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venerdì 2 novembre 2012

Lettere gay da terre di guerra

Settantasette e-mail.
Settantasette invii per raccontare al proprio compagno rimasto a Londra, i pensieri, i dubbi e le rabbie da parte di un volontario dell'esercito in una missione nella Bosnia post-guerra.
Vi lascio qualche estratto dal libro Sahib, che ho finito proprio oggi.
Pensieri ironici e acri che mostrano come le diversità culturali, morali, politiche contino molto nella percezione del mondo. E tra questi traspaiono le fatiche di un amore a distanza. Con le gelosie, le insicurezze e gli inevitabili colpi di scena.

La fatica dell'amore a distanza
Peperoncino, hai deciso di non scrivermi?
Credimi, so cosa dico quando non ti permetto di venire. Anch'io ti desidero. Anche tu mi manchi. Anch'io sono fatto di carne e mi manca il sesso. Neanche io ho abbracciato nessuno da quando ci siamo salutati all'aeroporto.
Una volta a settimana, quando se ne accumula abbastanza, mi libero dello sperma in più sotto la doccia, ed è tutto. Perché non capisci?
Io qui sono in missione! Non sono un rappresentante dell'organizzazione gay, io rappresento la Corona e la Chiesa, due valori senza i quali questa gente ha vissuto per mezzo secolo. Se non posso passeggiare con te abbracciato, preferisco non farlo per niente. Io mi sono riprogrammato qui, e tu saresti un virus pericoloso per il mio nuovo programma. Io so che qui le cose costano di più di quanto è scritto, perché gli spiccioli non ce li restituiscono. Invece ti danno delle gomme da masticare dolcissime e orribili. Io so già che effetto avrebbe su di te. Mi devi credere, faremmo l'amore per due ore e per le altre ventidue litigheremmo.
Ti scriverò come se tu non fossi arrabbiato e come se rispondessi alle mie lettere.

Essere maschi, essere gay, nei balcani
Caro George,
non è facile rispondere alla tua domanda.
Qui gli uomini tra di loro si odiano con amore. Fanno guerra come se facessero l'amore. [...]
La mascolinità è uno status che bisogna dimostrare di continuo. I maschi nascono con le rughe sulla fronte, per la responsabilità storica che hanno verso la nazione e la prole. Le cicatrici si portano come medaglie. Metà delle vetrine delle librerie sono piene di guide sulla storia nazionale, e l'altra metà di giocattoli (soprattutto fucili e pistole di plastica). Immagina i nostri tifosi al derby, ma molto meno ubriachi e molto più armati, e avrai l'immagine dei maschi di qua. Però questi qui sono più nervosi, perché la partita è stata interrotta e la ripresa è incerta. (Più di una volta ho sentito che la pace di Dayton è un intervallo tra il primo e il secondo tempo). E vero che li disarmiamo in continuazione e che abbiamo fuso tonnellate di fucili sequestrati, ma questo non è sufficiente nella terra dove i mortai venivano distribuiti come armamento personale.
E adesso, per finire, rispondo alla tua domanda: possiamo organizzare qui una parata gay?
Durante la guerra si sono firmate non so quante migliaia di tregue, nessuna delle quali è mai stata rispettata del tutto. Sparavano e uccidevano anche a Natale, durante il Bajram, a Capodanno. Sono sicuro che siamo stati noi a incoraggiarli. Perché se davvero avessimo voluto fermarli e farli stare insieme avremmo potuto organizzare una parata gay, e tutti si sarebbero uniti per darle insieme di santa ragione agli omosessuali. Qui i genitori cadono in depressione se un figlio vuole diventare ballerino. Se lo vedessero in una parata gay morirebbero per la vergogna. Preferirebbero vederlo senza piedi che con le scarpette da ballo ai piedi. (Il che è comprensibile, perché nel balletto sono ultimi al mondo mentre nella pallavolo per invalidi sono i primi. E se pensi che stia esagerando, devi leggere la dichiarazione di un esperto di qua che lamenta la carenza di juniores nella squadra di pallavolo per invalidi).
Parata gay in Bosnia? Nemmeno per sogno! Gli Hare Krishna avevano tentato qualcosa di simile e sono stati presi a coltellate. A noi ci prenderebbero a calci per non sporcarsi le mani. E sono quasi sicuro che a picchiarci sarebbero più le donne degli uomini. Come gli uomini vengono allevati per l'esercito, così le donne vengono allevate per il matrimonio. Gli uomini ci disprezzano, le donne ci odiano. Per gli uomini siamo poveracci, per le donne malati. Le donne sono la mia più grande delusione di questo Paese. Invece di spiegartelo ti racconterò un aneddoto che gira in ufficio in questi giorni: un ragazzo della sorveglianza ha divorziato. E l'ha presa molto male. Anche sua madre era dispiaciuta nel vederlo così abbattuto. Gli ha detto di tirarsi su, che la vita continua, che troverà un'altra, che ci sono tante donne, che non è la fine del mondo... E poi gli ha chiesto di chi è la colpa del divorzio. Il ragazzo ha alzato le spalle e ha ammesso: "Io". E la madre allora: "Figlio di puttana!"
Parata gay in Bosnia?
Impossibile. Gli omosessuali qui possono fare una parata solo in anfibi e uniforme mimetica. E se scandiscono i nomi dei loro capi e delle loro tribù di appartenenza.


