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giovedì 28 luglio 2011

Aveva un lavoro, una moglie, un figlio

Le sue dita si contrassero inconsciamente mentre ancora una volta provava la sorpresa dell'eccitazione attraverso il cotone bianco, il duro grumo là sotto. Era innamorato di Alex Melchor [...] 
La speranza si era insinuata nella sua vita proprio mentre si stava abituando ad accettare il dolore. E perché proprio adesso? Non voleva la speranza. Non credeva nella speranza. Non pensava neanche di avere bisogno della speranza. Eppure era nella sua morsa. 
Stava immaginando cose che sarebbero state per lui inimmaginabili solo un anno fa, un mese fa. Era la stessa fantasia che lo aveva trascinato attraverso la scuola superiore, soltanto riveduta per adattarsi alla sua vita attuale e alle sue rimpicciolite speranze. Col passare degli anni, mentre guadagnava in intensità, il desiderio di Owen era divenuto sempre meno specifico; adesso quello che cresceva in lui era un bisogno semplice e indifferenziato. 
Non era più necessario che l'uomo avesse neri capelli ricciuti, o che fosse più alto di un metro e ottanta; non era più necessario che si trattasse di un amore perfetto e invidiabile del tipo che sbocciava nei film della sua adolescenza. Tutto quel che desiderava era un uomo con cui fare l'amore - pienamente, fino all'esaurimento, più di una volta - e forse un po' di compagnia.
Eppure, persino questo era altrettanto impossibile adesso di quanto lo era stato allora. Aveva un lavoro, una moglie, un figlio. Forse sarebbe riuscito a esprimerlo se fosse stato più giovane e meno sistemato; ma ormai gli sembrava che, a ogni anno vissuto da ipocrita, la sua identità di padre di famiglia, di marito, di professionista si cementasse nelle menti di quelli che lo circondavano, per non parlare di quelli che amava. Dopotutto, per ventisette anni era stato il marito di Rose; teneva tra le mani il destino di lei come una granata. Per spezzare quella condizione adesso - be', avrebbe dovuto perdere il lavoro. Avrebbe perso Rose. Avrebbe perso Philip. (D. Leavitt - La lingua perduta delle gru)


Attingo ancora una volta a un brano dal romanzo di Leavitt per sottolineare uno stato d'animo che mi appartiene.
Fortunatamente, a differenza di Owen, la mia vita non è così strutturata, non sono sposato, non ho figli. Ma come mi appartengono le frasi che ho sottolineato!
La prima, così sorprendentemente positiva, che mi ritrova a vivere una storia d'amore, di aspettative, di attese, insieme ad L., a 41 anni, quando mai più avrei creduto di aver la forza di lasciarmi andare a vivere un amore (anche se di nascosto). Con tanti dubbi, ancora con mille paure, il vissuto di questi mesi mi fa sorridere il cuore.

La seconda frase racconta invece uno degli aspetti che più rendono difficile il coming-out. L'idea, la rappresentazione, ormai CEMENTATA della propria identità agli occhi degli altri. Come se lo svelarsi di questa verità dimostrasse che tutto il resto della tua vita è stato ipocrita, quando invece non è così.
Riazzerarsi e ripartire... o, con discrezione, vivere senza necessariamente raccontare, senza rendere conto, coltivando, come possibile, boccate di ossigeno?




Mi dicono che le nostre vite non valgono molto 
passano in un istante come appassiscono le rose 
Mi dicono che il tempo che scorre è come un vagabondo

che dei nostri dispiaceri si è fatto dei mantelli...


Mi dicono che il destino ci prende in giro per bene
Che non ci dà niente e che ci promette tutto
sembra che la felicità sia a portata di mano,
Allora si tende la mano e ci si ritrova impazziti 

(Carla Bruni - Quelqu'un m'a dit)

19 commenti:

  1. Vivere in questo modo, vivere in quell'altro, vivere PER...

    Io direi solo: VIVERE!

