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giovedì 20 ottobre 2011

L'etero e l'aiutino

Sento una discussione, la solita discussione.

Un signore attempato che, non so per quale motivo, sta pontificando sui gay,
-"che sono uno scandalo, che se avessi un figlio così sarebbe un problema, e che se immagino due uomini a baciarsi... ma ci pensi? con la barba... mi viene il voltastomaco"
e una signora, un po' più giovane che cerca di mediare,
-"ma no dai, non è colpa loro se sono nati così, poverini, non dobbiamo scandalizzarci, se ti capita un figlio così alla fine gli vuoi bene lo stesso",
etcetera, etcetera, etcetera.

Li sento da lontano e me ne guardo bene dall'intromettermi, eppure dovrei:
difendere la causa, avere il coraggio dei propri pensieri... etcetera, etcetera pure qui.

Me ne guardo bene perchè in un contesto del genere tanto non servirebbe a niente... e poi, davvero, perdonate la mia stanchezza, non ne posso più di difendermi per qualcosa di cui non mi devo difendere.


Mi esprimo invece un po' di più quando parlo con persone che conosco. Se capisco che non sto parlando con degli emeriti imbecilli allora dico la mia. E difendo la categoria. In genere sottolineo, perchè ci credo, l'esigenza di non esprimere giudizi, di saper entrare nelle storie delle persone e di interrogarsi anche sulla fatica che un omosessuale in certi contesti deve vivere. Riesco solitamente a ottenere ascolto e convincimento. Però devo andarci cauto. Se non sei ancora pronto per il coming-out non puoi premere del tutto l'accelleratore. Il tuo interlocutore scemo non è e si chiede facilmente: "questo 40enne, ancora single, com'è che difende i gay? Perchè si dimostra così aperto e comprensivo? Perchè non s'accompagna con una donna? Che genere di vita affettiva ha?"

Talvolta in queste discussioni sono certe donne che esprimono al meglio la tolleranza. Son quelle donne che hanno amici gay, che hanno raccolto qualche confidenza privata, che hanno conosciuto qualche storia del genere. Loro prendono le difese, ma si sa, parlando di gay mica mettono in discussione la loro sessualità e non rischiano nulla.

Di contro gli uomini, anche i più tolleranti, hanno invece in genere un certo timore a prendere una posizione di supporto perchè il rischio di essere tacciati di frociaggine incute ancora timore. E allora se anche si esprime apertura lo si fa con prudenza e... per non dar troppo adito a certi dubbi, si termina il discorso con una bella battutina virile, di quelle che
- si, non ho niente contro i gay, però pariamoci le spalle ah ah



Io allora chiedo l'aiutino a tutti gli etero in ascolto (ce ne sono?). Sapendo di chieder loro quello che dovrei fare io in prima persona, quello che faccio troppo tiepidamente. Per favore datemi, dateci l'aiutino. Per quelli senza palle come me, che da soli non ce la fanno.
Lo chiedo a voi etero, a voi insospettabili, a voi veri sciupafemmine, ai padri di famiglia, a chi non ha niente da nascondere. Vi chiedo il coraggio di una parola buona nei nostri confronti, senza se e senza ma. Durante le discussioni difendeteci, esponete qualche pensiero illuminato, un barlume di saggezza.

Parole che sappiano scardinare questa paura che in troppi abbiamo, qualcosa che ci dia sollievo e ci faccia sperare in qualche angolino di serenità, un posto che sia "casa" anche per noi.
Ho estremizzato, lo so. Son pure patetico.
Ma l'aiutino me lo date lo stesso?
Ce n'è bisogno...


I've been dreaming of the things I've learnt about a boy
Whose bleeding, celebrate to elevate
The joy is not the same without the pain

Ipso facto
Using up your oxygen, you know I'm shallow
Calling out for extra help
You've got to let me in or let me out

Oh something to talk about
Yeah something to talk about

I've been dreaming of the things I've learnt about a boy
Whose leaving, nothing else to chance again
You've got to let me in or let me out

Oh something to talk about
Yeah something to talk about

21 commenti:

  1. bello , penso che non c'e niente da sperare da nessuno. Gli etero non hanno bisogno di noi per sentirsi uomini. Io non aspetto nulla di loro perche sarebbe per me come volere i loro consenso per essere come la natura mia ha concepita. Cio che mi disturba e quando un gay dichiara ogni volta che parla la sua orientazione sessuale ( per me una cosa molto personale) ciò mi fa il stesso effetto che una maschione che parla delle sue ultime chiavate davanti a tutti " mauvais genre".. Penso che il tempo farà il suo lavoro e non si aspetterà di essere tollerati ma saremmo accettati come una parte naturale del genere umano