A spiegare l'essere gay

Sakib si considera no-global, però lavora per i soldi dei globalisti. E ateo, però cita il Manifesto Comunista più spesso che io il Nuovo Testamento. Si considera un liberale, però è pieno di pregiudizi.
Ieri, tornando dal funerale, mi ha detto che sa che io sono gay e che non ha nulla contro di me! Però ha aggiunto che noi gay ci comportiamo come una setta e che chiediamo più diritti e meno doveri della gente normale. 
Ovviamente ho chiesto la spiegazione della parola 'normale'.
Ah! È rimasto senza parole. Però io gli ho tenuto una bella lezione!
Gli ho detto che il fatto di diventare gay non è dovuto all'infanzia con i genitori separati o alla forte figura di mia madre o a qualsiasi altra stronzata freudiana. Gli ho detto che ti sposerò perché ci lega un amore platonico. Il sesso tra due maschi è espressione d'amore, di amicizia, di rispetto, di lealtà, di fiducia e dedizione. Senza interesse. Solo con un uomo puoi vivere quello che leggi nelle riviste femminili. Le donne nel sesso sono false. Lo usano per dominare e manipolare. Per loro il sesso è una categoria biologica ed economica. Sono a metà strada tra la paura della gravidanza e il desiderio di maternità. Fingono anche quando non sono tenute a farlo. Per loro l'orgasmo non è il premio, ma la promessa del premio.
A qualcuno fa senso il bacio tra due uomini. A me fa senso l'assorbente sporco di sangue e il seno grande e siliconato. Il bacio tra due uomini non è contro natura più di uno stupro, un massacro o dei campi minati o di qualsiasi altra cosa in questi fottuti Balcani eterosessuali!

Perché ci comportiamo come una setta? Perché crediamo nell'amore, nella libertà di scelta e perché accettiamo anche di essere lapidati per la nostra scelta. E chi ci perseguita di più?
Quei farisei che filtrano il moscerino e inghiottono il cammello. A vederli sembrerebbero persone giuste e oneste ma dentro sono ipocriti e peccatori. Vedono la pagliuzza nell'occhio del proprio fratello ma non vedono la trave nel loro.



14 commenti:

  1. E' bellissimo questo post, così come le parti di questo libro, che pare interessante. Mi hai incuriosito!

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  2. mmmhhh.. sarà anche un bel diario (non ho letto il libro), però gli stralci che hai pubblicato mi sembrano leggerissimamente sessisti e antifemministi.
    E lo dico da "golden star" (ossia non ho mai fatto sesso con una ragazza); l'immagine che dà (o che ha) delle donne mi pare fin troppo accecata o da odio o da idiosincrasia per il genere femminile e la trovo sinceramente inaccettabile

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    1. Certo che è inaccettabile.
      Nel libro troverai che il protagonista, lo scrittore delle e-mail, ha un'idiosincrasia per molte realtà. Le donne, in questi stralci, ne sono solo un esempio. Fa parte del racconto: di una persona che nel raccontare i pregiudizi degli altri evidenzia i propri. E' l'emblema, nel libro, di un mondo occidentale che vuole portare, dall'alto della propria supponenza, i propri sfrontati e meschini interessi in nome di un intervento umanitario.
      A tratti è comico per la paradossalità di certe affermazioni, a tratti fa molta rabbia.
      Eppure commuove.
      L'autore in questo caso è stato molto efficace.

