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venerdì 6 maggio 2011

Che ne è stato di te?

Stai cercando te stesso? Pensa se quello che trovi non ti piace, e devi viverci per il resto della vita...
E una delle tante riflessioni che compaiono nel libro di cui vi parlo stasera e che vi straconsiglio di leggere. E' un racconto scorrevolissimo e molto intimo di un giovane ragazzo norvegese, che sempre è vissuto defilato dal mondo, uno di quelli che vogliono starsene in disparte, in pace. Uno di quelli che, al contrario dei dettami di questa società non vuole apparire.
...perchè si può stare bene anche se nessuno ti guarda.
E' la storia di questo ragazzo che di fronte ad una delusione d'amore, si trova perso alle isole Faer Oer, abbandonato sulla strada dopo una ubriacatura colossale e che deve ritrovare il bandolo della matassa della sua vita in cerca di autenticità.

E' la storia di Buzz Aldrin, questo sconosciuto astronauta, il secondo uomo ad aver messo il piede sulla luna. Tutti ricordano solo Armstrong ma in quel momento erano in due a fare quella storica passeggiata. Eppure i secondi, non se li fila nessuno.

E la storia di uno di quelli che il mondo considera un fallito ma anche una storia per imparare a voler bene ai falliti. E' una storia che mi ha appassionato molto e di cui vi lascio qualche estratto.
Non tutti vogliono dirigere un'azienda. Non tutti vogliono essere i più grandi campioni del paese o far parte di svariati consigli d'amministrazione, non tutti vogliono avere i migliori avvocati, non tutti vogliono aprire gli occhi ogni mattina sul trionfo o la rovina nei titoli di giornale.
Qualcuno vuol essere la segretaria che resta fuori quando si chiudono le porte della riunione, qualcuno vuole guidare la macchina del capo anche il giorno di Pasqua, qualcuno vuole eseguire l'autopsia del quindicenne che si è suicidato una mattina di gennaio, e l'hanno ritrovato in acqua una settimana dopo. Qualcuno non vuole andare in tivù, alla radio, sui giornali. Qualcuno vuole vedere il film, non esserci dentro. Qualcuno vuol fare il pubblico. Qualcuno vuol essere una ruota dell'ingranaggio. Non perché è costretto, ma perché lo vuole. Una pura questione matematica.
Così io me ne stavo seduto. Qui. Qui in giardino, e non avrei voluto essere in nessun altro posto al mondo.

Avrei dovuto cercare di fare qualcos'altro?
Non avevo ambizioni?
Ne avevo, invece.
Sognavo le stesse cose che sogni tu. Anch'io volevo viaggiare, avere un lavoro che mi appassionasse, anch'io volevo vedere Praga, vivere un anno in Guatemala, aiutare i contadini con il raccolto e mettermi a posto la coscienza, salvare la foresta pluviale, ripulire le spiagge dal petrolio, anch'io volevo portare al parlamento quel partito, invece di questo. Dare il mio voto. Anch'io volevo impegnarmi per il bene di tutti. Anch'io volevo essere utile.
Ma non volevo essere d'intralcio. A quelli che volevano stare in prima fila, visibili a tutti: niente di male, onore e gloria a quelli che osano, a quelli che non mollano mai, e si vede, quelli che salvano la compagnia aerea dalla bancarotta, che hanno il coraggio di buttar fuori migliaia di persone e di prendersi le telefonate d'odio la notte, a quelli che dicono che se ne occuperanno loro, quando nessun altro è disposto a farlo. Anche loro ruote dell'ingranaggio. Né più né meno importanti, semplicemente più visibili. Solo che io non avevo nessun bisogno di farmi vedere, di sentirmi dire quanto ero bravo. Perché sapevo benissimo quando lo ero.


Ero tuo compagno di scuola alle elementari, alle medie, alle superiori, quello di cui non riesci mai a ricordarti il nome quando tiri fuori le foto di classe dieci anni dopo per far vedere alla tua fidanzata com'eri da piccolo. Ero il ragazzino seduto più o meno in mezzo all'aula, a una fila dal muro, quello che non dimenticava mai la tuta da ginnastica, che arrivava preparato ai compiti in classe, non faceva chiasso durante le lezioni e rispondeva quando lo interrogavano, quello che non pretendeva di accaparrarsi gli sketch più lunghi nelle ore di attività libera, quello che nessuno candidava mai come rappresentante del consiglio studentesco, capoclasse o delegato dei maturandi. Ero quello di cui eri stato compagno per quasi sei mesi prima di sapere come mi chiamassi. Quello che non ti è mancato quando se n'è andato per continuare gli studi altrove, perché in ogni caso non era venuto alla festa, quello che al concerto era seduto in mezzo al locale e con i suoi applausi richiamava fuori la band, ma nessuno lo sentiva, quello che ti sembrava avesse la vita più noiosa del mondo, anzi pensavi che non avesse neanche una vita. Ero quello che tu e i tuoi amici non riuscivate a credere che avesse trovato una fidanzata, quando qualcuno ve l'ha raccontato, anni dopo. Chi? Ah, sì, quello. Come? Davvero? Be', se ce l'ha fatta lui può farcela chiunque.
Ti ricordi di me?
Mi vedi?
Ero la cosa peggiore che ci si possa immaginare.
Ero normale.
Ero quasi invisibile, vero?
E forse ero la persona più felice che tu potresti aver incontrato.