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  2. quoto miki... alla fine uno deve semplicemente vivere.. So di essere fortunato per essere nato in questa generazione.. ma non riuscirei mai a tenere tutto dentro prima o poi scoppierei.

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  3. E' sempre bello poter rileggere dei bravi di Leavitt. Ho amato quel libro. Uno dei miei preferiti.
    Per il resto anche io non posso essere me stesso a gli occhi dei miei e questo forse è quello che più mi fa male. Il non poter dire e fare certe cose nel posto dove vivo è tristissimo.
    Però non si deve mai perdere la voglia di amare.

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  4. ognuno di noi combatte sempre prima di tutto con i propri fantasmi.
    ma se la storia con L. diventasse qualcosa che non può più vivere solo di pochi momenti rarefatti, quella sarebbe una spinta molto forte. la tua motivazione ad un eventuale com.out adesso mi pare più che altro la tua esigenza di essere coerente e mostrare come sei al mondo.
    comunque guardati anche indietro e guarda i passi che hai già fatto, oltre che guardare quelli che ancora vuoi compiere per arrivare dove vuoi tu.
    un bacio a te e uno pure a L.

    p.s. la prima e la terza foto mi smuovono molto sotto. l'ultima mi smuove qualcosa proprio dentro! ma che viso ha sto ragazzo???

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  5. Si la vita ti fa percorrere binari prestabiliti dove chi ti sta intorno si aspetta un certo comportamento e a volte non è facile uscirne fuori.

    PS. Adam Champ è sempre molto arrapante beato Carlo Masi, e il ragazzo con la maglietta bianca ha un viso che è un opera d'arte

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  6. sono d'accordo con Oscar,il grande:)...anche per quanto riguarda le foto, anzi a me smuove sotto anche il corpo del secondo;)pelo e carne;P

    Rano:un mega bacio:)
    lost

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  7. (IN) io rammento ciò che dissi in un post...ama e vivi semplicemnte, l'età tua non conta...non devi dar conto alla gente, che cazz gliene frega?? sn estranei...chi ti vuole bene capirà anche senza dire apertamente: sto con L.! e sorriderà per la tua spontaneità! nonaverpaura... vvb

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  8. Come ti capisco (in)! Nemmeno la mia vita era strutturata come quella di Owen, ma lo era (ed in parte lo è ancora) strutturata professionalmente, nelle relazioni dei miei tanti impegni socioecclesiali! Si fa presto a dire "fregatene!". Ad una certa età e pressochè impossibile qualsiasi forma di com.out! Quando è tardi è tardi! Eppure tutto questo non mi ha impedito, otto anni fa per la prima volta, ben oltre la tua attuale età, di socchiudere la porta per guardare fuori, ben riparato dagli stipiti, ed è nato (inaspettato) l'attuale legame con P. che - con discrezione e prudenza - è tutt'altro che clandestino. Le circostanze, una volta tanto, non sono risultate avverse ...

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  9. @ Miky & Rafaele - son d'accordo!!! L'importante è vivere!!! Ma c'è comunque differenza (ed è quello che mi interroga) tra il vivere pienamente e il (soprav)vivere.

    @ Rano - mi lasci basito. Sai che ero convinto che il tuo coming out fosse totale? Giuro!
    Bella la tua frase finale: mai perdere la voglia di amare. Sottoscrivo!

    @ Oscar - grazie mille per le tue indicazioni. Mirate e... preziose.
    Per le foto... ho appositamente scelto qualcosa che smuovesse sotto e un volto che smuovesse dentro. Volevo esprimere i bisogni raccontati nel brano: la carnalità ma anche un bisogno più interiore.

    @ loran - già. Sentirsi costretti su un binario può essere limitante.
    P.S.: condivido che il volto ma soprattutto lo sguardo del ragazzo in maglia bianca siano a dir poco spettacolari.

    @ lost - ti sento sempre particolarmente... smosso... Ormoni a mille anche tu?

    @ Chico - non aver paura. E' proprio un bell'invito!