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  2. Io quando sento certi discorsi come quello del "signore attempato" (e permettimi di aggiungere, probabilmente lobotomizzato) monto proprio in bestia e devo per forza dire la mia. Ovviamente non mi intrometto nelle discussioni di gente che non conosco xD ma se nella discussione ci sono anche io, allora non posso stare zitto, anche se il coming-out l'ho fatto ancora con poche persone e la maggior parte dei miei amici non sa che sono omosessuale.
    Penso però che sia questione di carattere: quando c'è qualcosa che non mi va, mi esce fuori una faccia tosta e una foga che non so proprio da dove vengono (è sempre stato così: con i professori, con i compagni, con i vari impiegati e segretari con cui mi sono imbattuto, con le persone bigotte, con i miei amici dal cervello leggero...).

    Spesso mi è capitato, con i miei amici, di parlare di omosessualità e ho cercato in tutti i modi di far capire loro (cercando però di non rivelarmi) che i loro concetti sono soltanto pregiudizi, che essere omosessuali non significa essere mezzi-uomini, che concedere diritti non vuol dire fare uno sgarbo alla morale...
    Però penso di averlo fatto anche perchè, in futuro, penso di vivere la mia omosessualità alla luce del giorno (senza ostentarla ovviamente! Come novicius, anche a me disturba un gay che ogni 3 parole pronunciate deve ribadire il suo orientamento). Ad un certo punto mi sono detto: "Ma che me ne frega se pensano che sono gay? Io dico quello che penso! Tanto un giorno glielo dovrò pur dire!" Quindi capisco il tuo timore nell'esporti troppo, visto che tu per ora non hai intenzione di uscire dall'armadio.

    E sono d'accordo con te anche sul fatto che, nella sconfitta dei pregiudizi, un sostanzioso aiuto ce lo potranno dare i maschi etero dal cervello un po' più aperto e sviluppato di molti loro colleghi.
    Senza chiamarci "poverini" però!! Che sennò mi incazzo di nuovo xD

    OK! Ora metto ad OFF la mia logorrea xD

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  3. Argomentino leggero leggero he?
    Tu lo sai che non posso minimamente provare cosa significhi vivere nell'armadio e non posso nemmeno permettermi di farlo, per non urtare chi ci convive quotidianamente. Siamo ancora lontani da una società che non avverte la diversità, purtroppo.
    Nella tua analisi io non sottovaluterei i maschi, nel senso che in gruppo la battuta sul frocio, sui culi ci sarà e questo penso per molto molto tempo (come per i carabinieri), ma penso che qualsiasi uomo dotato di una intelligenza media, se preso a quattrocchi e parlando seriamente non possa che riconoscere la "normalità" della cosa. Guarda Gareth Thomas... i suoi amici, (quelli veri), rugby men, gli hanno risposto: "perché non ce l'hai detto prima". In gruppo il maschio è un animale (in certi contesti meglio così :P) ma face to face, quando non c'è motivo di doversi "identificare e proteggersi" le cose cambiano.
    Sai io in estate frequento una spiaggia che ha un agolino "gay" è ho capito subito perché si è creata, proprio per trovare quella "casa" di cui tu parlavi, cioè un posto dove poter stare mano nella mano, abbracciati ecc. ecc. senza che la cosa risulti "strana". Fede però mi ha fatto notare che è un "autoghettizzarsi" e forse è vero, mi ha posto l'interrogativo: "se due ragazzi si tengono la mano o si danno un bacio sulla spiaggia di Jesolo, piazza mazzini, secondo te possono trovare qualcuno che in qualche modo li possa aggredire?", probabilmente no, ma con che animo possono godersi la spiaggia i due in questione? Insomma l'argomento è arduo.... quello che penso è che se vogliamo giungere alla "normalità" è necessaria la collaborazione di entrambe le parti, un passo alla volta, piccolo, ma da parte di tutti, coraggio.

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  4. Adesso a parte qui pochissimi etero veramente sicuri di se stessi in maniera calma e pacata nessun altro farebbe mai quello che chiedi anche perchè rischierebbero una perdita di potere e considerazione sociale nella nostra società dove il potere è gestito dai maschi eterosessuali.

