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giovedì 18 ottobre 2012

Tagliati fuori


Portandomi nel letto i pensieri sul vissuto di oggi, riemergono i discorsi di questo tizio che racconta di se. Un po' fa la vittima, un po' se la tira:
"Sono una persona diversa e faccio fatica a sentirmi omologato agli altri.
Il mio punto di vista è in genere molto più articolato. Probabilmente vedo le cose da una prospettiva così differente dalla massa che non può comprendere le mie ragioni. Nei sondaggi ad esempio, son sempre in minoranza e spesso il mio pensiero non è neppure contemplato nelle risposte. E' mortificante. Lo ammetto: a volte mi difendo strenuamente nelle mie idee ma sempre più spesso me ne sto zitto per i fatti miei"


La domanda mi sorge spontanea:
hai mai provato cosa vuol dire essere gay? 
Ecco, mo'!

21 commenti:

  1. La classica falsa modestia di cui parlava Oscar Wilde che è una delle cose più detestabili di quelli che dicono "sono unico e originale e nessuno mi capisce"
    Come in un aforisma di Pitigrilli il saggio tace, ma non dice di tacere.

    cit. Pitigrilli: "L'uomo comune ragiona. Il saggio tace. Il fesso discute"

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  2. La risposta di chi vuol fare l'alternativo usando solo tanti paroloni.

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    1. Ehi Rano... Ciao! :)
      Eh eh... l'alternativo a tutti i costi... una categoria a sé.

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  3. Hai mai provato a essere gay? Tu lo sei, stando in the closet? Pagliuzze.

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    1. Touchè!
      Ho guardato la pagliuzza dell'altro e non ho visto la trave nel mio.
      Nonostante la precisazione con vis polemica che aggiungerò qui di seguito, il tuo commento mi serva a rimettermi in discussione per davvero. Grazie.

      Ma pensando alla mia trave:
      ho mai provato a essere gay? Non l'ho "provato". Lo sono!
      Credi che anche stando nell'armadio, e rifacendomi ai discorsi del tizio qui sopra citato, non possa sperimentare quanto il proprio pensiero sia difficilmente compreso dalla "maggioranza", quanto si ha la percezione che da gay si guardino le cose sotto prospettive diverse? Lo percepisco al bar, sul luogo di lavoro, nei discorsi della "ggente", con gli amici e ci si sente o ti fanno sentire "estraniato". E' che ci fai l'abitudine o perlomeno ci sopravvivi, forse senza tante manfrine... forse (e anche qui mi rimetto in discussione).

      Noto, forse sbaglio, che però l'interrogativo che mi poni nasce dal fatto che ti pruda il mio non fare coming out. C'è tutto il blog che in più di 3 anni racconta il perchè, il contesto, le fatiche. O vogliamo dire che chi non si esplicita è meno gay degli altri, meno appartenente alla comunità LGBT, con meno diritto di parola degli altri?
      Se così fosse mi confermo nel lavoro di questo blog.
      Il blog è nato per 2 esigenze: la prima, prevalente, evitare di "scoppiare";
      l'altra, secondaria ma comunque presente, la necessità di dar esplicita voce (non ne trovavo in rete di queste) a chi come me manifesta questa fatica, e non ne parlava per paura del giudizio nella stessa comunità gay. Si vergogna con gli etero per la propria omosessualità e si vergogna con i gay dichiarati per essere "velato". E' che talvolta (solo "talvolta", perchè esiste anche la solidarietà) viene trattato con giudizio dalla stessa comunità gay: quelli che con la loro tanta fatica son stati meritevoli a togliersi la trave di una vita ipocrita (chapeau!) e però non sono più capaci a tollerar nell'occhio degli altri ne una pagliuzza, ne un moscerino.

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    2. Cazzo In(co), come viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda!!! Dovendo esprimere quello che hai voluto dire in questa risposta, non aggiungerei nè toglierei una virgola a quello che tu hai scritto.

      ABORRO coloro che "con la loro tanta fatica son stati meritevoli a togliersi la trave di una vita ipocrita (chapeau!) e però non sono più capaci a tollerar nell'occhio degli altri ne una pagliuzza, ne un moscerino"...hai sofferto e lottato, ma il dolore e la sofferenza non fanno migliore o peggiore un uomo!

      PoCo

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  4. ma hai beccato il gemello scemo di Nanni Moretti?
    Per capirci: http://youtu.be/R2fSCwHFJL4

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    1. Ecco, mo', avrei voluto fare come il tizio in macchina: auguri! e andarmene ^_^

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  5. Sentirsi fuori luogo capita a tutti indipendentemente da ciò che si è... e per ognuno sentirsi diverso non è facile.

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    1. Ti do ragione. Dovrei capir di più anche la fatica di quel tizio di ieri...

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  6. certa gente mi ha sempre urtato, appunto questa falsa modestia, questa idea di DOVER fare il distaccato dal mondo, solo che credo che ci sono situazioni più "dure" e difficili dell'omosessualità, che rendono alcune persone "diverse"... non voglio dire che l'accettazione di se e da parte degli altri sia un passo semplice, molte volte non lo è, ma voglio credere che qualcosa sta cambiando, che gay si sta trasformando lentamente in NON-diverso.

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    1. Io son sicuro che qualcosa sta cambiando. Lo vedo, se mi misuro con soli vent'anni fa, lo vedo il cambiamento in atto. E ci spero :)

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  7. Quando seno questo tipo di ragionamenti,mi viene sempre da pensare a quanto sia superficiale chi li fa... capisco il sentirsi solo, ma spesso è proprio l'atteggiamento che certa gente adotta ad avere l'isolamento come conseguenza...

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    1. Si, molto condivisibile. A volte è proprio il nostro ritrarci per le nostre paure e fatiche che ci fa allontanare dagli altri.

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  8. Non esistono situazioni più difficili e situazioni meno difficili, ma esistono persone più forti e persone meno forti. Certo ci sono situazioni più gravi di altre, è oggettivo, questo non si discute.
    Inoltre alcune persone vogliono fare le vittime e farsi compatire, io non le sopporto, anche perché chi si lamenta non è detto che stia peggio degli altri.
    Ti saluto IN

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  9. Anche secondo me certe persone si sentono sole e fuori dal mondo, non perchè hanno delle idee totalmente diverse e rivoluzionarie, ma semplicemente perchè non sono capaci di esprimerle senza allontanare le persone che sarebbero di base anche disposte ad ascoltare.
    Tendenzialmente, per come sono fatta, anche io non provo nè simpatia, nè fiducia in quelle persone che si credono superiori e come tali sono convinti di avere sempre ragione. Prima di tutto non è detto che se la tua idea è diversa dalla mia, debba per forza essere sbagliata, magari è sbagliata la mia, non la tua... A volte ascoltare anche chi si crede inferiore per intelligenza e cultura non farebbe male... Che nervi!!
    Sul fatto poi della solutidine e della difficoltà che incontrano nella vita le persone non diverse, ma considerate tali, come i gay appunto, attenzione a non sminuire tali difficoltà e i traumi che ne derivano, perchè anche stando nell'armadio, anche vivendo in segreto tale diversità, la sofferenza di non potersi vivere in pieno e alla luce del sole può essere lacerante. Paradossalmente, credo che il comingout aiuti invece a sgretolare questa diversità e questo isolamento, perchè se anche ti espone di più alle critiche e all'odio degli altri, contribuisce comunque a mostrare l'altra faccia della normalità.
    Luci

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    1. Si, molto interessante e da parte mia condivisibile la riflessione che fai sul paradosso che più esposti = meno criticati :)

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