Tutte quelle stupide illusioni. Si sentiva come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco. A volte, quando fotografava, gli capitava qualcosa di simile: scattava una foto a un uomo seduto su una panchina senza accorgersi che sullo sfondo, a grande distanza, c'era un palo della luce. Solo durante lo sviluppo lo vedeva spuntare dietro la testa dell'uomo. (D. Grossman - Qualcuno con cui correre)Questa frase mi ha colpito: la stavo leggendo alcuni giorni fa e mi ero soffermato su di essa semplicemente per il significato letterale. Pensavo che anch'io, quando fotografo qualcosa, ho spesso risultati poco soddisfacenti. Mi fermo estasiato a guardare un contesto, in modo ampio e panoramico e non do attenzione ai dettagli. Che spesso non c'entrano, disturbano la fotografia, cancellano quel senso di bellezza che volevo fotografare.
E sempre, dopo, mi chiedo... come ho fatto a non accorgermi, come ho fatto a non notare, che ne sò, il cestino dei rifiuti lì di fianco? Do poca attenzione ai dettagli, ma spesso sono quelli che fanno la differenza.
Tante cose sono cambiate ultimamente e sussurravo questo al secondo incontro con L., mentre mi trovavo nudo e sdraiato sul suo corpo : "Che tempi strani questi, quante cose nuove mi stanno succedendo". Era il pensiero che nasceva dopo un bel momento di forte intimità e che mi portava a guardarmi, come fuori da me, come se stessi vedendo dall'alto la mia vita, quasi ancora non la riconoscessi del tutto.
Vita che in questi mesi ha avuto un repentino cambio di rotta, e che ho vissuto, al contrario delle mie foto sbagliate, con molta attenzione al dettaglio e poca al contesto generale.
Ma mi chiedo: da fuori, si vede qualcosa? un cambiamento, un diverso mio atteggiamento? O convinto di controllare il dettaglio perdo di fuoco il contorno e mi sfugge quindi quel contesto, amicale, familiare, di rapporti quotidiani, proprio perchè son troppo concentrato qui, su di me, sull'aria nuova che inizia a filtrare in questo mio armadio? Me ne dispiacerebbe, perchè sento "parte di me" anche tutto quel contorno. E' il MIO contorno.
Belle domande alle quali non ho ora risposta. E come se stessi vivendo fisso su una porta, vedendo qualcosa di fuori, ma non proprio il tutto.
E allora bisogna che imparo, se non l'arte, almeno la tecnica di calibrare bene dettagli e panorami, cromatismi e ombre...
Ci vuole una vita per imparare... ma forse non sono il solo a doverlo fare, è una cosa a cui sono "chiamati" tutti. Forse.
Vivere in pienezza è una sfida quotidiana e c'è sempre da stare all'erta: una cacca per la strada o un piccione incontinente posson rovinare la posa. Anche se di foto ne abbiamo tante, non siamo però come le nuovissime macchine digitali che possono resettare completamente la memoria ma piuttosto come i vecchi rullini, quelli a cui stavi ben attento a cosa fotografare, perchè gli scatti non erano illimitati e non andavano sprecati.
Sarebbe bello riuscire ad essere un gran fotografo, che spreca e sbaglia poco nella propria vita. Uno di quelli che hanno click quasi sempre sicuri. Ma si sà, e ci si consola, non si nasce "imparati".
E ora CHEEEEESEEEEE!
Ho letto il libro di Grossman un po' di tempo fa e mi è piaciuto moltissimo. C'è amore nella scelta di Assaf di “correre”con Tamar e c'è amore nella scelta di Tamar di salvare il fratello. Ognuno di noi ha amore da dare e da ricevere. In te c'è amore per i tuoi amici e per la tua famiglia, ma c'è anche amore per L. Una cosa non esclude l'altra. Sicuramente in questo momento il tuo rapporto con L. ha bisogno di essere rafforzato e quindi richiede più energia rispetto alla famiglia e agli amici. Starà a te, una volta che questo sentimento sarà maturo, far si che sia presente nella tua vita e armonizzato con tutti i tuoi affetti. E se per fare questo commetterai qualche errore non ti preoccupare, le persone che ti amano sapranno perdonarti.
RispondiEliminaQuesto è un libro che mi sono ripromesso di leggere già da un po’ anche se non l’ho ancora fatto, ma mi ripropongo assolutamente di farlo a breve come buon proposito per l’anno nuovo…
RispondiEliminaIo credo di essere l’esatto contrario tuo, scatto pochissime foto anche quando vedo qualcosa che mi piace perche sempre intravedo dei dettagli che mi infastidiscono e rompono il gusto che volevo dare alla foto… nella vita invece sono assolutamente cieco ai dettagli, anche degli elefanti potrebbero passarmi davanti e io potrei non accorgermene…
Il parallelismo tra le foto e gli aspetti della vita mi piace molto. Nelle foto come purtroppo nella vita siamo portati a sbagliare e siamo proprio come i vecchi rullini che è impossibile cancellare. Ma credo che il bello sia proprio questo. Se tutto fosse davvero perfetto e illimitato non godremmo di tutti quei bei momenti che ci passano accanto.