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  3. Far parte di una minoranza è ovunque difficile, ma esserlo in Paesi arretrati e dove, in certi casi, farne parte è persino contro la legge, ecco che diventa coraggio e orgoglio, anche se si vive in clandestinità.
    Le testimonianze di persone costrette a nascondersi dove rivelarsi o venire coperti vuol dire spesso venire uccisi, sono spesso toccanti e rivelatrici di come nel mondo l'odio e l'intolleranza non moriranno mai. Ci sarà sempre qualcuno che sarà perseguitato per ciò che è, per la comunità a cui appartiene, semplicemente per trovarsi nel posto sbagliato nell'epoca storica sbagliata. Penso agli ebrei all'epoca della shoah o alle donne (e ai gay) nei paesi musulmani.
    Quello che mi colpisce di più, anche a me come a Freedog, sono i discorsi sulle donne. Non tanto dove racconta delle donne nel sesso (l'opinione espressa è personale, di sicuro non tutte le donne sono false nel fare sesso), ma dove parla del loro ruolo in quella comunità. È molto significativo: la tolleranza e l'apertura mentale la si impara prima di tutto in famiglia e all'interno della famiglia, il primo seme, l'imprinting arriva dalla donna, dalla mamma. Poi certo nelle società molto scolarizzate le idee si formano e maturano anche e soprattutto fuori dalla famiglia, ma nelle società meno "progredite" la famiglia, spesso in senso allargato, è l'incubatrice di quello che diventeranno le donne e gli uomini di domani. Se anche le donne sono così radicate nel loro ruolo tradizionale e ristretto, alle spalle dell'uomo, rinchiuse nelle mura di casa a servizio del sesso forte e null'altro, allora i cambiamenti sono lontani, sono solo sognati, neppure sperati.
    Gli uomini portano le armi, ma le donne portano la rivoluzione!
    Bellissimo post e soprattutto bel libro (già comprato, ma ancora da leggere... ).
    Complimenti ancora e baci. Luci

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    1. Condivido molto la tua analisi del ruolo delle donne e della famiglia come incubatrice delle generazioni a venire. Oltre agli esempi portati nel libro e che conosciamo essere molto presenti nelle società dei paesi dell'est, ho in mente, per esperienza personale, certi dialoghi di un odio e intolleranza sfrontata ascoltati in america latina da parte, appunto, delle donne. Li il machismo, al quale da un lato vogliono ribellarsi, viene proprio culturalmente da loro coltivato. E per chi non corrisponde ai dettami maschi da loro attesi non vi è nessuna pietà. Angosciante.

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    2. I Balcani sono sempre stati considerati così esotici, così orientali, eppure confinavano e confinano con noi. Quest'immagine è stata resa più forte dai nostri pregiudizi, cominciando dall'immagine dei "morlacchi"... Non continuo che è meglio!
      Ritengo che tanti loro aspetti siano molto simili ai nostri, ed identici a quelli dell'Italia di pochi decenni fa, anche se non lo si vuole ammettere, forse per ipocrisia o altro, ma ricordare, a parer mio, è importante e giusto.
      Ho deciso che mi compro questo libro ;)

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    3. Io onestamente non trovo molte differenze tra i Balcani e l'Italia, riguardo l'apertura rispetto alle preferenze sessuali si tratta solo di una differenza dal punto di vista temporale, come ha detto Amleto, ma in tanti altri aspetti siamo dei popoli molto simili.
      Mi viene in mente l'esempio degli albanesi, tanto disprezzati a causa dell'immigrazione. Peccato che nonostante questo, in Albania la gente, anche in uno stato di semi-miseria abbia una dignità ed un orgoglio che l'italiano medio, lobotomizzato, nemmeno s'immagina.
      1 punto per noi, 1 punto per loro, ma se continuano così saranno loro quelli in vantaggio...

      In ogni caso il post è molto interessante, misoginia etc, a parte, accende la voglia di provare il libro.

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    4. La discriminazione che c'è in Italia verso gli stranieri è disgustosa, dato che siamo un popoli di emigranti. Inoltre c'è da dire che le persone dell'Europa Orientale hanno un livello di istruzione non indifferente, che l'italiano medio se lo scorda. Loro, in un futuro non tanto lontano, saranno davvero in vantaggio, rispetto noi.

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    5. Ci sono, effettivamente molte comunanze culturali tra gli abitanti dell'area mediterranea. Ciascuno con le sue peculiarità ma è abbastanza facile notare che noi italiani abbiamo un tessuto più comune con un macedone che con un norvegese, solo per fare un esempio...

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  4. Si, effettivamente leggo molta misoginia in questo racconto.
    Ma sono davvero molto toccanti queste lettere: leggendole mi sono ritrovato lì, nel deserto assordante della guerra, nella solitudine dei campi militari.
    Sembra davvero un bel libro.

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    1. Lo è. O perlomeno, a me è piaciuto molto. Soprattutto apre gli occhi su una specie di "colonizzazione" che viene mascherata sottoforma di "aiuti umanitari".

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  5. Non vedo l'ora di leggere questo libro, se ne avrò occasione

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    1. L'occasione la si crea. Una libreria o una biblioteca... e un po' di tempo rubato a un porno... :D

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