Perché è capitato anche a te, di esserti innamorato di qualcuno della tua classe, il primo o il terzo giorno di scuola, e lo spazio diventa infinitamente ristretto, stare nel banco diventa imbarazzante, non c'è un punto su cui puoi fissare lo sguardo, perché se guardi lei, o lui, se ne accorgono tutti, e se guardi da un'altra parte, il muro, per esempio, al di là di chi ti interessa, verso la lavagna, come se lei o lui non esistesse, anche allora se ne accorgerebbero e penserebbero che non sei normale, a startene lì a far finta che non te ne importa niente. Perché non si può nascondere. Sei trasparente. Sei come cellofan. E altrettanto fragile.
(J. Harstad - Che ne è stato di te Buzz Aldrin?)

18 commenti:

  1. mi riconosco in ogni parola, perfino nella punteggiatura...

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  2. Wow... sembra molto bello questo libro.

    Mi riconosco e non mi riconosco nella storia: a volte sono passato nella vita delle persone in maniera un pò più defilata, ma non perchè lo volessi ma perchè è capitato, o perchè non sono stato coraggioso e non ho "osato" fare qualcosa di diverso, oppure perchè con certe persone eravamo troppo diversi; ma mi è sempre piaciuto partecipare attivamente all'interno dei miei mondi, dei vari ambienti che frequento, dall'essere rappresentante di classe, ad avere il ruolo di organizzatore di varie cose, eccetera....
    Con i miei coetanei il rapporto non è sempre stato facile e a volte potevo sembrare ai loro occhi un alieno (forse perchè non mi uniformavo alla massa). Però, tirate le somme, invisibile non lo sono stato.

    Comunque questo libro devo correre a comprarlo

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  3. :-O

    Sempre chicche ci posti: devo farlo mio assolutamente! (anche perchè di recente mi hanno proprio detto che sembro arrivare da Marte... )

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  4. Praticamente sono io, ancora oggi mi capiata spesso che amici e parenti mi raccontino avvenimenti e fatti a cui ero presente e quanto dico "si lo so ero presente stavamo insieme rimangono sempre imbarazzati" sarò l'uomo camaleopardo un incrocio tra il camaleonte e il leopardo insomma più mimetico e invisibile di così non si può.

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  5. ...invisibile trasparente emh!colpito e affondato:)bellissime le Faer Oer vorrei perdermi la....non solo:)
    lost

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  6. @ Guchi - nel silenzio, nella discrezione, nello stare in secondo piano, come ti vien da fare qui nel blog. Sei sempre la benvenuta :)

    @ F. - si, te lo consiglio. Poi mi farai sapere.

    @ Miky - rispetto all'idea che mi son fatto di te, credo proprio ti piacerà.

    @ loran - l'importante che di te si ricordino i partner. Ma di questo non ne dubito, cara Shere Kan!

    @ lost - anche tu trasparente (e fragile)? Anch'io amerei un viaggio in quelle terre remote. In questo libro potrai farti una idea precisa della vita in quelle isole. Mi ha appassionato anche per questo: quei paesaggi desolati e onirici che raccontano anche una parte di me.

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  7. Dovrò tornare per rileggere con più calma ma mi sembra interessante!

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  8. Io sono passato dall'anonimato alla notorietà più assoluta (prima pagina di tg1 in prima serata prima di LUI e non x cronaca nera ) ripiombando nell'anonimato più profondo! Ho sempre avuto contezza di me, tranne che nei giorni di notorietà, quando peraltro a nessuno interessava chi fossi veramente. C'era solo l'apparire. Sono contento di essere scomparso e di parlare con te nel tuo blog! E ci tutti gli altri che sanno che sono Jack, un gay felice di esserlo, felice dei suoi affetti, delle sue marachelle e dello splendido compagno che ho avuto la fortuna di incontrare tanto tempo fa e continuo ad amare ( in tutte le forme ...). :)))

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  9. @Jack: così però ci fai incuriosire... devo scaricarmi tutte le edizioni del Tg1 di prima serata?? xD

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  10. @ Still - a me è piaciuto davvero molto e credo che potrebbe interessare anche a te: c'è molta affinità rispetto al tema delle "persone deboli" di cui parlavamo ieri nel tuo blog

    @ Jack - insomma, meglio stare defilati ma costruire rapporti autentici piuttosto che la popolarità. Comunque F. ha ragione. Ci hai letteralmente incuriositi ma temo che non sapremo mai la tua vera identità, carissimo Clark Kent! :)

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  11. @ tutti: fatica improba, le persone e meglio conoscerle per ciò che sono e non per come appaiono!
    Immaginavo di suscitare al meno curiosità, ma insisto è meglio l'oscurità ed il basso profilo, piuttosto che un evidenza costruita. Se poi è per conoscere lqualcosa di più intrigante su di me porranno essere altre le occasioni per sapere con chi si ha che fare ...(ed io conoscere voi...). :)

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  12. PS ma non nulla a che fare con la politca o con notorietà sistematica !

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  13. @Jack:è per conoscere qualcosa di piu' intrigante su di te.purtroppo sei un po lontano :))
    lost

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  14. @lost: si viaggia! È così bello viaggiare...:)))
    Ma c'è un'altra cosa in me. Vorrei essere cercato e conosciuto per quello che sono e non per essere stato un attimo noto! Se qualcuno mi vuole o mi vuole "fottere" o "farsi fottere" (per dirla come nel post dell'altro giorno) deve desiderare maschio che sono, così come sono (... e vi assicuro che in un letto...rendo ...!)

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  15. Si le mie zanne e i mie artigli sono difficili da dimenticare.:)))

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  16. Beh, allora devo proprio prenderlo! :D

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  17. @Jack: e allora creiamole queste occasioni "per sapere con chi abbiamo a che fare" xD
    Sei d'accordo con me, (In)?

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  18. @ Jack - a dirla tutta l'idea di fottere... è del tutto indipendente dalla più o meno notorietà del soggetto. Per me implica curiosità, desiderio, affinità, etc...
    Beh, per la curiosità ti sei già portato molto avanti!

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