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  5. Ammetto che io non sono molto interessato a quello che gli etero pensano di me, se mi vogliono disprezzare lo facciano pure e chissenefrega, i commenti cattivi e le offese non mi sfiorano ormai!
    Però sono d'accordo con te un pò di "illuminazione" non sarebbe male!

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  6. Concordo pienamente con quanti già hanno detto che a loro non importa di cosa pensano gli etero... Uscire dall'armadio in questa società, con il modo di pensare ancora dilagante, gli stereotipi idolatrati... non mi sembra neppure un'idea fattibile, soprattutto in zone di provincia come può essere la mia, e soprattutto in relazione al lavoro che svolgo. Certamente il vivere serenamente, apertamente, senza limitazioni di sorta, è una illusione! Eppure quando sento certe affermazioni, sì mi stizzisco, ma sbollisco molto in fretta, tanto NON DEVO GUARIRE! Fatti loro se non accettano la gente che hanno attorno, purchè questi "puritani" non diano fastidio al prossimo! Insomma, come sempre... discorsi contorti, I MIEI!

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  7. (In)consapevole, posso dire una cosa? Non ti capisco.
    Che diritto ha il signore attempato a pontificare sui gay?
    Io gli avrei detto a muso duro di "tacere perché il nemico ci ascolta"; i signori attempati hanno molta nostalgia di Mussolini, si sa...
    E poi: chiedere aiuto agli etero? Chiedere aiuto agli etero italiani, per giunta? Ma quando mai?
    Ti consiglio di leggere questo:
    http://labussolaimpazzita.blogspot.com/2011/10/cosi-di-foddi.html
    A novembre andrò in Germania per un paio di giorni. Solo un paio di giorni... ma so già che il rientro sarà traumatico: al di là delle Alpi c'è l'Europa... al di qua delle Alpi c'è il Medio Oriente, caro (In)consapevole!

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  8. Innanzitutto GRAZIE A TUTTI! Bello lo scambio che ne sta uscendo, non credete?
    Ora, riprendo qualche vostro spunto per allargare la discussione:

    @ novicious - non ti aspetti nulla dagli etero perchè sarebbe come aspettarsi il loro consenso. E se invece di "consenso" dicessimo semplicemente "rispetto", non sarebbe giusto aspettarselo? Volerlo?

    @ Febo - la tua logorrea è adorabile. Non smettere mai di essere così articolato nei tuoi pensieri.
    Mi piace la tua determinazione nel non tacere (ammetto ch'ero anch'io così, poi con gli anni e le legnate sui denti mi sono decisamente ridimensionato, ma ti prego, tu invece continua così!!!). Verissimo quel che dici sul terribile "poverini", fa più incazzare dello "schifo" dell'attempato. E grazie per unirti al coro di chi pensa che una crescita del vivere civile debba nascere da entrambe le parti.

    @ Alberto - 1) il "Coraggio!" finale per tutti ci sta proprio bene;
    2) bello il paragone delle barzellette. Quelle sui carabinieri le raccontiamo tutti ma se si parla normalmente diventa nota stonata schifare chi riconosciamo prestare servizio con impegno e più di qualche rischio per tutti noi a 1300€ al mese. Invece "le checche" le si burla nelle barzellette (e va bene, nessuno sia esente dallo humour, nemmeno D'Alema che querelò Forattini) e le si schifa anche nel parlar quotidiano (l'attempato signore, non era in un momento goliardico). Ora, prova ad immaginare di esser gay per una settimana e fai un esercizio d'attenzione su quante volte l'argomento viene toccato e in che modo;
    3) Molto interessante il tema del branco... L'aiutino che chiedo è per l'auspicio che un domani sia il branco, la massa, a considerare normale il rispetto;
    4) bella la riflessione sull'autoghetizzarsi e ce ne sarebbero cose da dire e mi piace molto il confronto che tu e la Fede avete su questi temi;
    5) l'uomo dall'intelligenza media, parlando seriamente, credo anch'io riesca ad accettare il dovere del rispetto. Ci credo veramente, non mi sento in un mondo di lupi... Ma diverso è riconoscere "la necessità del rispetto" da "la normalità della cosa". In genere i nostri "gusti" non vengon proprio visti come normali e il gay come "deviato" se è scomparso dal manuale di diagnostica psichiatrica nei primi anni '90, lo è ancora nel vissuto quotidiano.
    Grazie Alberto, per i tuoi preziosi contributi. Aprono spiragli e danno occhi nuovi.