    @ Parigino - non immagini quanto sento fortemente mio questo tuo commento. Grazie e sempre avanti con P.! :)

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  10. scrivi "il vissuto di questi mesi mi fa sorridere il cuore", bene allora continua a vivertelo, finchè è questo quello che provi viviti la tua storia e non rimuginarci troppo su, se poi sentirai la necessità di spalancare quell'armadio, magari spinto dal fatto che la tua storia con L vuole molto più spazio, allora lo farai...
    Per ora continua solo a far sorridere quel cuore che è stato triste e solo per troppo tempo..

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  11. ti capisco pienamente. penso che il momento in cui l'ipocrisia debba cadere arriverà da solo, senza forzature. e sarà una liberazione...

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  12. @ I'M SO GUY - ancora buone vacanze a te e a Bambolino!

    @ Majin79 - grazie mille Majin! Speriamo che i sorrisi del cuore continuino. Li auguro anche a te!

    @ Lavega - vedremo. Lo racconterà la nostra vita. Buona liberazione anche a te!

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  13. Anche io voglio scrivere qualcosa riguardo questo post. Mi ha colpito.
    Descrive un disagio.. una realtà per molti. Io la vivo pienamente e, solo da poco, pochissimo, inizio ad aprirmi alla gente "comune". Con mia grande sorpresa, ti dirò sono rimasto spiazzato, sia dall'effetto immediato che rivelare alcune mie verità ha prodotto in me stesso (alludo a un forte senso di libertà), sia dalla risposta incredibile di un mio amico, che si è a sua volta aperto con me.. lasciandomi senza parole. Le strutture dunque sono solo presunte, le edifichiamo noi stessi e le costruisce il mondo che guarda i singoli. Infine vorrei dirti che c'è da scongiurare l'effetto opposto: uscire da una maschera per sottoporsi ad una nuova etichetta. Io sono io e voglio essere come mi sento, scoprirlo ogni giorno, senza processi e preconcetti da parte di nessuno. ;-)
    Grazie per il post!

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  14. Io arrivo tardi, ma ricordo, se ancora non l'ho detto, che ho avuto moglie (sono separato) e ho figli ( ora grandicelli: 23 e 21).
    Per giunta x varie vicissitudini c'è li ho per una parte dell'anno (tutti e tre) in casa.
    La "cosiddetta" vita coniugale è finita da quando ho conosciuto E. (non riesco ancora a capacitarmi come sono riuscito a scopare con una donna, bah?)
    E per farla breve gran parte delle sensazioni e sentimenti che descrivi li ho vissuti, anzi alcune cose sono strutturate nel mio modo di essere!
    A proposito nella mia biblioteca c'è tutto Laevitt!

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  15. Ed ancora io ho detto a tutti più di una volta quanto sono felice a vivere me vero che il me finto di prima e che il coming out non è indispensabile.
    Lo può diventare se l'alternativa diventa il rinnegarsi completamente. Fin qundo lo spazio per la propria vita esiste ed è"accogliente", niente e nessuno merita le nostre sofferenze. Solo quel/quei caro/cari splendido/splendidi ragazzo/ ragazzi che ha/hanno diviso con noi la propria esistenza e la propria gioia di vivere (fosse anche per l'incontro fugace di un'istante,)! :))))

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  16. @ Dario - grazie per la tua testimonianza. Condivido, le strutture ce le danno gli altri ma ce le creiamo anche noi. Il primo passo per la nostra libertà è dentro di noi.
    Interessante anche il discorso del darsi altre etichette...

    @ Jack - no, questa mi mancava. Non immaginavo proprio tu fossi sposato e con prole. Mi rassicura quando dici che il coming out non è indispensabile e condivido la tua riflessione. Grazie.

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  17. @Jack: :-) un bacio!!
    lost

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  18. Preciso che il mio "vivere" è proprio riferito al vivere per davvero, non ad un sopravvivere... A volte mi illudo che si senta il tono di quello che scrivo... ;)

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  19. @ Miky - eri stato chiarissimo. E si, il tono di ciò che scrivi, si sente. :)

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