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sabato 18 settembre 2010

A.-ggiornamenti



"Chi vivrà vedrà" - era la mia ultima frase nei commenti all'ultimo mio post  Dei luoghi e dei tempi dove raccontavo la mia esperienza con A.
Sono passate tre settimane e in questo tempo ci siamo incontrati. Ancora. Altre due volte.
Parzialmente gestito il problema dei "luoghi" ritornando una volta nel solito parcheggio e un'altra in un'isolata stradina di campagna che, grazie alla presenza di fusti di mais altissimi ha garantito una sensazione di privacy ottimale, i nostri incontri si stanno trasformando.
Sono ormai 5 mesi che ci si incontra. La familiarità tra di noi è in crescendo. La passione e la foga che caratterizza i nostri incontri si è arricchita anche di una maggiore intimità, un comunicarsi più ampio dei sentimenti, un riconoscere nei dettagli i bisogni e i piaceri dell'altro.
Questa cosa mi appaga e allo stesso tempo mi spaventa.
Cerco di spiegare ciò che ho già ripetuto centinaia di volte: gay 40enne in the closet, poche esperienze sino a pochi mesi fa, rare e occasionali. Anni di negazione totale, "pace dei sensi auto-costretta". Poi da quest'anno qualcosa cambia. E prima la strana (e limitata) esperienza con P., poi, l'incontro con A, la prima "storia" non occasionale. 
Trombamico, si, nessun impegno, nessuna palpitazione al cuore. Ma come dicevo, una familiarità che si instaura, un'intimità che si crea che forse temiamo entrambi.
Quasi che questo ripeterci di essere aperti ad altre storie sia un modo per dirsi "non lasciamoci coinvolgere troppo". Ma "trombamici".
Con l'accento che stavolta non sottolinea solo il "tromba" ma anche un'amicizia che cresce e che si delinea anche nel tempo passato in chat (ricordo che la distanza è una componente di questo nostro rapporto) chiacchierando della nostra vita, ascoltando "insieme" la musica, raccontandoci le esperienze con la vicina di casa o il collega rompiscatole.
Poi ci sono quei momenti di più distacco che già vi ho raccontato: che mi fanno spazientire, che non sempre comprendo. Che mi interrogano su quanto A. voglia godere di questa "trombamicizia" e quanto io, ormonalmente allupato, sia troppo insistente causando probabilmente queste reazioni.
Ma intanto ci si incontra e si sta bene insieme.
Con passione vigorosa, a cui non ero abituato.
Prendo ciò che di buono viene.
E spero di avere ancora molto da raccontare.

10 commenti:

  1. Forse tutte queste tue frasi, tutta questa tua voglia di rimanere in contatto con lui, tutti questi pensieri stanno ad indicare la voglia di non lasciarlo andare via... la paura che lui trovi altro diverso da te!
    Non dico che sia amore e cavolate simili... forse è anche solo paura di perdere una sorta di intimità, anche solo fisica, che hai finalmente raggiunto e che non ti costringe a "auto-soddisfarti"
    Spero che racconterai ancora tanto di A.

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  2. sai, ogni volta che leggo un tuo post su a. sono sempre in bilico tra felicità e tristezza.
    stai finalmente vivendo la favola (o parte di essa) che hai sognato per 40 anni, eppure non te la stai godendo appieno. hai aspettato tutto questo tempo e adesso vuoi tutto e subito. forse dovresti prendere la cosa più alla leggera, con meno aspettative e con più "carpe diem".
    probabilmente anche io avrei tutte queste paranoie, per cui (per quello che può servire) hai tutta la mia comprensione e invidia.

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  3. aspettavo con ansia degli A.-ggiornamenti concordo con le parole di Lavega sai che hai anche la mia comprensione(e invidia)ma forse a causa dei 40 e passa anni(i miei) non è semplice prendere queste cose piu alla leggera e tutte le paranoie sono piu che legittime.non so se me lo sono perso o non lo hai detto,se puoi/vuoi dire come hai conosciuto A.
    lost

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  4. Da quel che leggo dai commenti, credo che tutti leggiamo nelle tue parole le stesse cose, però mi sento anche di dirti che a volte è bello pure perdersi nell'irrazionalità e non trovare per forza un significato a quello che ci accade, ma viverlo, come dici tu, così come viene senza aspettarci troppo o troppo poco

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  5. Magari in tutte e due c'è la paura delle difficoltà di vivere questa relazione se si trasformasse in un innamoramento vero e proprio, a volte i sentimenti spaventano specie (come anche io ad esempio) uno non è abbituato ad esprimerli, penso che la cosa migliore sia andare avanti senza analizzare troppo e risolvere le queationi quando si presentano.

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  6. Il trombamico e' proprio questo, uno con cui ci stai bene (e non solo a letto) ma che alla fine poi ognuno per i czz suoi, ma qui vedo che forse si vuole di piu'. o sbaglio? A questo punto la cosa deve essere reciproca.

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  7. Qualunque cosa sia questa trombamicizia con A. è chiaro che ti fa star bene, ti soddisfa e a quanto pare non solo da un punto di vista fisico… insomma trovare una persona con cui condividere intimità, specie se da lungo tempo un tale persona non c’era nella tua vita, è di per se una cosa molto positiva… Non prenderla tropo sul serio e soprattutto cerca di godertela in pieno con tutto il buono che ha da offristi, poi per quello che succederà o meno c’è sempre tempo…

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  8. Anch'io spero di leggere per molto tempo di A. Spero anche che tu rieca a vivere questa storia con serenità e tranquillità. Il tempo e gli eventi vi faranno capire se c'è la possibilità di costruire un legame più forte e duraturo. Un abbraccio.

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  9. @ tutti - urca, gente! Devo scrivere un commento a tutti i vostri commenti. Faccio così: qui dico grazie. Poi replicherò in un post ad oc.

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  10. Forse mi ero perso qualche post e non sapevo che tu hai cominciato da poco la tua vita gay.. Anch'io (forse l'ho detto da qualche parte nel mio blog) ho iniziato tardi, a 30 anni e adesso ne ho 40 e qualcosa. Prima valeva anche per me la pace dei sensi autocostretta e la negazione totale.. Quindi capisco perfettamente la tua situazione. Come avrai letto anch'io ho un trombamico e sto vivendo qualcosa di simile a te.. Ne ho parlato velatamente in un mio post del 13 agosto dal titolo "Perchè trombamico?" dove concludevo: "Però entrambi facciamo finta di niente.." alludendo a un nascente sentimento l'uno verso l'altro.
    Dunque perchè queste difficoltà a buttarsi in una storia seria?
    Ebbene, secondo me sono dovute ad un passato ingombrante in cui siamo vissuti nella clandestinità negando noi stessi ed escludendo dal nostro orizzonte nella maniera più assoluta la possibilità di un amore gay. Infatti ho constatato che le giovani generazioni, cresciute in un contesto diverso hanno preso in considerazione fin dall'adolescenza o dalla prima giovinezza la possibilità di una storia seria, magari con convivenza, e quindi non hanno le difficoltà che abbiamo noi 40enni.. Purtroppo siamo vittime del nostro stesso passato che ci ha costretto a vivere la nostra sessualità come un mordi e fuggi clandestino, mentre fingevamo di essere etero..

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