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  9. @ loran - ma no, non essere così pessimisti, dai. Tu che hai partecipato al gay-pride, ci raccontavi che erano presenti molte persone "standard", molte famiglie che vi sostenevano.
    Purtroppo, è più facile trovare il branco etero che in contesti particolari rivendichi anche i nostri diritti, che il singolo etero che al bar prenda posizione in nostro favore. E io son convinto che la nuova forma mentis di una società civile si formi soprattutto nel quotidiano più che nelle piazze... Vale più un film di Ozpetek che dieci anni di manifestazioni (servono pure quelle, non mi si fraintenda) perchè interroga le persone direttamente nei loro vissuti.

    @ Still - vedi, io credo che il giusto "disinteresse" per la critica degli altri, sia ormai la risposta che si trova per sopravvivere meglio, dopo le troppe ferite. Ma non credi che sia anche questa una forma di armadio? Stare nell'armadio è non partecipare la propria vita con il mondo. Lo si fa nascondendosi e lo si fa, rendendosi visibili ma fregandosene: "tu, resto del mondo non mi capisci, quindi me ne frego, per me non esisti". Insomma ci sono armadi chiusi e armadi a vetro ma sempre armadi sono.

    @ Timan60 - tutt'altro che contorti, anzi chiarissimi, sarà che come te, l'influenza della vita in provincia, il tipo di visibilità che da il lavoro, son cose che conosco bene...
    Ora, sbolliamo subito tutti ormai, ci abbiam davvero fatto il callo, ma facciamo una guerra agli etero o chiediamo di camminare insieme dandoci un po' di aiutini a vicenda?

    @ Capricornus - non capisci me? O non capisci il signore attempato? O non capisci perchè chiedo l'aiutino agli etero? Non capisci perchè preferisco non entrare in contrapposizione o guerra totale? Visto che "quelli" non capiscono, non bisogna sperarci? Si deve vivere di Niet? Io vivo in questo mondo e voglio/devo confrontarmi con questo mondo. Io vivo in quest'italietta e se non ho le palle di andare a incazzarmi pubblicamente, cerco di buttare "provocazioni "provoca-azioni" per aprire una discussione almeno qui. Cosa non capisci? :)

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  10. Si sui movimenti ed associazioni tipo arcietero c'è da sperare in meglio, quello a cui mi riferivo era la singola situazione del singolo etero nelle discussioni in pubblico tipo posti di lavoro e mezzi pubblici.

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  11. No non penso che sia così. Ammetto che parlerei più volentieri di questa cosa davanti ad un caffè per farti capire meglio come la penso. Qui rischio di essere frainteso, forse è un mio limite..
    Il mio non è un fregarsene e stop, è semplicemente vivere bene senza farsi frenare da insulti e cattiverie, che comunque è giusto contrastare. Insomma se mi insultano rispondo senza troppi convenevoli tutto qui.

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  12. @ loran - ecco, è proprio in questo contesto quotidiano che vado a chiedere l'aiutino. Che semmai non arriva ma si sa mai che questa provocazione interroghi qualcuno in più... Che diventi lievito in questo mondo...

    @ Still - tutto chiaro! Mi aveva colpito il "non sono molto interessato a quello che gli etero pensano di me". Della serie: io vivo bene senza di loro. Questo mi sembrava una chiusura.
    Però anche se ora ho capito, un caffè per raccontarcela, me lo puoi offrire lo stesso, neh! ^_^

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  13. @Inco, se inviti anche L. ne offro volentieri due! :)

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  14. @ Still - ma certamente! Però se io porto il mio amore, tu devi portare il tuo. E i caffè son 4! ;)

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  15. Bah.... Oramai mi son stancato pure io di difendermi da cose di cui non sono e non mi sento colpevole.
    E parlo da persona vivente in un paesello di 500 anime alle quali, fregandosene altamente, ha sbattuto il proprio io in faccia. Addirittura andando a convivere con un uomo 10 anni fa or soni (che poi, ci siamo lasciati è un'altra storia... :D).
    Però non vado di certo in giro presentandomi "piacere sono Devis e son gay".

    Sinceramente non saprei cosa dire se mi ci trovassi nuovamente a sentire un discorso del genere....

