoo qualcosa cambia, modifica...si sta bene e ci si sente al posto giusto, non si cerca più qualcun'altra/o, si cerca di coltivare quanto trovato, lo si vive lasciandogli la giusta libertà, spazio per lasciarlo crescere, fruttificare, avendo però il coraggio di starci con gli alti e bassi che coporta una relazione, di impegnarsi, di lottare. E se anche dopo tutto questo finisce... Qui penso sempre che una storia d'amore quando finisce, non termina veramente perchè da una parte e dall'altra resta qualcosa di noi, una parte di noi è stata donata e accolta. E' come una mela, ne diamo un morso e quel pezzo farà sempre parte di noi del nostro essere corpo, entra nelle nostre cellule, tessuti. Quel che rattrista di certo è la mancanza di contatto pelle a pelle, di fisicità, di vicinanza, di condivisione....ma in noi non finisce il bene dato e ricevuto ma solo si trasforma e tutto in armonia con e per la nostra vera felicità.

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    1. Maschere strategiche, maschere inconscie, meccanismi di difesa.. Credo ci siano tutte queste dinamiche, è vero.
      Che si sgretolano nella conoscenza, nel far crescere il rapporto. Riuscirci, la prerogativa degli innamorati, è una bella conquista.

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  15. Sinceramente quello trattato nel brano mi sembra un falso problema!
    Semplicemente sono due persone che stanno cercando cose differenti. Non necessariamente devono trovare soddisfazione l'uno nell'incontro dell'altra e vice versa.
    Saranno appagati quando troveranno una persona che possa offrire loro quello che cercano.
    Se vado dal fruttivendolo perché desidero cetrioli grossi e lunghi e il fruttarolo mi offre rape rosse perché i cetrioli non li ha, le soluzioni sono due:
    - accetto le rape, sapendo che non sono cetrioli;
    - me ne vado altrove in cerca dei miei gustosi cetrioli.
    Non c'è alternativa.
    P.S.: per me le rape sanno di fango e i cetrioli mi stanno sullo stomaco, non riesco a digerirli, bho!

    P.S.II: aahhhh, ho capito, i cetrioli non vanno mangiati! Ho capito! ;)

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    1. Non son sicuro sia un falso problema. Capisco il tuo ragionamento ma parto dal presupposto che stanno ancora "cercando" e nella ricerca non c'è piena coscienza ne conoscenza dei propri desideri.
      Non è un falso problema analizzare che ci sono condizionamenti e paure nei quali siamo immersi. Anzi, credo sia importante conoscerli per agire una maggior libertà.

      P.S. adoro sia le rape che i cetrioli. Questi ultimi anche per le diverse prerogative (anche alimentari) a cui si prestano XD

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    2. Ma dalla descrizione i due personaggi sembra sappiano benissimo cosa desiderano.
      Sulle paure e condizionamenti d'accordissimo ma mi sembra un altro discorso.

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    3. Pensa quindi, che pur sapendo cosa desiderano (anche se nella fase iniziale non sempre si ha piena coscienza di tutto) sono condizionati anche dal pensiero che l'altro potrebbe farsi. (Bello l'esempio personale di grant, qui nei commenti)

      [dal brano: Il dilemma che queste due persone affrontano è endemico nella nostra società, che perfino al giorno d'oggi non offre alcun sistema semplice per dare voce ai nostri desideri di amore e sesso, spesso divergenti...etc]

      A mio modo di vedere questo succede frequentemennte e ci sta tutto, altro che falso problema...

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    4. "Pensa quindi, che pur sapendo cosa desiderano (anche se nella fase iniziale non sempre si ha piena coscienza di tutto) sono condizionati anche dal pensiero che l'altro potrebbe farsi."

