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sabato 19 febbraio 2011

La morale della favola

Un giovane gambero pensò: - Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. –
Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole.
Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: - State a vedere.- E fece una magnifica corsetta in avanti.
- Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, - ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene.
- I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare.

Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse : - Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua , il ruscello è grande : vattene e non tornare più indietro.-



Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo.
Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea.
- Il mondo va a rovescio, - disse una rana, - guardate quel gambero e datemi torto, se potete.-
- Non c’è più rispetto, - disse un’altra rana.
- Ohibò ohibò, -disse un terza.
Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. 

A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto ad un sasso. – Buon giorno, - disse il giovane gambero.
Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: - Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivolgermi la parola: Fin che sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.-
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava:
- Ho ragione io.-
E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio!



(Gianni Rodari - Favole al telefono)



14 commenti:

  1. com'è attuale rodari.
    tutti dritti per la nostra strada! :)

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  2. Conosco Rodari...
    non c'è niente di più meditativo per un giovane....ma oramai chi sono i ragazzini che leggono, dove sono finiti tutti???
    Comunque "avanti marsh!!!"

    for you

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  3. Uniformarsi è sempre più semplice che affermare le proprie peculiarità. Chi vuole dimostrare le proprie ragioni deve combattere, avrà momenti di sconforto, ma può anche insegnare molto agli altri. Un augurio ai coraggiosi che sfidano le convenzioni di questo mondo.

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  4. Bisognerebbe sempre tenerla a mente questa favola perchè a spesso adeguarsi e camminare come tutti è più semplice e rassicurante, ma fa morire la nostra anima semza che ce ne accorgiamo.

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  5. Molto bella, grazie per averla postata :)

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  6. Gianni Rodari non perde mai di attualità, grazie. Bellissima..

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  7. Bella favola e bella la seconda foto...mi ha fatto venire voglia...zzzzzzzzzzzzz...

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  8. @ tutti - mi fa piacere che abbiate apprezzato. E' inusuale postare in un blog come il mio una favola. Ma il senso era molto pertinente al vissuto dei tanti in the closet che passan da qui.
    Grazie a tutti per i commenti. Vorrei sottolineare l'augurio di Lorenzo: Un augurio ai coraggiosi che sfidano le convenzioni di questo mondo.

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  9. :-)
    ma tu ti senti già come il gamberetto o vorresti diventarlo?

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  10. bella storia fa pensare.fa anche sentire un po in "colpa" per non avere avuto e non avere quella forza e quel coraggio.
    lost

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  11. @ Oscar - diventare come il gamberetto è un'ispirazione ma mi terrorizza il vociare delle rane nello stagno. Ho anche un po' il disincanto del vecchio gambero. Ma che ad andar dritto per la mia strada io non sia capace, non è il motivo perchè si scoraggino altri. Anzi, io li incito a riuscire a fare ciò che non so fare io. Forza op, op, op!

    @ lost - come ci capiamo!!! Per i sensi di colpa... quasi ne siamo abituati...

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  12. lo so, ti capisco. di quelle ragnacce in realtà non ci interessa manco l'opinione. però chissà come mai, temiamo sempre il loro fastidioso starnazzare.
    no so, se non provi come fai a sapere che non saresti un bel gambero marcia avanti, anzichè indietro?
    io generalmente mi sento come un granchio, di quelli che si muovono solo laterali. ma poi penso che anche se non mi muovo in linea retta alla fine dove devo andare ci arrivo. certo però che è una gran fatica! a volte vorrei restare su uno scoglio a prendere il sole e basta. ma poi a stare tanto tempo fermi finisce che ci si annoia. e allora riprendiamo a muoverci, un passo avanti e uno indietro.

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  13. @ Oscar - bellissimo intervento. Mi interroga. Grazie

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