RispondiEliminaMa mi chiedo che bello ci sarebbe se non non si sbagliasse nella vita? Saremo davvero soddisfatti da una vita perfetta sotto ogni punto di vista, fare tutto senza una piccola sfumatura, un piccolo dettaglai andato male? Non credo proprio...
RispondiEliminaIl bello della vita, come più volte ho detto, è sbagliare perché ci permette di crescere, di capire e imparare, diversamente saremmo privi di vissuto utile a sentirci vivi, ma soprattutto privi di emozioni.
Buona giornata
Fra'
Ciao In
RispondiEliminatante foto digitali e non, che sbiadiscono, che si piegano, che invecchiano...non sò cosa ti sia successo in questo ultimo periodo, spero per te sia un cambiamento in positivo o semplicemente un "sentirselo dentro", ma qualunque cosa sia, purtroppo qui "photoshop" non è previsto, quindi gli sbagli non si correggono e le luci rimangono buie se lo sono e troppo luminose se c'è troppa luce...
Con questo non voglio buttarti giù anzi, periodo molto strano, anche per me...e forse mi vedo anche io sulla soglia di una porta...
Magari usando un filtro...
for you.
@ Lorenzo - non posso aggiungere altro a ciò che dici perchè è ricco, centrato e anche... consolatorio. Sarebbe bello fosse così e avere... qualcuno con cui correre.
RispondiElimina@ Majin79 - si, capisco, e capita anche a me. Ci son giorni "da precisino" dove i brutti dettagli mi rovinano il resto e così rinuncio a "fotografare". Ma rischiano anche di diventare il pretesto, soprattutto a livello relazionale per tirarmi indietro, non vincere le mie paure e pigrizie. A te capita mai? Bentornato!
@ Rano - hai ragione. E ti dirò, c'era anche il bello di fotografare coi "rullini" per il fascino dell'attesa prima dello sviluppo. Anche a livello di relazioni, l'attesa esercita un certo fascino, non credi?
@ I'M SO GUY - eh... piacciono molto anche a me :P
@ FrAnCeScO - bentornato. Son d'accordo anche se gli sbagli mi disturbano parecchio. Però come dico nel post, per rendere la vita una bella foto ci vuole forse una vita. C'è sempre da imparare...
@ Nanà Lanuit - tutti sulla porta... ti auguro di "uscir di casa" felice. Concordo, niente photoshop, ma tu mi insegni che cipria e correttore possono servire, no? Un abbraccio.
Hai ragione quando dici che prima si pensava....si pesava direi...la foto. Il rullino aveva 24 pose e non volevi sprecarle con immagini buttate lì senza pensarci troppo. Ora, cone le digitali, è tutto più usa&getta...ma cosa non lo è? Pensaci. I cambaimenti portano sempre nuovi equilibri che spezzano quelli vecchi e consolidati...ma il bello è proprio questo. Il libro mi manca. Anzi, mi manca l'autore...mai letto niente...ma mi ha stuzziato l'antenna...:-) Bacioni. La prima foto è la mia preferita.
RispondiEliminaI detagli brutti ( la caca per strada o un piccione incontinente) non rovinano la posa, anzi la fanno piú vera, piú reale. Niente di calibrare, di voler dare un equilibrio artificiale alla vita.I proferssori di fotografia della facolta sempre dicevano que la bella e sofisticatta macchina nelle mani di uno che non ha la fotografía dentro no serve a nulla. La vera realtá c'é nella polaroid, nella foto del istante, non nella foto dello studio. I detagli sono quelli che fanno il contesto.
RispondiEliminaLo spagnolo
@ Mr Moscone - nuovi equilibri, ecco quello che vorrei nel momento in cui mi leggo disequilibrato (spero non squilibrato)
RispondiElimina@ Lo spagnolo - si, la realtà è quella della polaroid, con la cacca per strada e il cestino di rifiuti. Ma, uno "bravo" sa gestire la posa così che anche la cacca, che pur c'è, va in secondo piano...
i particolari contano molto, a me piace controllare tutto in foto... ma nella vita le cose son belle anche perche' hanno delle sfumature non previste o calcolate. Anzi quel difetto non notato all inizio poi diviene cio' che rende il tutto ancor più bello
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