      E' qui che non ci capiamo: ognuno sa cosa egli stesso desidera non cosa desidera l'altro.
      Se io desidero solo sesso è comprensibile che abbia paura del giudizio dell'altro perché in qualche modo sono condizionato dalla società in cui vivo, non ci piove. Nella medesima società però, è innegabile che, razionalmente, la ricerca di sesso in sè e per sè non deve essere condannata, è legittima. Come bere il caffè senza zucchero!
      La "società" si crea in centinaia di anni e così si modifica è un dato di fatto, è una regola del gioco non nuova, la conosciamo da quando siamo nati quindi, e vengo al dunque, il falso problema secondo me è:"(la società) che perfino al giorno d'oggi non offre alcun sistema semplice per dare voce ai nostri desideri di amore e sesso,".
      Non è la società che ci deve dare un sistema semplice, quello verrà quando la società si sarà adeguanta, modificata.... ma oltre a questo il sistema semplice esiste già, ed è in noi, "voglio solo sesso?", bene cercherò solo sesso e se voglio la via semplice, breve, senza equivoci, devo essere chiaro, non mentire a me stesso e non mentire agli altri, conscio del fatto che se chiedo solo sesso non sto commettendo un crimine, ed altresì conscio del fatto che la risposta negativa della persona alla quale chiedo non può essere considerato un problema anzi non deve essere cosniderato un problema. Il mancato incontro di due desideri "diversi" è un "non problema".

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    5. Scusami Alberto, ma ancora non capisco. Parti da un'analisi identica a quella dell'autore del brano e poi dici: non è un problema, basta essere chiari, sinceri e non farsi condizionare.
      Ah beh, così hai ragione, non esistono più problemi e aboliamo il motto "tra il dire e il fare".

      I condizionamenti ci sono e la gente fa fatica e li vive come problema. Li sente, non sono falsi problemi per loro: accettare dentro di se "che il chiedere solo sesso sia comunque giusto e non un crimine", essere liberi e sereni sull'essere rifiutati, non è cosa maturata dai più.

      Poi, un altro conto è invece che per te, persona libera, matura, soddisfatta, questo non sia un problema perchè già risolto, affrontato o semplicemente perchè caratterialmente e in modo pratico l'hai ben razionalizzato e gestio. E' un non problema per Alberto [beato! :) ].

      Ma anche per Silvio la crisi non c'era perchè in tutti i ristoranti in cui andava c'era sempre pieno...

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  16. la mia storia è cominciata per caso.Con la chat di vodafone ,ormai da 10 anni circa.E' vero si ininzia con la fisicità poi man mano tutto il resto ma dipende dalle persone come ci poniamo reciprocamente.Abbiamo la fortuna di convivere .Non è facile come tutte le coppie ma inizi a conoscerti e conoscerloLimportante è esssere sinceri e leali oltre le difficoltà (di ogni genere) Mi era stato detto che non duravamo ;ma siamo ancora.Ti Auguro di trovare un equilibrio di coppia e andare avanti neanche noi siamo dichiarati .Questo blog mi aiuta a capire e sapere che siamo soli.Ti ringrazio di ciò

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    1. questo somiglia molto a quello che è successo a me & a Napo: quadno ci siamo messi insieme c'erano delle carissime viper.. ehm.. *amici* che scommettevano su quanto saremmo durati assieme.. ste cule acide ogni volta che ce vedono rosicano che è na bellezza.
      [e quanto ce godemo a vedelli così.. sò soddisfazioni, ce lo sapete?]

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    2. Complimenti per la voglia e il coraggio di buttarvi in una convivenza anche da non dichiarati. Siete un bell'esempio.
      Dieci anni è un gran bel traguardo, un gran bel pezzo di storia.
      Freedog vi arriva anche lui... tra meno di 4
      :)

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    3. dici? adesso so che girano scommesse sulla nostra crisi del 7° anno..
      vedremo; al momento la vedo improbabile cmq

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    4. Non farci caso. Su queste cose scommettono solo i rosiconi...

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    5. ..e le cule acide.
      che esistono, oh se esistono!!!

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  17. Non so, mi trovo abbastanza nel punto di vista di Alberto. Sono due punti di vista diversi. Per me le persone in una coppia sono come le metà di un gioco a incastro: se la differenza è poca puoi lavorare di lima e magari riuscire a far incastrare le due parti. Ma se son troppo diverse non hai grandi speranze. (ok è una metafora e io odio le metafore perchè spiegano tutto e niente. Diciamo che il rapporto si compone di aspettative e di azioni. Le aspettative sono quel che ti aspetti l'altro faccia/ti faccia provare. Le azioni son quello che tu hai fai verso l'altro. A sua volta il partnet avrà anbch'esso un set di aspettative e di azioni. Se questi due insiemi di cose non sono compatibili allora la coppia non c'è. Ci sono solo persone che occupano lo stesso ambiente. E questo alla lunga non funziona (e non vale solo per i gay)
    A mio parere ci vuole molta maturità per guardare le cose in modo lucido e capire quando la compatibilità c'è, quando non c'è e quando ci si può e si deve lavorare.
    Il bisogno di fisicità è solo una cosa nell'insieme (non la meno importante, ma è solo una)

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    1. D'accordo, è così! Il tuo ragionamento fila del tutto. Come quello di Alberto d'altronde.

