L'umore, l'amore

Era partita piatta ieri sera.
Io ero stanchissimo e la stanchezza incideva parecchio anche sull'umore. Ero un orso. Qualunque proposta, qualunque chiamata da un amico, ieri sera avrebbe visto il mio rifiuto. Ma dovevo vedermi con L. e pur sfinito ho preso l'auto e mi son fatto la mia ora e mezza di guida per arrivare all'appuntamento.
L. si è preoccupato vedendomi conciato male, poco reattivo... "Che c'è?", continuava a chiedermi, ma io manco ne volevo parlare, ero troppo stanco. Lui, al contrario, era particolarmente acceso.
Ma ritrovare le sue carezze, le sue mani addosso mentre si vagava in auto nell'attesa che scendesse il buio già mi riattivavano.
Siamo stati sul Po. Quel baretto all'aperto, ieri sera strapieno di gente, con la luce del crepuscolo che si rifletteva sull'acqua, una brezza fresca, rara laggiù nella bassa, e le luci del bar e le voci della gente lontano. Io ancora piatto, bisognoso più che mai di coccole.

Poi sceso il buio, a ritrovare il posticino intimo sperduto nella campagna.
Le coccole arrivavano e mi riattivavo. La sua lingua che mi percorreva tutto il collo e scendeva fino alle spalle mi mandava in delirio. La sua decisa erezione era  più di un invito a prestarmi più del solito a qualche lavoretto di bocca: sentirlo star bene faceva star bene anche me.

Sentivo il bisogno di possederlo e la stanchezza ha da quel momento lasciato il passo all'istinto. Me ne rendo conto: quando parto in quarta talvolta forzo e non ho del tutto l'attenzione al suo dolore.

Poi però si è trovata la "strada giusta" ed è stato bello sentirlo gemere mentre io gli sollevavo le gambe sulle mie spalle.

Sudati, molto sudati, ho ricambiato poi a lui il piacere. Mi piace mettermi sopra e cavalcarlo a smorzacandela mentre sento che lui da sotto spinge rispondendo al mio saliscendi.

La parte bella è anche il dopo l'amore.
Con L. dopo il coito non sento il bisogno di rivestirmi, di salutare frettolosamente, di andarmene. Tutt'altro. Siamo stati ancora un'ora, nudi in macchina a parlare, a carezzarci a mangiarci con gli occhi: L. ne è bravissimo, lui mi scruta, mi centellina quasi adorante centimetro per centimetro. Io ancora non sono avvezzo a tanto amore.
L'umore a fine serata era cambiato, la stanchezza raddoppiata però. Sfinito, nella notte autostradale, una sosta forzata in autogrill per respirare aria fresca, bere un bicchier d'acqua e caricarmi con un caffè: mi ci voleva per riuscire a rientrare a casa sano e salvo. Stanco, ma sereno finalmente.
Quante volte, mi chiedo, una vita di umori pessimi potrebbe essere più leggera con la presenza di un amore vicino?