    Ti ho "incontrato" per caso e mi piace questa tua casa virtuale.
    Ciauzzzzzzzz

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  16. Se parliamo soltanto di rispetto , e un'altra cosa anche se per me si apprezza soltanto il rispetto di qualcuno che ritengo come rispettabile.
    Quando dico non aspetto nulla é soltanto per spiegare che per me non si dovesse fare differenza secondo la sua orientazione sessuale .... sono può essere un pochi utiopiste .Cio non vuole dire che non assumo la mia personalita davanti agli altri, con un'altro uomo , in modo naturale.
    scusatemi se ho fatto incollerire qualcuno coi i miei argomenti , ma é da molto che non scrivo in Italiano ,e forse non arrivo a fare capirmi

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  17. @ Devis - Ciao e benvenuto! Grazie per la tua testimonianza personale. Immagino che tu, di fronte a questi discorsi, reagiresti di conseguenza. Da quel che dici hai già avuto le palle di esporti. :)

    @ I'M SO GUY - thank you per il supporto :)

    @ novicious - ma no! Ti sei fatto capire molto bene e credo che ne io ne nessun altro si sia "incollerito". Stai tranquillo e grazie per il tuo intervento!

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  18. Etero, sì, rispondo al richiamo! Ma donna XD Solo per puntualizzare un dettaglio:

    "Son quelle donne che hanno amici gay, che hanno raccolto qualche confidenza privata, che hanno conosciuto qualche storia del genere. Loro prendono le difese, ma si sa, parlando di gay mica mettono in discussione la loro sessualità e non rischiano nulla."

    L'omosessualità è anche femminile ;) Quindi sì, una donna "rischia" se vogliamo dirla così anche la propria sessualità, prendendo le difese del diritto di amare chi si vuole!

    RispondiElimina
  19. @ Anonima 09:56 - puntualizzazione sacrosanta, anzi grazie! :)
    Credo che l'omosessualità femminile sia ancor più "celata". Oddio, fino ad un certo livello le effusioni tra donne sono forse generalmente più tollerate, parate da un comune sentire che vede il sesso femminile più incline alle tenerezze, ma di contro esiste una forte diffidenza in quelle donne che non sottostanno al ruolo di "femmina bisognosa di un uomo".

    Comunque, non era di questo che volevo parlare. Intendevo sottolineare il bisogno di sentirsi accettati dalle persone del proprio sesso, che si espongono maggiormente se difendono i loro pari perchè in quel momento sembra espongano anche se stessi. L'uomo che difende l'omosessualità dell'uomo, o la donna che difende il lesbismo. Scatta subito nel pensiero altrui il "ma allora anche lui/lei..."
    E' questo l'aiutino o chiamiamolo lo sforzo che da illuso chiedo...

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  20. Una volta ero anche io un bigotto cattolico che purtroppo parlava senza riflettere...ma avevo 14 anni e da allora sono cresciuto. Ora ne ho 20 e almeno una cosa l'ho imparata: la tolleranza é la chiave ed ogni buon cristiano che sappia eliminare le stronzate della chiesa e della gente ignorante lo sa bene. E bisogna essere tolleranti non tanto nelle parole ma nei gesti e nel modo di trattare le persone. Perché io posso chiamare una persona frocio o checca ma l'importante e ciò che lui apprezzerà é il modo n cui mi rapporto a lui. Senza ipocrisie. A questo proposito volevo sottolineare che mi capita spesso di difendere la categoria ma spesso capisco che la loro é solo ignoranza e diffidenza e quindi non me la prendo più di tanto. Non posso sopportare invece l'odio che prova invece un mio caro amico verso quste persone che definisce malati e invertiti. Non lo apporto perché so che il suo é un atteggiamento vero e pericoloso ed é per questo che non perdo occasione per correggerlo... senza paura di essere chiamato l'amico dei froci, perché se la persona é ignorante non vale la pena di raccogliere l'insulto se é intelligente sta solo scherzando ed in realtà starà riflettendo su quanto si é discusso! Sono cresciuto in un paese di bigotti ed infatti ne ho ricevuti di insulti, tra i quali anche frocio, perché mi hanno sepre considerato diverso. Ma non me ne é importato perché primo chi non mi vuole non mi merita secondo ho sempre saputo prontamemte sostituire le persone che col loro atteggiamento mi avevano deluso. É un etero che vi parla e che invita tutti coloro che si sentono esclusi dagli altri a capire che sono questi altri che meritano di essere esclusi:-) scusate la prolissità.

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  21. @ Mattia - grazie allora per il tuo "aiutino".
    Impegniamoci per l'inclusione di tutti, senza ripicche, senza astio ma pure con la necessaria determinazione.

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