      Ma il tema è: accade o no che nella costruzione dei rapporti mettiamo in atto strategie/difese per non svelare subito le nostre necessità/identità?
      Mostrare subito "mi interessa solo far sesso" può essere considerato riprovevole, come altresì manifestare un innamoramento repentino può essere considerato stucchevole...
      Di questo si parla. Della fatica a esprimersi in totale completezza (che con il rapporto poi si costruisce, inevitabile, per foruna) perchè siamo anche costruiti a pensare che alcuni nostri desideri non siano così belli, così adeguati, così opportuni, accettati...
      (penso anche a certi "esercizi" o preferenze di pratiche sessuali, tanto per dire)

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  18. Io credo che Jen e Tom piu di tutto debbono cercare di capirsi a vicenda. Sesso e amore sono due necessita fisiche che vanno uno con l'altro. Sono due giovani che lavorano per la stessa compagnia. Come regola negli USA non possono avere relazioni inappropriate(sesso, etc etc) pero' se vanno fuori insieme non devono spiegazioni a nessuno. Cio' detto se l'amore si sviluppa si sposano, tutto bene.
    La realta' e che loro non sanno effettivamente se vanno bene uno per l'altra.
    La societa, le more di oggi effettivamente non hanno una vera moralita' da applicare a queste problemi. Mi sempra che loro due appaiono di essere piu attratti sessualmente che altro. A lui sempra strano che lei chiama la madre giornalmente anche quando e via di casa..a lei sempra strano che lui e preoccupato per la malattia della nonna. Due piccoli esempi che mostrano un disinteresse totale verso cio' che vale oggi per lei e/o per lui verso il/la "partner"
    Tempo fa parlavo con quella cretina di mia cognata che mi diceva "tuo fratello e io siamo totalmente differenti" e io che le dicevo con molta gentilezza che queste son cose che due persone guardono con grande importanza e interesse mentre vanno fuori insieme nel "dating" non dopo 20 anni di matrimonio. Molti anni fa quando mio fratello si era diviso dalla prima moglie, e andava fuori con lei, lei sapeva dei problemi che lui aveva avuto, ma andavano fuori lo stesso. Alcuni anni dopo quando mi annunzio' che la sposava, gli dissi Fratello stai attento, e una ragazza sudista, non sono persone male per se, ma hanno l'attitudine negativa contro i Cattolici, sono xenofobi, e razzisti. Noi siamo stranieri anche se abbiamo vissuto il 75% della nostra vita in questo paese, e siamo Cattolici. Mi disse che io non la conoscevo, e anche se era sudista come la prima, veniva di una famiglia istruita e io me ne sarei innamorato al suo posto...Vedendo che il mio fratellino non mi avrebbe ascoltato gli dissi che se lui era sicuro di amarla, e lei lo amava anche se c'erano certi contattempi che avevano le mie benedizioni...
    Oggi mio fratello e stanco e stufo di lei, pronto a divoziarla, lei e piena di problemi psicologici, si preoccupa degli zii malati, dove essere seppellita quando muore per quando la nonna le disse ti voglio vicina a me e non fece niente di documentazione legale per assicurare questo desiderio. Non si preoccupa minimamente dei genitori che per quando non molto vecchi sono molti malati, il padre e' invalido e la madre non lo cura perche lui non l'ha mai amata...
    Per conto mio tutto cio' si sarebbe eliminato usando la logica. Io purtroppo mi sento molto logico, e forse per questo non mi sono mai sposato. Lui oggi ha tre belle figlie e otto nipotini in eta' vicino nove anni fino a quasi due mesi, cinque maschietti e tre femminuccie.
    Che Dio aiuti a tutti

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    1. Grazie per aver condiviso con noi questa tua storia così personale.

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